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Taglio all’italiana in salsa pubblica

Ogni giorno siamo invasi da parole ormai diventate di uso comune, spread, spending review, liberalizzazioni, btp/bund, BCE, troika, contagio finanziario e tante altre profuse in grande quantità da stampa e televisione che sottolineano come l'Italia stia vivendo un periodo fortemente problematico per la sua tenuta finanziaria, quale soluzione è possibile?

Ad oggi nonostante un governo tecnico creato ad hoc per risolvere detti problemi e super consulenti pagati cifre impressionanti per individuare soluzioni, le cose vanno peggio di prima, sono stati trasformati in legge decreti con nomi beneauguranti, ma all'atto pratico, vuoti di quei contenuti necessari a dare una risposta nei fatti alle problematiche.

Salva Italia, Cresci Italia dovevano risolvere tutti i problemi, ma hanno finito per gravare sulla popolazione, inutilmente visto che, il debito pubblico è continuato a salire raggiungendo il tetto storico di 1996 miliardi di euro, nonostante l'inasprimento della spesa pubblica con l'aumento di accise, aliquote e il ripristino della vecchia ICI nominata IMU per l'occorrenza. La crescita del paese, non solo non c'è stata, nonostante le promesse decantate al momento della presentazione del decreto Cresci Italia, che a detta di Monti doveva far crescere il PIL di circa il 10%. Il PIL non è cresciuto affatto anzi l'Italia è in recessione con il PIL a -2,5%.

Dopo aver fallito con i decreti suddetti, il governo ci riprova con un altro decreto, stavolta nominato in inglese, dal titolo Spending Review ovvero la revisione della spesa (pubblica).

Alla fine parafrasando un'opera di Shakespeare, il governo ha prodotto tanto rumore per nulla, di tagli significativi nemmeno l'ombra, quei pochi contenuti nel decreto sono stati spazzati via dalle commissioni sotto forma di emendamenti. Un occasione persa per fare l'unica cosa che davvero potrebbe cambiare le sorti di questo paese ovvero riformulare la spesa pubblica.

Se una famiglia non arriva a fine mese, si mette intorno ad un tavolo e cerca di capire dove spendere meno, cercando di tagliare il superfluo oppure il meno indispensabile. Questo governo, con la complicità di Alfano, Bersani e Casini, invece ha scelto la via del "borseggio", inasprendo la pressione fiscale al massimo storico, deprimendo l'economia, senza ottenere nessun beneficio, visto che come abbiamo detto il debito pubblico è salito al suo massimo storico.

Critiche all'operato del governo sono state fatte in tutte le salse ma quello che voglio proporre all'attenzione dei lettori e dibattere pubblicamente è una "ricetta" di taglio che vuole produrre qualcosa da fare invece di limitarsi a critiche e lamentele.

Ed ecco allora una ricetta che chiamero' taglio all'italiana in salsa pubblica.

1. Riorganizzazione degli uffici pubblici con accorpamento di enti compatibili, assorbimento del personale in esubero da parte della PA con tetto definito di personale e blocco delle assunzioni per quell'ente fino al deflusso naturale del personale, di modo da avere una riduzione del personale non tramite esubero, ma tramite deflusso e blocco delle assunzioni.

2. Istituzione (gia prevista nel decreto Monti) delle Città Metropolitane e soppressione definitiva di tutte le provincie, distribuendo le competenze delle stesse ai comuni (scuola e viabilità) ed alle regioni (ambiente e lavoro).

3. Eliminazione degli Enti Strumentali, una miriade fra consorzi, enti, società partecipate, agenzie, spa che gravano sui conti dello stato per circa 1,5 miliardi di euro/anno.

4. Riorganizzazione dei Corpi di Polizia in un unico Corpo diviso in Dipartimenti. Ad oggi in Italia abbiamo Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo di Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, questi i Corpi statali, con competenze che spesso si sovrappongono, a cui si aggiunge il Corpo delle Capitanerie di Porto che, comunque si affianca ad analoghe specialità e specializzazioni degli altri Corpi statali, e delle stesse Polizie Locali (municipali e provinciali), che in alcune realtà non mancano di essere presenti. A ciò, debbono aggiungersi altri Corpi di Polizia costituti dalle Regioni e dalle Provincie a statuto speciale (vedi Sicilia e Sardegna), nonché altri Servizi di Polizia comunque svolti da Enti Pubblici (Guardiacaccia, Polizia Ittico-Venatoria, Guardie Ecologiche, Polizia Idraulica, Polizia Sanitaria…). Se si tiene conto di quanto possono costare le strutture logistiche ed amministrative, i vertici e comandanti di ogni singolo Corpo è facile capire come accorpando il tutto in una struttura piu grande divisa in dipartimenti dia un risparmio non indifferente.

5. Eliminazione delle Regioni a Statuto Speciale. Al giorno nostro sono immotivate sia dal punto di vista etico che da quello economico. Sul piano etico non è accettabile che in un momento di sacrifici pesanti una parte della popolazione ne sia parzialmente, ma in modo consistente, esentata. Sul piano economico appare evidente come i benefici immotivati nei confronti delle Regioni a Statuto speciale vengono sottratti ad un raffreddamento della tassazione. Oltretutto assistiamo anche ad una gestione di questi vantaggi assolutamente inaccettabile, laddove vengono destinati ad assistenzialismo generalizzato e a rigonfiamenti inaccettabili del personale della pubblica amministrazione.

6. Ridimensionamento delle deroghe fiscali per case del popolo, circoli MCL, ARCI, circoli culturali, cooperative ed ogni altra società o ente che benefici di questo regime fiscale, laico o religioso, eccezion fatta per strutture di assistenza (ambulanze, anziani, soccorso ecc.). Non si capisce perché certe strutture che altro non sono che imprese commerciali debbono avere un privilegio fiscale notevole come quello attuale.

