Svizzera, soccorse un afgano assiderato. Domani l’appello contro la multa
Anni Lanz (nella foto) è una pensionata svizzera di 73 anni. Si occupa dei diritti dei rifugiati dal 1985.
Domani a Sion si svolgerà il processo d’appello contro la sentenza di primo gradodel 10 dicembre 2018, che ha condannato Anni al pagamento di 800 franchi svizzeri (circa 736 euro).
Anni si è presa cura di un afgano conosciuto in un centro di espulsione di Basilea. Era arrivato in Svizzera, dove risiedeva la sorella, dall’Italia. Sua moglie e il loro figlio erano stati uccisi in patria in un attentato. Era in condizioni mentali critiche e aveva tentato il suicidio.
Applicando il regolamento di Dublino, le autorità svizzere lo avevano rinviato in Italia, paese di primo arrivo.
Quando Anni ha saputo che il Centro per i richiedenti asilo registrati di Milano non poteva accoglierlo perché era pieno e che lui dormiva in strada, con una temperatura di quasi meno 10 gradi, è partita subito per l’Italia.
Lo ha trovato alla stazione di Domodossola, con un principio di congelamento, e lo ha fatto salire in macchina.
Al confine di Gondo la polizia li ha fermati.
Anni non ha commesso alcun reato. Soccorrendo un richiedente asilo traumatizzato e che dormiva all’addiaccio con la temperatura sotto zero ha mostrato un comportamento compassionevole, altro che criminale.
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