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Spagna: 41 associazioni in difesa della trasparenza democratica

Se guardate la mappa qui sotto noterete con rammarico, ma senza troppe sorprese, che l’Italia (al pari dell’Ucraina) ha una legislazione sulla trasparenza considerata “insufficiente”.

Il vero “fanalino di coda” è però la Spagna: unico paese europeo con più di un milione di abitanti a non avere una Legge sulla Trasparenza (fonti: El País e El Mundo). In parole povere: i dati pubblici non sono pubblici e i cittadini non hanno diritto di accesso alle informazioni amministrative, sebbene già dal novembre 2008 il Consiglio d’Europa (47 paesi membri) abbia approvato la Convenzione sull’Accesso ai Documenti Ufficiali.

 (Ley de Transparencia)

Finalmente, dopo numerose ritrattazioni vergognose e impresentabili da parte del Governo (il precedente, quello di Zapatero) tutto sembra indicare che la bozza della nuova Ley de Transparencia verrà approvato dal Consiglio dei Ministri questo venerdì, e che (e questa è una grande novità) i cittadini avranno a disposizione 10 giorni per proporre modifiche prima della presentazione ufficiale del testo, il prossimo 17 aprile, durante la riunione dell’Open Government Partnership, in Brasilia.

Lo sviluppo stesso della bozza (che potete scaricare qui) è frutto di un intenso lavoro di proposte e supervisione da parte di organizzazioni civili come la coalizione Pro Acceso, che raggruppa 41 associazioni in difesa della trasparenza democratica, e che negli ultimi anni ha fatto un grande lavoro di attivismo sull’argomento della trasparenza dei dati pubblici (qui il sito).

Per aiutare i cittadini che volessero contribuire al miglioramento della bozza, la coalizione Pro Acceso ha stilato inoltre dieci principi che la Legge sulla Trasparenza dovrebbe rispettare. Sono i seguenti:

Uno. Il diritto di accesso alle informazioni è un diritto fondamentale di ogni persona.

Due. Il diritto di accesso alle informazioni si applica a tutte le agenzie pubbliche, a tutti i rami del governo e di tutti quegli enti privati ​​che svolgono funzioni pubbliche.

Tre. Il diritto di accesso alle informazioni si applica a tutte le informazioni sviluppate, ricevute o in possesso degli enti pubblici, indipendentemente da come siano state memorizzate.

Quattro. Fare richieste deve essere semplice, veloce e gratuito.

Cinque. I funzionari sono tenuti ad aiutare i richiedenti.

Sei. Principio di divulgazione delle informazioni: la segretezza e la negazione delle informazioni sono l’eccezione.

Sette. Il rifiuto dell’accesso alle informazioni deve essere limitato e adeguatamente motivato.

Otto. Ogni individuo ha diritto ad appellarsi per negato accesso alle informazioni o per mancata risposta alle richieste fatte.

Nove. Gli enti pubblici, di propria iniziativa, dovrebbero rendere disponibili al pubblico le informazioni di base ed essenziali, senza il bisogno di presentare alcuna domanda.

Dieci. Il diritto di accesso alle informazioni deve essere garantito da un organismo indipendente.

Ogni dominazione sociale è basata sulla gestione asimmetrica delle informazioni (Conoscenza = Potere). Una legge di questo tipo è quindi fondamentale per lo sviluppo dei diritti dei cittadini (ma anche dei “semplici residenti”, come me).

Come sottolinea l’amico Enrique Dans nel suo blog: ”Se sviluppata bene e messa in pratica nel modo giusto, questa legge può essere uno strumento indispensabile per l’evoluzione verso una democrazia più solida e matura, nella quale il cittadino sia visto come qualcosa di più che un semplice voto che si deposita ogni quattro anni”, e aggiunge che “non possiamo continuare ad avere governanti che si appellano continuamente al silenzio amministrativo per occultare le informazioni ai cittadini”.

In questo dibattito sulla Legge di Trasparenza io vedo tre spunti di riflessione molto interessanti per noi italiani: il fatto che il governo cerchi di adottare una filosofia open government per una legge così importante (in Italia siamo ancora lontani); l’egregio lavoro delle associazioni no profit che giorno dopo giorno si battono per ottenere diritti che molte persone danno per scontati (come accade in Italia); e, last but not least, una volta approvata la Ley de Transparencia in Spagna il “fanalino di coda” chi sarà?

di Enrique Dans Marco Nurra | @edans @marconurra

(Ringrazio Enrique Dans per le preziose informazioni)

Crediti immagine: Alejandro Santos

Questo articolo è stato pubblicato qui

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