7. Eliminazione del finanziamento all'editoria che costa circa 210 milioni di euro/anno ed appiattiscono l'informazione. Senza finanziamento, solo la testata che vende sopravvive come è giusto che sia ed i giornalisti potranno finalmente esercitare azioni di inchiesta incisive che daranno molta più libertà di stampa di adesso, dove le notizie invece che cercate sono prese e ricondite dalle agenzie di stampa.

8. Instaurazione di un tetto inderogabile agli stipendi dei manager pubblici, portandolo ad un massimo di 200mila euro/anno contro i 650mila di adesso, instaurazione di un tetto all'ammontare dell'assegno pensionistico portandolo a circa 10mila euro/mese.

9. Eliminazione dei cosiddetti enti inutili già individuati per legge ma ad oggi ancora attivi. Sono circa 107 e costano allo stato milioni di euro al mese.

10. Eliminazione in tutta la P.A. delle consulenze esterne. Ci sono già a libro paga delle varie amministrazioni professionisti capaci di consulenze per ogni specificità, geometri, architetti, ingegneri, avvocati, chimici ecc. In caso di necessità l'amministrazione potrà chiedere consulenza ad altra amministrazione della P.A. nel cui personale è stato evidenziato il professionista appropriato, il tutto senza nessun costo aggiuntivo. Si avrebbe un risparmio di circa 700 milioni di euro/anno (dati delle consulenze esterne del 2011).

11. Rivisitazione della spesa parlamentare sia attraverso una minore indennità sia attraverso la richiesta di documentazione reale della spesa. Niente rimborsi forfettari ma solo se documentati da fatture. Spese per portaborse legate alla presentazione di documento di spesa per dipendente (cud, buste paghe rilasciate, ruolo inps ed inail).

12. Rivisitazione della spesa per i governi regionali, sia nei termini dell'indennità sia nei privilegi che non sono per niente inferiori a quelli dei parlamentari.

13. Eliminazione attraverso dismissione e vendita delle municipalizzate. Il Comune deve dare lui stesso i servizi al cittadino, se decide di appaltarli può farlo solo a condizione che: non abbia a ruolo personale per quella funzione (es. netturbini se decide di appaltare la raccolta dei rifiuti), effettui una gara pubblica per appalto annuale con pubblicazione dei risultati perché ci sia massima trasparenza sull'assegnazione.

14. Ricalcolo delle concessioni demaniali adeguando il costo al mercato, considerando anche la destinazione di uso e sfruttamento dell'area e/o settore interessato ai fini commerciali (vedi autostrade, arenili ecc.)

15. Riformulazione del finanziamento pubblico ai partiti, passando da un calcolo proporzionale forfettario ad un rimborso reale su documento di spesa (fattura) e fissando un tetto oltre il quale detti rimborsi possono essere concessi.

Ecco in 15 punti la ricetta del "Taglio all'italiana in salsa pubblica." Buon appetito!

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.90) 11 agosto 2012 08:53

    Ottimo articolo magari mettessero in pratica questa "ricetta", invece hanno aumentato ancora le accise sui carburanti di 0,51 centesimi (borseggio)

  • Di (---.---.---.164) 11 agosto 2012 08:55

    Dovresti mandare questo articolo ai signori parlamentari forse capirebbero qualcosa.

  • Di (---.---.---.219) 11 agosto 2012 09:05

    Sanno solo prenderci soldi!!! Non tagliano niente, sempre la stessa musica e le stesse scuse che non possono tagliare i servizi. Dove sono questi servizi?????

  • Di (---.---.---.139) 13 agosto 2012 10:17

    SI PUO AZZERARE IL DEBITO DELLO STATO 

      SI  incominciando   a eliminare  tutti i politici servi delle lobby

      sostituendoli  con le MASSAIE Veri  Ministri dell’Economia  Laureate a L’università   della Vita 

      dove gli esami si danno tutti i giorni .

     

     Con miseri  stipendi  che quando va bene ammontano a Euro 1200,00 al mese.

     

     Abituate  come sono a  eliminare il superfluo   in breve tempo il debito  Pubblico tornerebbe in pari

     Assicurando una vecchiaia dignitosa a tutti i Lavoratori.

     ( Gestendo  le risorse con oculatezza  potremmo vivere senza essere ricattati da chi gestisce i capitali   sottratti al Popolo con le ruberie ).

     L’Italia detenendo il 60% via questi Parassiti troveranno il sistema di privatizzare tutti i beni dello Stato  lasciandoci in mutande.  VITTORIO

  • Di (---.---.---.139) 13 agosto 2012 13:33

     SI PUO AZZERARE IL DEBITO DELLO STATO 

      SI  incominciando   a eliminare  tutti i politici servi delle lobby

      sostituendoli  con le MASSAIE Veri  Ministri dell’Economia  Laureate a L’università   della Vita 

      dove gli esami si danno tutti i giorni .

     

     Con miseri  stipendi  che quando va bene ammontano a Euro 1200,00 al mese.

     

     Abituate  come sono a  eliminare il superfluo   in breve tempo il debito  Pubblico tornerebbe in pari

     Assicurando una vecchiaia dignitosa a tutti i Lavoratori.

     ( Gestendo  le risorse con oculatezza  potremmo vivere senza essere ricattati da chi gestisce i capitali   sottratti al Popolo con le ruberie ).

     L’Italia detenendo il 60% del patrimonio Artistico Mondiale e al nostro estro creativo

     potrebbe vivere in prevalenza di Turismo 
    E di prodotti  ( Mede in Italy)  come alta Moda Prodotti Gastronomici Artigianato  Ecc

       VITTORIO 

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