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Il punto a metà Giro: tanto Ulissi ed il colombiano che non ti aspetti

Siamo al Giro di boa: o meglio la metà delle 21 tappe è passata da qualche giorno ma da domani di inizia a fare veramente sul serio. La corsa rosa entra nel vivo e questo è il momento migliore per fare il conto dei presenti, di chi ha vinto e già fuori dai giochi. Ieri la crono dei vini, la Barbaresco-Barolo, ha dato un ulteriore scossone alla classifica generale ed alle ambizioni dei favoriti. Mai come in questa edizione, trovandoci alla vigilia di cinque tapponi alpini, le indicazioni che ci hanno dato queste due settimane appena passate non ci possono dire chi alzerà il trofeo senza fine a Trieste, ma ci hanno già detto chi di certo non lo farà.

Purito Rodriguez e Michele Scarponi: loro le due più illustri vittime che la sfortuna ha tirato prematuramente fuori dai giochi. Lo spagnolo, attesissimo ed amatissimo dal pubblico italiano, era arrivato a Belfast già con due costole rotte, scomodo lascito della sfortunata campagna nelle classiche del nord. Joaquin Rodriguez non stava affatto bene: a lui va imputata la deludente prova della Katusha nella cronosquadre d'apertura. La speranza di recuperare salute e forma è caduta insieme a metà del gruppo alle pendici di Montecassino. Una terza costola fratturata ed escoriazioni in tutto il corpo hanno costretto Purito al ritiro, comunicato nonostante tutto (a dimostrare l'attaccamento del corridore al Giro) appena dopo esser passato sotto lo striscione di arrivo della tappa.

Michele Scarponi: sembrava difficile che il filottranese partisse oggi da Fossano invece si è presentato regolarmente al foglio firma. Anche lui è una delle vittime illustri di Montecassino i cui postumi ne hanno pregiudicato il Giro. Il marchigiano è uscito di classifica nella tappa casalinga di Carpegna (con arrivo a Montecopiolo). Le sue condizioni sono precarie: la voglia di rimanere in corsa è tanta, anche solo per aiutare in classifica il giovane compagno Fabio Aru, ma sono tanti i dolori fisici e soprattutto la priorità è star bene per il Tour dove l'Aquila sarà il più fido scudiero di Vincenzo Nibali alla caccia della maglia gialla. La scelta di continuare potrebbe essere magari per la speranza di vittoria di una delle frazioni prestigiose in arrivo.

Montecassino appunto: per chi se la fosse persa la sesta tappa, quella di giovedì scorso, ha lasciato ferite e strascichi importanti. Non decisiva nei distacchi ma lo sarà per le condizioni fisiche dei corridori. È il primo arrivo vero in salita e tutte le squadre dei big tirano per portare i capitani a prendere la salita nelle prime posizioni di un gruppo numeroso e compatto. Nell'arco di duecento metri due cadute causate dall'asfalto reso viscido da una leggera pioggerellina: nella prima fa paura a tutti Caruso, che se ne andrà in ambulanza (fortunatamente niente di grave), Nella seconda, avvenuta all'imbocco di una rotonda quasi tutti gli altri: dei big si salva solo la maglia rosa Mattews, che vincerà la tappa, e Cadel Evans che, tirato da un fantastico Morabito, va a guadagnare su tutti gli altri uomini di classifica impegnati a rialzarsi da terra.

Prima solo tanta acqua per i ciclisti: pioggia incessante tanto in Irlanda quanto in sud Italia. Un prologo tutto sommato ben riuscito quello nella terra dei folletti, con tanta gente sulle strade, bei paesaggi e due incredibili volate di Marcel Kittel, purtroppo ritiratosi al ritorno in Italia per febbre. A Bari è andata in scena una tappa assolutamente da dimenticare per le troppe discussioni e stop-and-go del gruppo, ma che verrà ricordata come la prima della tre tappe, fin'ora, vinte dal francese Bouhanni.

