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Sri Lanka: guerra alla droga, pena di morte compresa

“Libereremo il paese dalla minaccia della droga entro il 2020”. Questa è la promessa fatta venerdì scorso dal presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena durante una conferenza stampa.

Due giorni prima Sirisena aveva informato il parlamento della sua intenzione di introdurre, nel giro di un paio di mesi, la pena di morte contro i trafficanti di droga.

La ministra della Giustizia Thalatha Atukorale ha fatto sapere di aver trasmesso al presidente i nomi di cinque detenuti, già condannati tra il 12 ottobre e la fine di gennaio, perché sia firmato l’ordine di esecuzione.

Così, mentre sulla “guerra alla droga” del presidente filippino Duterte si appresta a indagare il Tribunale penale internazionale e persino l’Iran ha giudicato fallimentare basare le politiche anti-droga sul ricorso massiccio al boia, nello Sri Lanka – dove la pena di morte è legale ma non vi sono esecuzioni dal 1976 – da domani fino al 25 febbraio sarà possibile candidarsi al ruolo di boia.

Il dipartimento delle prigioni ha comunicato la pubblicazione del bando aggiungendo di aver avviato la gara per l’acquisto di tutte le attrezzature necessarie per le impiccagioni.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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