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The Giver e l’oppressione sociale

The Giver è un film del 2014 di Phillip Noyce. Il film parla di una città distopica dove ogni tipo di emozione è assente e non consentita: amore, gioia, violenza, ira, amore, crudeltà, ogni tipo di sentimento o emozione è vietato. Inoltre agli appartenenti a questa società, ad ogni compimento di età, viene assegnato un compito da svolgere a vantaggio della comunità.

A Jonas, raggiunto il 12° compleanno, viene affidato il compito di diventare il prossimo “Coglitore di Memoria”, ossia custodire le memorie di tutta l’umanità. In questa mansione viene aiutato dal vecchio coglitore di memoria che è definito “The Giver”.

Jonas col tempo si affeziona al donatore (The giver) e capisce che i suoi concittadini senza emozioni e sentimenti sono incompleti: all’umanità tutta manca una vera esistenza e non a caso nel film moltissime scene sono in bianco e nero per esplicitare che una realtà come quella in cui vive Jonas è grigia, incolore, arida, vuota di ogni senso e significato.

Jonas alla fine del film, dopo aver compiuto un’azione eroica restituisce alla città colore e normalità, restituisce soprattutto alla città la memoria, le emozioni e i sentimenti.

The Giver è da catalogare tra i tanti film che parlano di realtà distopiche e come tanti film di questo genere tende a mettere in evidenza tutto ciò che manca alla società distopica di cui parla il film. Esso sembra suggerirci che il controllo e il condizionamento sociale favoriscono una società piatta costituita da conformismo e omogeneità, una società dove non ci sono tante cose negative come la violenza e la guerra ma dove non ci sono neanche tante cose positive come l’amore, il coraggio e la forza d’animo.

The Giver è un film profondo che riflette su temi abbastanza complessi come è ben evidente: esso riflette anche sul tema del libero arbitrio, su una libertà di scelta che in una società democratica e avanzata dovrebbe essere garantito il più possibile. Nel guardare questo film non si può non pensare alla società contemporanea in cui i diritti e la libertà di scelta sembrano diminuire sempre di più a favore del conformismo, della società di massa, del consumismo, del “capitalismo da casino” come anche del “culto dell’intrattenimento”.

Guardando il film di Phillip Noyce due sembrano le cose essenziali in una società avanzata: la libertà di scelta e l’individualismo. Queste due cose non vanno d’accordo con la massificazione, con il condizionamento sociale, con la repressione delle emozioni e dei sentimenti. In quanto la nostra società è simile a quella mostrata nel film? Forse nel fatto che un’azione eroica come quella di Jonas, metafora del liberamento dalle catene e dalle oppressioni sociali, sia una splendida utopia.

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