Tasse troppo alte: l’Università paga

Tasse universitarie eccessivamente alte e l’ateneo deve restituire il “maltolto” agli studenti: parte da Pavia la battaglia legale tra studenti e atenei sul costo degli studi accademici.
La sentenza definitiva del Tar su ricorso presentato dall’Unione degli universitari (Udu) condanna l’Università degli studi di Pavia al risarcimento di 1,7 milioni di euro ai suoi 22 mila iscritti all’anno accademico 2009-2010, ovvero un rimborso di circa 77 euro a persona. Per gli studenti si tratta di una “storica vittoria contro l’innalzamento spregiudicato delle tasse universitarie che apre la concreta possibilità di ricorsi a catena in ogni università italiana”.
Infatti in almeno una ventina di atenei italiani le tasse sforano il tetto imposto dalla legge attuale. Ma perché tutte queste eccedenze? La risposta si ricollega ad una legge del 1997 che stabilisce che il contributo posto carico degli studenti (le cosiddette tasse universitarie) non possono superare la soglia del 20 per cento del finanziamento pubblico ricevuto dallo Stato, cioè il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei (Ffo).
E siccome dal 2008 a oggi il fondo è stato progressivamente assottigliato per far fronte ai colpi della crisi economica e per fare quadrare i conti pubblici (i tagli targati Gelmini-Tremonti), tutti si aspettavano un calo anche delle tasse universitarie. Cosa che invece non è accaduta. La scelta dell’università pavese di appellarsi in secondo grado al Consiglio di Stato non ha tuttavia impedito l’ondata di ricorsi degli studenti che a breve si abbatteranno in molti atenei italiani, da nord a sud.
Per l’Udu, infatti, due atenei su tre superano il limite di tassazione previsto. E intanto già si chiede al neoeletto Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, di “proporre interventi correttivi alla legge 240 del 2010 sulla riforma universitaria. Altro lavoro da fare per il nuovo governo Monti.
Paolo Dringoli
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox