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Testamento biologico: legge approvata alla Camera con larga maggioranza

La buona novella laica di aprile è l’approvazione da parte della Camera, a larga maggioranza, della proposta di legge sul testamento biologico. I voti a favore sono arrivati da Pd, M5S, Mdp, mentre Forza Italia e Alternativa Popolare si sono opposti.

 Il testo dovrà avere quindi l’approvazione definitiva del Senato. Nella formulazione passata alla Camera viene riconosciuto al paziente il diritto di rifiutare le terapie, comprese alimentazione e idratazione, manifestando opportunamente il consenso informato.

Il medico dal canto suo viene esonerato da qualsiasi responsabilità derivante dalla scelta del paziente di sospendere le terapie, ma gli viene consentita quella che potrebbe apparire una forma di obiezione di coscienza, che rischia di limitare il diritto dei pazienti (il medico continuerà a prestare cure finché non arriva un collega a sostituirlo). La norma deve essere applicata anche dagli ospedali privati cattolici convenzionati con il sistema sanitario nazionale, che non potranno chiedere quindi l’esonero: il tentativo clericale di formalizzare l’obiezione di struttura è stato respinto con voto segreto. Viene inoltre assicurata la terapia del dolore, compresa la sedazione profonda, come il diritto di rifiutare l’accanimento terapeutico. La discussione ha dovuto superare centinaia di emendamenti clericali volti a snaturare il testo, presentati da diversi deputati spesso in senso ostruzionistico per rallentare i lavori, circostanza ammessa persino da una imbarazzata Paola Binetti (Udc). Mentre si sono visti altri casi di malati terminali che hanno reso pubblico il suicidio assistito in Svizzera, ultimo quello di Davide Trentini, dopo quello di Dj Fabo.

Un altro fronte importante per l’affermazione della laicità in Italia è quello della tutela delle persone omosessuali, che si consolida con le iniziative anti-omofobia e il riconoscimento dei diritti delle famiglie gay. Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato una legge contro l’omofobia, nonostante le proteste dei clericali, che avevano fatto saltare un voto precedente manifestando rumorosamente in aula e abbandonandola per far mancare il numero legale. L’emendamento presentato dal consigliere Andrea Smacchi (Pd), che avrebbe concesso una forma di esenzione a enti religiosi e organizzazioni, non è stato inserito nella legge regionale. Intanto il consigliere della Regione Campania Carmine De Pascale (Lista De Luca) ha depositato una proposta di legge regionale per combattere le discriminazioni omofobiche: un testo ritenuto all’avanguardia dalle realtà lgbt e che contrasta iniziative in senso contrario, caldeggiate dalle formazioni più integraliste.

Si susseguono anche le sentenze a favore delle coppie omosessuali e soprattutto per il riconoscimento dei diritti dei loro figli. La Corte d’appello di Milano ha confermato l’adozione reciproca delle figlie di 2 donne, che hanno una relazione stabile da tempo e hanno formalizzato il loro legame tramite unione civile. Così le 2 bambine saranno figlie di entrambe le madri. Il tribunale di Lecco ha poi autorizzato l’assunzione del doppio cognome per la figlia di due donne sposate in Portogallo. In questo caso il comune di Lecco si era opposto alla registrazione anagrafica e la coppia aveva fatto ricorso, infine vincendolo.

La tutela del diritto delle donne di scegliere se proseguire o meno una gravidanza viene fortemente ostacolato dalla diffusione endemica dell’obiezione di coscienza. Ma alcune regioni stanno studiando soluzioni che consentano di uscire dall’impasse. La Regione Lazio ha annunciato la distribuzione della pillola abortiva RU486 anche nei consultori, senza obbligo di ospedalizzare le donne che ne fanno richiesta. La decisione, che permette di avere un accesso migliore all’interruzione volontaria di gravidanza nei consultori, ha scatenato l’ira del Vicariato di Roma. Intanto anche un presidio Asl della Toscana fornirà la RU486 in ambultatorio, senza degenza in ospedale.

