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Terrorismo e videogiochi: nuove frontiere dell’estremismo islamico

Il fondamentalismo islamico ed i videogiochi: una coppia davvero strana cui difficilmente capita di pensare. Eppure una sorta di intrattenimento multimediale del tutto particolare è arrivato anche nello stato medio-orientale dell'Iraq. Il MEMRI, istituto di ricerca specializzato sul medio oriente con base a Washinghton, ha reso disponibili nel suo sito alcuni contenuti pubblicati lo scorso novembre nell'Ansar Al-Mujahideen Arabic Forum (AMAF). Tra questi è particolarmente curiosa la presenza di alcuni minigiochi prodotti dalla società "Ta'ir Al-Nawras 07" che permettono di comprendere in modo semplice e immediato una posizione ideologica presente nell'area.

Se state leggendo questo articolo solo in quanto appassionati di videogiochi potete smettere: in realtà i minigames di cui si parla, tranquillamente giocabili dal proprio browser, sono tanto poveri dal punto di vista informatico quanto ricchi da quello ideologico. Se vi va di piazzare bombe ad orologeria in autostrada potete giocare a Sayyad Al-Kashilat: gli ordigni che farete esplodere servono a respingere l'invasione del nemico iraniano, quindi calcolando i tempi di esplosione dovrete cercare di far saltare in area i carri armati persiani e di Hezbollah risparmiando i civili (ad esempio gli scuolabus). Vale la pena di sottolineare che l'interruttore nero che aziona la carica è una bandiera che inneggia alla Jihad. In base al risultato ottenuto il responso potrà essere "Fratello Mujahid, hai ucciso per errore degli innocenti" oppure "Congratulazioni da parte dello stato islamico dell'Iraq per aver applicato la Sharia (la legge coranica)".

Di impronta più platform è invece Lu'bat Fajr Al-Huriyya Lil-'Asira Al-Saudiyya, ossia L'alba della libertà per le donne prigioniere dell'Arabia Saudita. Qui si impersona un guerrigliero islamico, con un aspetto vagamente simile a quello di un ninja, che deve superare una serie di ostacoli per raggiungere e salvare due donne finite in balia del regime saudita. Se la missione riesce si riscattano le poverette e si ricevono complimenti, ma se sfortunatamente cadete nel baratro non vi preoccupate: un messaggio dice trionfale "Congratulazioni! Sei morto martire!".

Ciò che colpisce di queste fonti, oltre all'effetto straniante di vedere un videogioco che realizza atti di guerra islamica, è il fatto molto interessante che il nemico non sia più tanto l'America e l'occidente, ma le altre realtà islamiche del Medio Oriente: insomma ora la priorità degli estremisti sunniti sembra essere quella di opporsi alla coppia Iran-Hezbollah ed alla monarchia saudita. Questo perlomeno si cerca di far credere alla popolazione, anche attraverso mezzi del genere. 

Che tra Baghdad e Ryad ci fosse tensione, anche a livello diplomatico, lo si era capito anche ad inizio marzo quando il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki aveva accusato la monarchia saudita di finanziare ed armare gruppi terroristici antigovernativi che avrebbero causato oltre 1800 vittime nell'ultimo anno. Per quanto riguarda i rapporti con Teheran e la fantomatica invasione paventata nel primo gioco in realtà c'è anche qualche fondamento strorico. Nel 2009 alcuni soldati iraniani erano effettivamente entrati nello stato confinante ed avevano preso il controllo di un pozzo petrolifero. La situazione critica era stata risolta quando a sua volta l'Iraq aveva schierato le sue forze militari alla frontiera.

In ogni caso non è la prima volta che "Ta'ir Al-Nawras 07" fa operazioni del genere. Il capostipite di questa serie di giochi è una specie di Space Invaders creato in occasione dei bombardamenti francesi in Mali, stato centroafricano in cui la presenza di Al Qaeda è molto forte. I nemici, ovviamente, sono i caccia transalpini che bisogna coraggiosamente abbattere. Anche in questo caso si vince sempre: anche nel caso in cui il combattimento aereo vada male ci si può consolare in quanto si è guadagnata la palma del martirio.

 

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