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The Cell e l’immersione nella follia

The Cell è un film del 2000 di Tarsem Singh. Nel film viene mostrata una tecnica fantascientifica grazie alla quale si può entrare nella mente di un paziente che ha problemi psicologici. Catherine è un assistente sociale e da tempo lavora con Edward, un bambino in coma.

In seguito vediamo Carl Stargher, una persona affetta da una rara forma dischizofrenia, il quale è davanti ad una cella a tenuta stagna nella quale c’è una donna morta annegata. Infatti, a Carl piace uccidere le sue vittime facendole annegare. Inoltre, Carl, poco dopo, si masturba davanti alla vittima ormai morta. Tutto ciò rende conto della follia degenere di Carl, il quale, non molto tempo dopo, viene arrestato dalla polizia per aver rapito un’altra donna, ossia Julia Hickson. Per la polizia lavora l’agente Peter Novak.

Julia è nella stessa cella dove era la vittima precedente e la cella si sta riempendo d’acqua gradualmente mentre la ragazza cerca di uscire da questa situazione oltremodo assurda. Carl viene portato nel centro dove lavora Catherine e la donna si mette in contatto con la sua mente. La mente di Carl viene rappresentata come un luogo assurdo e onirico dove molte donne sono torturatecome bambole sodomizzate. Di questo luogo folle e insensato Carl è il re incontrastato e spaventa a morte Catherine la quale è costretta a disconnettersi dal macchinario che rende possibile il viaggio nella mente altrui.

La donna tenta un’altra volta di entrare nella mente di Carl e il secondo “viaggio” risulta ancora più assurdo e folle. Catherine scopre che Carl ha due personalità: c’è il “Carl bambino”, innocente e fragile e il “Carl adulto”, tiranno malvagio e dominatore incontrastato di un mondo frutto di un delirio di onnipotenza. In seguito, Catherine resta prigioniera della mente di Carl e diventa la “regina” di un mondo folle e surreale allo stesso tempo.

In aiuto di Catherine arriva Novak, il quale viene collegato anche lui al macchinario fantascientifico. Novak riesce prima nell’intento di liberare Catherine e poi riesce a scoprire il marchio di produzione dei macchinari usati da Carl per la preparazione dei cadaveri delle proprie vittime, cadaveri preparati per riti atti a soddisfare la sua sessualità malata.

Carl viene scollegato e aiuta la polizia a trovare il luogo dove è tenuta prigioniera Julia. Quest’ultima viene salvata da Novak il quale rompe il vetro molto resistente della cella a tenuta stagna con una sbarra di metallo alquanto spessa. Catherine, intanto, collega la mente di Carl alla sua mente e questa volta è lei a prevalere su Carl. Quest’ultimo però muore con grande delusione di Catherine.

La mente di Carl, assoluta protagonista di questo film, è un mondo in cui perdersi e annegare come nella cella a tenuta stagna suddetta. È un mondo di perversione, un mondo dove regna la depravazione più malata. Un mondo che è la metafora di un delirio di onnipotenza scellerato e abnorme, delirio di onnipotenza che conduce ad azioni inconsulte e dissennate.

La mente di Carl è figlia della sua schizofrenia come anche dei suoi traumi infantili. La malattia mentale di Carl è stata oltremodo indotta anche dal rapporto conflittuale di Carl con suo padre, un rapporto dove regna violenza e sopraffazione ai danni del piccolo Carl ingenuo ed indifeso.

Le due personalità di Carl rappresentano la luce e le tenebre che ci sono in ognuno di noi, luce e tenebre che rappresentano a loro volta la razionalità e l’irrazionalità. Catherine, una volta diventata “regina” nella mente di Carl, è una sovrana lussuriosa e sensuale, una sovrana peccaminosa e dedita al vizio: questa Catherine, sovrana malvagia, rappresenta la parte tenebrosa della Catherine assistente sociale, la quale è rappresentata come una madonna nella mente di Catherine, mente nella quale quest’ultima riesce a sconfiggere il “Carl mostruoso”.

 
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