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Spreco alimentare: qualcosa sta cambiando, complice la crisi economica

Serviva questo periodo di profonda crisi economica per ricordare alle persone che è più saggio, corretto e rispettoso il riutilizzare, riciclare e non sprecare: abiti, oggetti, e soprattutto il cibo. Meno di due anni fa la FAO diede al mondo un nuovo allarme sullo spreco alimentare; si registrò, nel maggio 2011, che ogni anno i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo dell'intera produzione alimentare netta dell'Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate). Frutta e verdura, insieme a radici e tuberi, sono gli alimenti che vengono sprecati maggiormente. E l’Europa non dà il buon esempio: nei 27 stati membri sono 89 milioni le tonnellate annue di vivande cestinate, con una media di 149 kg pro capite.

Intanto, mentre nell’opulento mondo occidentale dilagano obesità e malattie cardiovascolari anche fra i più piccoli, nelle altre aree del mondo muoiono ogni anno 5,6 milioni di bambini per carenza di cibo e malnutrizione. Mentre 148 sono sottopeso.

Dalle analisi effettuate inoltre, risulta a sorpresa che la maggiore parte dello spreco in Europa viene generato proprio dalle famiglie (42%). Solo in seguito troviamo le industrie e in fondo alla lista i catering e la distribuzione. In Italia, secondo una stima della Coldiretti, vengono perse ogni anno circa 10 milioni di tonnellate di cibo, per un esborso di 37 miliardi di euro.

Se si tiene presente che per produrre, trasformare, distribuire e consumare cibo e smaltire rifiuti si consumano grandi quantità di energia, lo spreco in cibo equivale ai consumi energetici di oltre 1,5 milioni di persone.

(Video Campagna progresso contro lo spreco del cibo, realizzata da Rosario Di Raimondo, Antonio Leggieri, Elisa Lorenzini, Giulia Zaccariello)

Ma qualcosa sta cambiando: tra i pochi effetti positivi della crisi c’è la “nuova abitudine” di una spesa alimentare più attenta, e lo dichiara il 60% degli italiani secondo un’indagine della Coldiretti.

Diminuiscono le dosi acquistate, si fa più caso alla data di scadenza, si confrontano i prezzi e si cerca di comprare direttamente dal produttore, in campagna o nei cosiddetti Farmers Market.

In tutto il mondo si stanno inoltre sviluppando i gruppi di acquisto solidale, forme di distribuzione di prodotti alimentari alternative a quelle che conosciamo (supermercati e centri commerciali). Alla ricerca di migliori prodotti a costi contenuti, gruppi di cittadini si mettono insieme per rivolgersi a produttori agricoli della zona ove abitano, per acquistarne la merce. Questi gruppi privilegiano l'agricoltura di prossimità e quella biologica, oppure anche le esperienze di agricoltura sociale.

I consumatori e produttori si accordano sulla tipologia e sulla quantità di alimenti, stabiliscono preventivamente un prezzo e garantiscono anche un prefinanziamento al produttore. Le modalità di distribuzione sono partecipate e poco impattanti sull'ambiente.

Come ridurre gli sprechi di cibo in casa? L’Unione Europea promuove una semplice “guida casalinga” per gestire meglio la nostra dispensa, poche e semplici regole che possono fare la differenza.

Si parte dalla spesa intelligente: meglio scrivere sempre la lista della spesa e controllare attentamente cosa sia rimasto nel frigorifero e nella dispensa, per evitare di acquistare lo stesso articolo.

Se si aspettano ospiti, evitare di preparare piatti che non possono essere scaldati e consumati anche il giorno dopo. Meglio cercare di non strafare, considerando il numero degli invitati.

Fare sempre attenzione alle istruzioni delle etichette dei prodotti, per evitare di conservare gli alimenti a temperature non idonee. Quindi raggruppare lo stesso tipo di scorte nel medesimo luogo, evitando i doppioni.

Nel frigorifero, mettere i cibi in contenitori. Pulire l'interno del frigo due volte al mese per evitare la circolazione dei batteri e consumare frutta e verdura prima che vada a male.

Infine ai fornelli, usare sempre confezioni già aperte o in scadenza, seguire le ricette adattando le dosi al numero dei commensali e ricordarsi di usare gli avanzi. 

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