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Sulla violenza del carcere di Reggio Emilia

Le immagini di Reggio Emilia, della violenza della polizia carceraria di Reggio Emilia [1], sono circolate anche in tivù, stavolta, e poi sui social, le hanno viste in molti. per chi fosse sfuggito, il video è qui su Youtube.

(Foto di www.lindro.it)

Questi uomini che mettono un sacco sulla testa di un uomo, che lo denudano violando la sua dignità, che lo trasportano come un sacco di patate, che gli fanno sbattere la testa violentemente contro la porta della cella, non sono le mele marce di un sistema imperfetto. Questo è il carcere.

Il carcere è disumano; il carcere è “vendetta” di stato, come scriveva l’anarchico russo Alexander Berkman. “In esso, è manifesto lo spirito veterotestamentario incarnato nella frase occhio per occhio, dente per dente”. La funzione “rieducativa” del carcere è solo una menzogna scritta sulla Costituzione. Nel carcere non si rieduca: nel carcere si muore, si subisce violenza gratuita d’ogni genere, fisica e psicologica.

E, per questo, e cito ancora Berkman, il carcere “coltiva i germi dell’odio e dell’ostilità nei confronti della collettività”, il carcere “fa delle prigioni delle vere e proprie scuole del crimine e dell’immoralità”.

E, purtroppo, in queste condizioni, “nessuna pena, per quanto severa, potrà risolvere il problema del crimine”.

« La criminalità è il risultato delle condizioni economiche, della disuguaglianza sociale, dei torti e dei mali di cui il governo è il genitore », affermava sempre Alexander Berkman. Come dargli torto?

« Ogni anno, migliaia di bambini crescono tra la lordura morale e materiale delle nostre grandi città, in mezzo a una popolazione demoralizzata dalla precarietà dell’esistenza. Quando vediamo la popolazione infantile delle grandi città vivere in questo modo, è sorprendente che solo una parte esigua di essa si trasformi in banditi e assassini », spiegava un altro grande anarchico russo, Pietr Kropotkin.

Il carcere né svolge la funzione rieducativa, né svolge la funzione preventiva. Insomma: non è utile al detenuto, non è utile alla società. Costa pure un’enormità, circa 160 euro al giorno per ogni detenuto, costa 3,2 miliardi all’anno. Va quindi abolito. « L’unica vera cura per il crimine è abolirne le cause, eliminando le condizioni che lo creano »: cioè proprio quell’intolleranza, ingiustizia, e povertà che crea il governo.

Fonti e Note:

[1] TG24 Sky, 9 febbraio 2024, “Reggio Emilia, detenuto picchiato e torturato in carcere: diffuso il video del pestaggio

L’articolo originale può essere letto qui

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Michele Macelletti (---.---.---.87) 19 febbraio 17:35
    Michele Macelletti

    Le nostre strutture penitenziarie sono fatiscenti, sovraffollate all’inverosimile e costringono i detenuti e i loro detentori a condizioni di vita degradanti ed umilianti. Violenze tra detenuti, pestaggi da parti degli agenti, aumento dei suicidi, atti di autolesionismo aumentano di anno in anno. L’emergenza umanitaria delle carceri italiani è stata più volte oggetto delle attenzioni e delle sanzione da parte della Corte dei Diritti Umani Europea (vedi sent. Torregiani).

    In queste condizioni l’art.24 della Costituzione appare una mera illusione.

    Non desta sorpresa il rapporto stilato dal Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, sullo stato delle carceri italiane del 2023. Strasburgo, ancora una volta, mette l’Italia sotto accusa. Il rapporto di Strasburgo è stato stilato sulla base di alcune visite effettuate un anno fa nelle carceri di Monza, di San Vittore a Milano, al Lorusso e Cutugno di Torino e al Regina Coeli di Roma. 

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