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The Company Men e le conseguenze della crisi economica

The Company Men è un film del 2010 diretto da John Wells. Il film narra le vicende di una serie di top manager che perdono il loro posto di lavoro in un grande azienda. Uno dei protagonisti della storia è Bobby Walker, che ha una bella famiglia, una bella casa, una bella moglie con un figlio e una Porsche in garage.

Bobby da un giorno all’altro si ritrova senza lavoro perché la sua azienda, la GTX, ha deciso di chiudere alcune sue attività e come conseguenza tanti dipendenti sono licenziati. Bobby non sa minimamente come reagire alla cosa e cerca in un primo momento di trovare un nuovo lavoro e poi va a lavorare come carpentiere con il cognato. Bobby e la sua famiglia sono costretti anche a vendere la casa e la Porsche e ad andare a vivere dai suoi genitori.

Phil Woodward e Gene McClary seguono lo stesso destino di Bobby Walker: i tre erano tre “pezzi grossi” di quello che una volta era un cantiere navale, diventato, con gli anni, una grossa compagnia finanziaria alla quale la produzione interessa meno di un tempo e alla quale interessa, invece, assicurare utili sempre più elevati agli azionisti. Walker, abituato a 120.000 dollari l’anno, non riesce a capacitarsi di dover cambiare radicalmente tenore di vita, anche perché i colloqui di lavoro sono praticamente inutili. Phil Woodward ha 60 anni e la sua età spiega la sua situazione in modo eloquente. Gene McClary farà la fine degli altri nonostante sia amico del capo.

Il film parla della crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti nel passato recente e che si è estesa poi a tutto il mondo, crisi che viene vissuta in modo tragico da chi si riteneva “intoccabile”. Il film racconta la discesa verso il basso di vari personaggi, “discesa” dal punto di vista sia economico che psicologico, che porta i vari personaggi a riconsiderare la loro vita, i propri valori, le proprie convinzioni etc.

Quest’opera cinematografica fa riflettere a fondo sul mondo di oggi, un mondo globalizzato e neoliberista dove sembrano in atto vere e proprie guerre economiche, che come ogni guerra generano tante vittime. Un mondo, una società, dove tutti sono parti del sistema sostituibili ad ogni momento, dove tutti sono sfruttati e poi messi da parte come oggetti, una società dove l’uomo è merce e come tale é trattato, con tutte le dovute implicazioni etiche e morali.

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