• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > The boy, il film che dimostra come l’horror abbia ancora molto da (...)

The boy, il film che dimostra come l’horror abbia ancora molto da dire

Greta viene assunta da un’anziana coppia di genitori, che vive in una mega villa antica in un bosco inglese. Dovrà prendersi cura del piccolo Brahms nelle due settimane di assenza dei genitori. Solo che il piccolo Brahms è in realtà un pupazzo.

I due genitori lo trattano come un figlio vero e pretendono che anche lei faccia lo stesso. Dal ragazzo che porta le provviste, uno contatto con il mondo esterno, Greta scopre la storia del bambino (quello vero, non il pupazzo) e della sua morte.

Decide comunque di rimanere e di fingere di occuparsi di Brahms. Solo che poi, ovviamente, succedono cose strane e quel pupazzo non solo sembra avere una personalità, ma anche una personalità non proprio accondiscendente.

Vi ho già detto troppo e il film è bene che ve lo gustiate appieno.

Sappiate però che funziona, funziona eccome. Brent Bell non ha fretta, prende tutto il tempo a sua disposizione per raccontare la vicenda e per far succedere gli eventi. La costruzione è ottima, il film cresce pian piano. I colpi a sorpresa arrivano col contagocce e colpiscono.

Brava e bella Lauren Cohan, cui gli autori non risparmiano la scena della doccia nel primo momento importante del film.

E così, tra una sorpresa per quel che succede ed un’altra per le reazioni dei personaggi, si viaggia verso un finale in cui tutto inevitabilmente precipita, e che riesce a non rovinare l’insieme.

Spazio a tutti i sequel che volete.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità