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Srebrenica, 23 anni fa il genocidio più veloce della storia: 10.000 musulmani di Bosnia uccisi in una settimana

In quel decennio orribile che furono gli anni Novanta (iniziati con l’invasione del Kuwait e la successiva guerra all’Iraq e terminati con la guerra del Kossovo), nel 1994 ci fu quello che venne registrato come il genocidio più veloce della storia: all’incirca un milione di morti, in Ruanda, in nemmeno 100 giorni.

Quel vergognoso primato durò poco più di un anno, poiché nell’estate del 1995, nel cuore dell’Europa, si consumò il nuovo genocidio più veloce della storia: oltre 10.000 musulmani di Bosnia sterminati dalle forze serbo-bosniache nella città di Srebrenica, in meno di una settimana a partire dall’11 luglio.

Per il numero delle vittime, il paragone col Ruanda non regge. Per l’intenzione sì, confermata da sentenze internazionali del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia e dalla Corte internazionale di giustizia, il cui rispetto imporrebbe di riconoscere ciò che accadde 23 anni fa e di chiamarlo col suo nome: genocidio, né strage né massacro.

Srebrenica era un’anomalia: un’enclave a maggioranza musulmana in quella parte di Bosnia ormai del tutto “serbizzata”. Per far aderire sul campo i confini della “nuova” Bosnia, che sarebbero stati sanciti negli accordi spartitori di Dayton, occorreva mettere fine a quell’anomalia.

Tutti erano d’accordo che Srebrenica dovesse essere sacrificata, la Storia (non la giustizia, purtroppo) ci dirà se i leader internazionali dell’epoca erano consapevoli dell’intenzione genocida: quella che portò al deliberato sterminio di oltre 10.000 uomini (ragazzi inclusi) in età da combattimento.

A distanza di 23 anni, le donne di Srebrenica continuano a piangere i loro morti. Alcuni resti non si troveranno mai più.

Le autorità della Bosnia post-Dayton hanno lasciate sole le donne vittime del conflitto.

A Sarajevo, i governi di Turchia e Arabia Saudita cercano di fare proselitismo con l’intenzione di radicalizzare un Islam storicamente del tutto pacifico e tollerante.

La giustizia internazionale ha chiuso i suoi lavori, l’Europa tace e il fronte filo-serbo fa opera di negazionismo.

Chi volesse sapere di più sul genocidio di Srebrenica, potrà leggere i numerosi libri scritti da Luca Leone.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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