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Terzo blogger ateo ucciso a colpi di machete in Bangladesh

(Foto: Ananta Bijoy Das (sinistra) e Avijit Roy (destra) – entrambi assassinati quest’anno con attacchi a colpi di machete)

Il 12 maggio è stato assassinato Ananta Bijoy Das, aggredito a colpi di machete da quattro assalitori in strada, vicino casa sua.

Ananta era sulla lista di blogger atei compilata dai partiti politici islamisti nel 2013. Questi chiedevano per i nominati la pena di morte per “blasfemia”: da quel momento diversi scrittori sulla lista sono stati uccisi, sempre a colpi di machete. Ananta era anche comparso tra i nomi di una nuova lista di obiettivi a marzo, riconducibile a un gruppo chiamato Ansarullah Bangla Team.

Ananta in quel periodo aveva scritto all’IHEU:

Sembra che io sia uno degli obiettivi. Non so per quanto potrò nascondermi. Ma sono sicuro che se mi trovano mi faranno quello che hanno fatto ad Avijit Roy. La mia vita è seriamente a rischio. Non so come potrò proteggere me stesso e la mia famiglia.

Comunicato della International Humanist and Ethical Union (IHEU) del 12 maggio 2015:

Ognuno di questi omicidi è una perdita tremenda per le comunità umaniste e laiche dell’Asia del Sud e del mondo. L’Iheu condanna questo omicidio nella maniera più forte possibile, come condanna il fatto che le autorità del Bangladesh non siano riuscite ad assicurare alla giustizia i colpevoli e a colpire le organizzazioni dietro questa serie di omicidi mirati. Che sia per apatia, incompetenza o dell’intimidazione, la polizia e il governo stanno facendo gravissimi errori nei confronti degli umanisti, gli atei e i laici del Bangladesh. Ananta Bijoy Das si era messo in contatto con noi dell’IHEU dopo gli omicidi di Avijit Roy e Washiqur. Consapevoli della grave minaccia alla sua vita, avevamo consigliato Ananta di provare ad allontanarsi dal pericolo, anche se ciò era difficile. Comunque, eravamo stati informati che la sua richiesta del visto per recarsi in Svezia, poiché invitato dal PEN svedese, era stata respinta la scorsa settimana dall’ambasciata svedese a Dhaka, con la motivazione che avrebbe potuto provare a rimanere in Svezia.

Facciamo un appello a tutti Paesi affinché riconoscano la legittimità e talvolta l’urgenza e la necessità morale delle richieste di asilo da parte di umanisti, atei e laici che vengono perseguitati per aver osato esprimere le loro idee.

Siamo in contatto con diversi umanisti del Bangladesh, soprattutto dopo l’uccisione di Avijit Roy a febbraio. Questi scrittori non fanno propaganda di odio e non sono intolleranti; scrivono di scienza e politica, promuovono la laicità, danno voce a tesi scettiche e razionaliste, invocano giustizia e umanesimo. Sono sempre più disperatamente preoccupati che anche loro possano essere nominati nelle liste di morte degli islamisti.

I loro assassini stanno uccidendo gli scrittori per tentare di terrorizzare una nazione, contro l’espressione di idee e valori laici e umanisti, e per scoraggiare qualsiasi critica verso credenze o autorità religiose. Alla loro vile campagna di intimidazione e terrore si deve rispondere non con parole vuote e accondiscendenza ma con una giustizia rigorosa ed energica.

Il PEN svedese ha confermato in un comunicato di aver invitato Ananta in Svezia per parlare delle minacce agli atei in Bangladesh, ma che la richiesta per il visto è stata respinta, nonostante le minacce di morte chiare e circostanziate agli scrittori atei in Bangladesh e nonostante il sostegno di PEN alla sua visita. Il PEN svedese richiede:

una dettagliata e credibile spiegazione del perché l’ambasciata svedese a Dhaka abbia scelto di non garantire ad Ananta Bioy Dash il visto necessario per rispondere all’invito da parte del PEN svedese per venire a parlare a Stoccolma.

Nella lettera di rifiuto che ha visionato l’IHEU (inviata dall’ambasciata di Svezia a Dhaka ad Ananta Bijoy Das il 22 aprile 2015), l’ambasciata fa notare tra le altre considerazioni che “lei non è sposato e non ha figli”, quale motivo per considerare il richiedente non “radicato in Bangladesh”, quindi:

[...] non rende probabile che il proposito del suo viaggio sia solo una breve visita per un incontro e non un suo trasferimento lì. Appartiene a una categoria di richiedenti tra i quali c’è sempre il rischio che non lascino l’area Schengen dopo la visita, una volta che gli viene garantito il visto. Oltretutto, la proposta del suo viaggio non è così urgente da garantirle un visto. Considerato ciò, diverse circostanze del suo caso come le differenti regolamentazioni per i visti, lei non soddisfa i requisiti per un visto. La sua richiesta viene quindi respinta.

Prima dell’assassinio di Ananta questa mattina, il blogger Md Washiqur (o Oyasiqur) Rahman Babu è stato ucciso a colpi di machete il 30 marzo di quest’anno nel quartiere di Tejgaon a Dhaka e i suoi assalitori hanno sostenuto di aver ricevuto istruzione di ucciderlo quale loro “dovere islamico”. Avijit Roy è stato ucciso il 27 febbraio 2015, fuori dalla fiera del libro di Dhaka, in un attacco che ha gravemente ferito anche sua moglie Bonya Ahmed. Il 15 novembre 2014 il professor Shafiul Islam venne ucciso allo stesso modo, in pieno giorno, nei dintorni della sua residenza di Choddopai vicino al campus della Rajshahi University. Ahmed Rajeeb Haider, un blogger, architetto e attivista del movimento Shahbagh, è stato ucciso a colpi di machete nel quartiere di Pallabi, nella capitale, il 15 febbraio 2013. Tutti sono stati accusati di “offendere l’islam”, in un modo o nell’altro.

Articolo dell’IHEU

Traduzione di Valentino Salvatore

Questo articolo è stato pubblicato qui

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