Dal canto suo il consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione presentata da Sì – Toscana a Sinistra per chiedere alla giunta di organizzare concorsi pubblici aperti a medici disposti ad effettuare interruzioni di gravidanza, nelle zone dove l’incidenza degli obiettori è alta. Già la Regione Lazio aveva autorizzato il concorso per 2 posti di medico prochoice al San Camillo-Forlanini di Roma, destando l’ira dei clericali.

Con la diffusione dell’allarmismo nei confronti dei vaccini – se non di vere e proprie bufale – sta calando pericolosamente la percentuale di persone vaccinate anche in Italia, fenomeno sul quale la comunità scientifica mette in guardia. A livello locale alcune amministrazioni, per tutelare la salute pubblica e in particolare quella dei bambini, hanno richiesto il vaccino per accedere all’asilo, scontrandosi però con l’opposizione di alcuni genitori. Una importante sentenza in questo senso arriva dal Consiglio di Stato, che ha dichiarato legittimo l’obbligo di vaccinazione disposto dall’amministrazione di Trieste al fine di consentire ai bambini da 0 a 6 anni l’accesso ad asili nido, scuole materne e altri servizi educativi del Comune. Mentre l’Ordine dei medici di Treviso ha radiato il dottor Roberto Gava, noto per le prese di posizione contrarie ai vaccini

Il parroco di Sant’Erasmo, in quel di Venezia, ha affisso un avviso in cui annunciava la sospensione della messa “per mancanza di fedeli”, dicendosi disponibile su richiesta. Questo caso è un piccolo esempio della secolarizzazione che, seppur lentamente, inizia ad affermarsi anche in Italia, nonostante la visibilità mediatica e le simpatie che attira papa Bergoglio. Tra gli indicatori del fenomeno, l’Istat evidenzia il calo sensibile di frequentazione delle funzioni religiose (chi va a messa una volta a settimana passa dal 33,4% del 2006 al 29% attuale). L’annuncio della parrocchia di Sant’Erasmo è la punta dell’iceberg di una situazione che coinvolge tutta la diocesi di Venezia. Lo stesso patriarcato ha fatto sapere che molte chiese sono a rischio chiusura per il calo demografico e che è in vista una razionalizzazione per il riutilizzo di molte strutture per finalità culturali, in modo che siano “convertite” in biblioteche, laboratori, teatri, sale da esposizione e da concerto, spazi polivalenti.

Uno dei costi della Chiesa più gravosi è il mancato versamento delle imposte sugli immobili da parte di strutture appartenenti a congregazioni religiose che svolgono attività commerciale. Alcune amministrazioni, dopo le sentenze della Cassazione del 2015, stanno chiedendo gli arretrati alle strutture religiose che godevano del privilegio. Il Comune di Cagliari ad esempio ha quantificato ai salesiani l’entità dell’Ici relativa agli anni dal 1999 al 2010 e non pagata per un totale di 800 mila euro di arretrati. L’ordine religioso infatti non ha versato l’imposta per lo storico complesso di viale Sant’Ignazio – che comprende scuole di vario ordine e grado, impianti sportivi, teatro – e per la scuola primaria privata “Infanzia Lieta” di via Lay, sebbene si faccia pagare laute rette. Esentati parrocchia e oratorio di San Paolo, dato che sono luoghi di culto e sede di attività non commerciali. I salesiani lamentano che il Comune non abbia “interpretato la norma in senso estensivo”, come hanno fatto altri, riconoscendo alle attività non strettamente pastorali dell’ordine tale esenzione. L’amministrazione punta comunque a una conciliazione, vista l’enormità della cifra non pagata.

Un piccolo ma promettente segnale dalla comunità islamica arriva con la nascita dell’Associazione musulmani Laici per la libertà religiosa, presentata presso la sala stampa della Camera su iniziativa dei radicali e l’associazione La Marianna.

La redazione

(Foto: Maurizio Lupi/Flickr)

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