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Strage di Bologna. Depistaggi per l’"amico" Gheddafi

Il 13 gennaio ’81 viene trovata una valigetta sull’espresso Taranto-Milano piena di esplosivo dello stesso tipo adoperato a Bologna, ma contenente anche un mitra, un fucile, biglietti aerei con i nomi di un terrorista francese e uno tedesco - legati a Stefano delle Chiaie.

In realta quel depistaggio era un “inpistaggio” per la pista fascista, che i magistrati di Bologna stavano indagando.

Per il ”depistaggio” del SISMI furono condannati Licio Gelli della P2 a 10 anni e Mr. “SuperSISMI” Francesco Pazienza a 12 anni.

Francesco Pazienza sara stato il “SuperSISMI”, come lui stesso ha dichiarato, ma a guidare il vero SISMI non era lui, ma Giuseppe Santovito.

E a dare ordini al vero SISMI di Santovito non era Licio Gelli della P2, ma erano Andreotti e Cossiga, che erano i veri uomini potenti di quel periodo storico.

Solo loro avevano il “pouvoir” per ordinare a Giuseppe Santovito di far piazzare il C4 nel treno per insabbiare le tracce della pista libica con prove per la pista fascista.

Il movente? Coinvolgere la Libia in quel momento avrebbe voluto dire tragedia per la Fiat e per l’Eni…e per tutto il resto di Tangentopoli.

Licio Gelli e Franceso Pazienza erano due vanitosi, a cui piaceva sentirsi “potenti”.

La “Super-Spia” Francesco Pazienza ha dovuto pagare per la sua vanità con 12 anni di galera.

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