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Spettacolo Messico. Vela e Medina gelano l’Italia

Italia sconfitta 2-1 al suo primo test. Messico padrone del campo dal primo all’ultimo minuto.

E’ una brutta batosta quella che l’Italia di Marcello Lippi riceve a Bruxelles, impegnata nella prima amichevole pre-mondiale, in attesa della partenza per il Sudafrica. A migliaia i tifosi italiani sugli spalti a incitare la nazionale campione del mondo contro il Messico di Javier Aguirre.
 
Certo non si aspettavano una fine così.
 
Per i primi 5 o 6 minuti l’Italia cerca di penetrare nella metà campo del Messico con passaggi corti e rapidi, ma la vera occasione arriva subito al terzo minuti quando, su un corner battuto da Pirlo si avventa Iaquinta, colpendo però solo la traversa. Al 9’ Torrado sfiora il palo sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
 
Dopo neanche dieci minuti arriva il blackout per l’Italia. Di qui in avanti sarà solo Messico.
 
Un De Rossi a dir poco nervoso ingaggia continue schermaglie con i giocatori messicani, simbolo della frustrazione degli azzurri, troppo timidi e arrendevoli a metà campo ma soprattutto nel reparto avanzato. Si sente che c’è qualcosa che non va, che è il Messico a fare la partita Marchisio, poi, non mostra personalità e non stimola l’azione d’attacco. Non che gli si volesse chiedere di fare il trequartista, ma quella che il giovane juventino sfoggia nel primo tempo a Bruxelles non è certo una delle sue migliori prestazioni.
Al 14’ il Messico reclama un rigore (sacrosanto) causato da un entrata scomposta di Zambrotta su un giocatore messicano nel cuore dell’area.
 
I reparti rimangono troppo lontani l’uno dall’altro per tutta la prima frazione di gioco, dando campo libero alle incursioni di Hernandez e compagni. E’ ora il Messico a giocare come sa, un calcio fluido e veloce, a cui i giocatori azzurri non sanno opporre che una fiacca resistenza.
 
Al 17’ arriva il gol di Vela. Bella azione sulla destra e strepitoso assist di Dos Santos che si ferma, guarda in mezzo, e la piazza proprio sui piedi del giocatore dell’Arsenal che batte Buffon senza pensarci due volte.
 
L’Italia è in completa balia del 4-3-3 messicano. Marquez detta i tempi mentre Dos Santos, Vela e Hernandez (quest’ultimo da poco acquistato dal Manchester di Ferguson) fanno quello che vogliono e sprecano fin troppo, ostinandosi a cercare il gioco di gambe o l’ennesimo dribbling.
 
Brividi per gli azzurri al 25’ quando il giovane talento dello United salta secco Cannavaro, ma il tiro del messicano si spegne sul fondo a pochi metri dalla porta di Buffon. L’Italia tenta di reagire ma riesce a rendersi pericolosa solo su calci piazzati: ci prova prima Pirlo con una punizione da buona posizione, poi Bocchetti che manda alto su calcio d’angolo.
 
Nella ripresa fuori Di Natale, scalpitante ma poco concreto e di gran lunga deconcentrato, e dentro Pepe che, al contrario del napoletano potrebbe dare (o almeno si spera) più spinta sulla fascia.
 
Il Messico inizia il secondo tempo così come aveva chiuso il primo: tutto in attacco. Barrera si trova dopo neanche un minuto a tu per tu con Buffon, ma anziché metterla dentro con sicurezza, tenendo basso il pallone, prova il colpo il colpo da biliardo: un pallonetto che supera alla perfezione il portiere della Juventus, andandosi però a spegnere sul fondo, a pochi metri dal palo. Dopo neanche dieci minuti altra gigantesca occasione divorata dagli attaccanti in maglia verde, che pasticciano però in area di rigore proprio al momento della conclusione.
 
A questo punto Lippi manda dentro Pazzini e Maggio al posto di due invisibili Gilardino e Zambrotta, mai davvero in partita. Subito l’attaccante del Napoli dimostra di voler fare la differenza combinando un paio di buone azioni sulla destra, supportato da Pepe che sfiora il gol in un’improbabile acrobazia.
 
Ma è sempre il Messico a dominare. Passaggi veloci, di prima, continui uno-due e giocate perfette permettono ai messicani di tagliare la difesa italiana come burro fuso, di quello che si spalma sui tipici nachos. Bene Cannavaro e Criscito (probabilmente il genoano è uno dei migliori in campo) ma ancora troppo fragile il reparto arretrato. Non meglio d’altronde va lì davanti, dove fatica Iaquinta a farsi spazio e Marchisio, al momento delle pagelle, verrà classificato sotto l’eloquente scritta “non pervenuto”.
I terzini non spingono abbastanza e si vedono solo a tratti in fase offensiva, ma questa, d’altro canto, non era proprio serata da incursioni stile Maicon, come ha ben capito Criscito.
 
Lippi tenta una svolta facendo uscire i due centrocampisti arretrati, De Rossi e Pirlo, per far spazio a Quagliarella, desideroso di ripagare la fiducia datagli dal c.t., e Palombo, che va subito al timone per cercare di far uscire la squadra dalla tempesta messicana.
 
Ma non c’è tempo. Al 39’ arriva la spallata definitiva al morale (nero) degli azzurri. Splendido assist di Blanco a scavalcare la difesa che, imbambolata, può solo restare a guardare Medina scattare come un fulmine sulla linea del fuorigioco, con un movimento degno del miglior Inzaghi, e mettere la palla alle spalle di Buffon, proprio sotto la traversa.
 
Se proprio non bisogna piangere sul latte versato, onore agli avversari.
L’unica, oggettiva, sincera osservazione da fare è: che spettacolo questo Messico.
Sconfitti dall’Olanda per 4-1 con ben pochi titolari, i messicani, al gran completo, avevano invece dato filo da torcere all’Inghilterra, sconfitti con un 3-1 che gli andava di certo fin troppo stretto.
 
Si preannuncia quindi una vera e propria lotta all’ultimo sangue quella che vedrà affrontarsi Sudafrica, Uruguay, Francia e gli uomini di Javier Aguirre per il passaggio del girone A. Se continuano a giocare così Hernandez e compagni rischiano seriamente di essere una delle grandi rivelazioni di questo mondiale.
 
Non basta il gol di Bonucci al 43’, che mette dentro la palla sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Bella soddisfazione per il giovane difensore del Bari, che non può tuttavia addolcire una serata tutta da dimenticare per la nazionale italiana che, se in Sudafrica vorrà difendere il titolo conquistato a Berlino, dovrà sicuramente cambiare registro.
 
Brutta sconfitta ma nessun allarme, dal momento che l’Italia è da poco uscita da una dura sessione di allenamenti che in campo fanno di certo sentire il loro peso. Inoltre il Messico ha già disputato diverse amichevoli, mentre gli azzurri sono solo alla prima. Lippi non è preoccupato e speriamo abbia ragione: in Sudafrica sarà tutta un’altra storia non solo per le maggiori motivazioni, ma soprattutto per una preparazione atletica ben smaltita

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