Poi la crono di ieri che tutti alla vigilia già battezzavano alla stregua di un lauto banchetto in cui la già maglia rosa Evans avrebbe accumulato minuti di vantaggio preziosi in vista dei grandi monti alle porte. Ed in effetti ieri l'australiano non è che sia andato malissimo: ha guadagnato un minuto e 7'' sul punto di riferimento Quintana, qualcosa in più su Aru, qualcosa in meno su Pozzovivo. Nulla da dire se non che l'altro colombiano, quello che non ti aspetti, nell'inverno ha lavorato parecchio nelle corse contro il tempo e le ha suonate sonoramente a tutti. Tra la sorpresa di tutti ecco quindi che ieri tappa e maglia rosa finiscono nelle mani di Rigoberto Uran Uran, che tutto sorridente dall'alto del podio guarda gli altri che si chiedono ancora cosa sia successo.

Questa quindi la classifica: dietro al biondo della Omega Pharma Quickstep c'è, al terzo posto, l'ex rosa Cadel Evans a 1'34; poi la sorprendente maglia bianca Majka; Pozzovivo 9° a 2'09; Quintana 13° a 2'41; Aru a 2'55; Basso, malino ieri a crono, scivolato a 4'05.

Ancora ai piani alti della classifica troviamo un ottimo Gianluca Brambilla che si sta mettendo in mostra (ha sfiorato la vittoria a Viaggiano con una spettacolare azione in discesa) e soprattutto un Diego Ulissi che ha dato un senso al Giro della Lampre. Una forma straordinaria gli ha permesso di alzare le braccia al cielo già due volte, di rischiare il tris ieri e di essere secondo nella generale a 1'17. C'è chi inizia a pensare un futuro da corsa a tappe per questo giovane di grandi prospettive; vedremo come andranno i prossimi giorni, quando al bancone dei ciclisti si presenteranno clienti scomodi come lo Stelvio o lo Zoncolan, ma mi sento di condividere il pensiero del CT Davide Cassani (quanto manca la sua presenza in cabina di commento!) nel vederlo meglio come uomo da corse di un giorno. Tutto ci si augura tranne che il toscano faccia la fine del suo compagno Cunego, da 10 anni come l'asino di Buridano affamato ed indeciso se puntare sui grandi giri o sulle classiche. 

Quindi chi è il favorito quando le Alpi sono ormai alle porte (domani l'arrivo ad Oropa promette spettacolo)? Dopo l'exploit di ieri i bookmakers non hanno dubbi e puntano su Ciccio (come abbiamo appreso da siparietto del Processo alla tappa di ieri) Uran Uran. Sempre ben piazzato Quintana che però non è sembrato molto in palla: ha dichiarato apertamente di aver problemi di mal di gola e di respirazione difficoltosa. L'imperscrutabile capitano della Movistar non sembra il bulldozer che ci si aspettava. Evans ieri ha deluso e tra i tre sembra quello che più facilmente potrebbe saltare in una delle cinque tappone in programma. Lo diciamo da giorni: ok l'esperienza ma l'età si fa sentire; poi nella crono di ieri, sul suo terreno più congeniale, non è stato affatto superlativo. Stessa quota dell'australiano per il rampante lucano Pozzovivo che in effetti arriva piazzato benissimo. A Montecopiolo è arrivato con i migliori ed a Sestola ha dimostrato di essere in gran forma staccando tutti. La buona crono di ieri lascia ben sperare anche per il monte Grappa. Visti i giochi ora un podio per il capitano della AG2R sembra l'obiettivo minimo. Questi i pretendenti più attesi: possibili sorprese possono venire dai già citati giovani Aru e Majka

Aggiungere un nome a questi quattro (più due) mi sembra difficile, ma metterli in ordine lo è ancor di più. Se avessi due euro da scommettere io mi butterei su un corridore biondo che venga dal Sud (America o Italia). Lunedì sicuramente, dopo i quattro GPM di sabato (due di prima categoria) ad Oropa e la salita a Montecampione di domenica, ne sapremo di più.

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