Sudan: accusata di adulterio, donna rischia lapidazione
Una donna sudanese di circa vent’anni, Intisar Sharif Abdallah, è stata accusata di adulterio e rischia la lapidazione. L’ennesimo caso di sharia, fondata sui principi del Corano, che invade la legislazione civile e trova applicazione. Secondo gli attivisti per i diritti umani che stanno seguendo il caso e Amnesty International, alla donna non è stato permesso il contatto con un legale ed è detenuta col figlio di quattro mesi.
La ‘confessione’ di aver tradito il marito le è stata estorta dopo violente percosse da parte di suo fratello. L’uomo che è stato trovato con lei ha negato gli addebiti ed è stato invece rilasciato.
Il Sudan è uno dei paesi dove ancora vige la pena di morte per lapidazione, nonché altre punizioni corporali sulla base del diritto islamico. A subire discriminazioni soprattutto donne e ragazze. Diverse sentenze di condanna negli ultimi anni siano state ribaltate in appello, le organizzazioni per i diritti umani chiedono la definitiva abolizione della pena di morte.
Il portavoce dell’ambasciate sudanese in Gran Bretagna, Khalid al-Mubarak ha contestato Amnesty International dicendo che “non fanno mai menzione del lato positivo” della situazione delle donne nel paese. Ha fatto riferimento alla “parità” per salari e lavoro, nonché agli incarichi presso ministeri e tribunali.
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