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Sotto assedio – White House Down. Il solito Emmerich… ma un po’ meglio

Mi vergogno mentre lo scrivo ma ammetto di essermi un pochino emozionato sul finale di White House Down, perché questa volta Roland Emmerich è riuscito a creare una tale tensione che al momento dello scioglimento è difficile resistere alla lacrimuccia.

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E c’è anche da dire che il film è decisamente migliore delle ultime roboanti distruzioni del mondo, ha una storia ben costruita, molto tesa, un gran ritmo.

Poi rimane un film di Emmerich e naturalmente esagera in maniera illogica con esplosioni ed intrighi regalandoci robe improbabili, ma del resto questo è il suo genere.

Channing Tatum, che vorrebbe un posto nei servizi segreti del Presidente, porta la figlia a visitare la Casa Bianca e proprio in quel momento un complicatissimo attacco interno/esterno prende possesso del centro del potere americano minacciando il presidente Jamie Foxx prima, l’America poi e tutto il mondo in un crescendo di delirio di potere sul finale.

I terroristi non hanno però fatto i conti con l’aspirante agente segreto e soprattutto con la di lui figlia. Joey King è una secchionissima amante della storia americana e per di più ha un account Youtube (non un blog, mi raccomando!) in cui racconta un sacco di cose, compresa la cronaca di ciò che accade in quel momento alla White House.

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Finirà ovviamente in un delirio di esplosioni e distruzioni, con la casa più famosa al mondo che rischia di essere rasa al suolo ma siamo in un classico film all’americana quindi i buoni si salveranno e i cattivi faranno una brutta fine.

Curioso entrare nelle stanze di controllo della Casa Bianca, vedere come funzionano i servizi di sicurezza interni (sempre che Emmerich ci mostri roba vera, naturalmente).

Tutta la buona parte è ben costruita, con un buon ritmo, una pacata preparazione di quanto accadrà dopo, poi naturalmente tutto svacca nella serie di esplosioni, carri armati, elicotteri, lanciarazzi, missili terra aria e testate nucleari (oltre a coltelli, pistole, penne e tutto quello che vi venga in mente possa essere usato come arma).

Simpatica e ironica la sequenza dell’inseguimento tra le auto blindate all’interno dei giardini presidenziali.

Come sempre con Emmerich, film ideale per un paio di ore di svago. Ma attenzione, perché sul finale rischia anche una scena in cui gli attori si spostano a mostrare visivamente chi sono i buoni e chi i cattivi… roba da semiotica del cinema.

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