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Toh, la fabbrica del lavoro c’è

La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti sta al 17,1%. In Europa va peggio: la Grecia al 58%, la Spagna al 55%, il Portogallo al 36% , l'Italia al 35%, la Francia al 25%, l'Inghilterra al 21,9%, la Svezia al 22,8%.

Con sorprendente tempismo il commissario europeo per l'Occupazione e gli Affari sociali, Laszlo Andor chiosa: ''Occorre agevolare l'accesso al mondo del lavoro''. In tal senso, soprattutto per i giovani, ''è fondamentale ricorrere ai tirocini”.

T-i-r-o-c-i-n-i? Disoccupati, dunque, perché incompetenti!

La crisi occupazionale sta tutta qua?

E pensare ch'io pensavo che a mettere in crisi l'occupazione fossero troppe merci sul mercato e pochi denari in tasca per acquistarle.

Beh se invece, come dice il Commissario, basta acquisire competenze sarà tutto più facile.

A ben guardare i giovani americani già lo fanno. Più di 1/3 è tornato a scuola a causa della situazione economica; così facendo hanno contribuito ad attivare la richiesta di 1 miliardo di dollari di prestiti. Tornano a scuola, insomma, contraendo prestiti per attrezzarsi e trovare un modo per sbarcare il lunario.

Il laureato medio “competentizzato” si ritrova 25.000 $ di debito. Porc... negli ultimi due anni i tassi di default sono cresciuti del 31%.

Basta questo Commissario? Non basta se diamo un'occhiata ai dati Usa forniti dal Young Entrepreneur Council:

• 1 su 2 laureati, circa 1,5 milioni, pari a circa il 53,6% e con un età pari a 25 anni o inferiore nel 2011 erano disoccupati o sottoccupati.
• Per i diplomati delle scuole superiori (età 17-20), il tasso di disoccupazione è stato pari al 31,1% a partire da aprile 2011 fino a marzo 2012; la sottoccupazione è stata del 54%.
• Per i giovani laureati (età 21-24), lo scorso anno la disoccupazione è stata del 9,4% mentre la sottoccupazione era pari al 19,1%.

Botte, corna e chitarra rotta, insomma ed un carico di debito che riduce ancor più la capacità di spesa proprio di chi, per competenza a spendere, non ha eguali. Oibò diseredati loro, proprio quelli avvezzi a spendere la vita a fare la spesa, che altrimenti smaltirebbero il prodotto. Quel prodotto che occorre riprodurre.

Già, cosi si creerebbe lavoro et voilà occupazione.

Essipperchè nell'economia dei consumi viene generato lavoro se, e solo se, i salari e gli stipendi erogati risultano sufficienti ad acquistare quanto prodotto dal quel lavoro, al fin di generarne di nuovo.

Altro che “senza lavoro non c'è futuro”: se mancano i denari in tasca a chi spende, non c'è futuro per il lavoro!

Mauro Artibani

Questo articolo è stato pubblicato qui

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