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Sogni e incubi: Monti, il Governo e la terza Repubblica

Ho fatto un sogno. Mario Monti era in forte difficoltà. Il tasso di popolarità sceso in poche settimane dal 60% ad un misero 8%, alla faccia dello spread calante e delle borse non così male; la sommossa generalizzata dei precari; gli operai che infischiandosene della Cisl, della Uil e di Marchionne scioperavano in massa contro il governo dei tecnoprofessori; i pensionati che raccoglievano milioni di firme per far dimettere premier e ministri; i giornalisti della Rai e di Mediaset che attaccavano l'establishment governativo incuranti di pressioni e minacce; Bruno Vespa che preparava un Porta a Porta dal titolo "Fino a quando dovremo tenerceli?" intervistando la Fiom e i No Tav.

Era primavera, politicamente parlando. Bersani mandava Veltroni a dirigere il partito a Centocelle e, dopo un accordo con il cardinal Bagnasco, nominava Letta responsabile dei buoni pasto della mensa della Caritas in Vaticano; i sondaggi davano il Pdl al 5% e la sinistra al 75%; la Fornero diceva che l'art. 18 non si tocca e andava a cenare in trattoria con la Camusso; Casini sosteneva che il Papa dice un mare di cazzate; la Chiesa era a favore delle coppie di fatto (anche a quelle a tre, quattro, n. genitori, le cosiddette coppie multiple, a identità sessuale variabile) e restituiva tutte le tasse non pagate a partire dalla breccia di Porta Pia; Giovanardi andava al Gay Pride indossando un delizioso tutù color rosa carne; Napolitano a proposito della violenza diceva: "Quando ce vo' ce vo'", cantando Bella Ciao con l'accompagnamento di Apicella che aveva preso la tessera di Rifondazione comunista; la Lega diventava il primo partito della Val Brembana.



Poi mi sono svegliato. E ho visto che Monti qualche difficoltà in effetti ce l'aveva. Ma era roba da poco. Le solite liti fra Alfano e Bersani, a cui tutti siamo ormai abituati; la rivolta subito rientrata dei peones berlusconiani contro il ministro "cattocomunista" Riccardi; le prese di posizione di Alfano, il ventriloquo del Cavaliere, che "a schiena diritta" ribadisce che giustizia, frequenze Tv e nomine Rai non sono competenza del governo. Ma, tutto sommato, niente che non si possa aggiustare, con le buone o con le minacce. E ho pensato: molti a sinistra credono ai sondaggi e ai titoli di Repubblica mentre altri sono convinti che gli unici che si oppongono sono Di Pietro e Bossi. C'è di che essere soddisfatti? Mica tanto. Non è che per il 2013 si sta preparando un altro bel governo tecnico a doppia guida Monti Passera, per portare a compimento la rivoluzione della sobrietà?

Questa sera vado a letto e sognerò di nuovo. Monti è diventato presidente della Repubblica, della Terza Repubblica (prego di cogliere la novità); si sta preparando un bel governo istituzionale Pdl, Pd, Udc con l'appoggio esterno di Di Pietro e Vendola, non si sa ancora se guidato da Draghi precettato in tutta fretta a Roma o dalla Merkel a cui Napolitano prima di andarsene ha dato la cittadinanza italiana nel giro di 48 ore; l'opinione pubblica - di sinistra e non - è soddisfatta, operai, pensionati e precari forse no. La Costituzione diventerà un capitolo della prossima finanziaria. E' il liberismo, bellezza! ... sarà il risveglio da un incubo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.244) 12 marzo 2012 18:13

    Oasi tecnocratica >

    Nel 2012 sono in arrivo ulteriori imposte e tasse per oltre 40 miliardi.
    Il Pil è destinato a calare dell’1,5% mentre il costo del “carrello della spesa” (consumi quotidiani) è già aumentato del 4,5%.
    Il tasso di disoccupazione è salito sopra il 9% ed il potere d’acquisto della famiglia media si ridurrà almeno di un altro 8%.
    Con lo spread dei Btp sceso a quota 300 punti l’attuale tasso del 4,5% significa (rispetto a 10 mesi fa) pagare oltre 8 miliardi all’anno di maggiori interessi sul nostro Debito.
    A breve non si escludono ulteriori manovre di aggiustamento dei conti pubblici.

    Nessun esperto di economia osa affermare che certe riforme “volute” da Monti (cresci/libera Italia, mercato lavoro, ..) avranno un qualche effetto di rilancio della crescita.
    Quello che manca è un organico modello di sviluppo socio-economico ed una politica industriale sostenuta da concreti piani di investimento.
    Galleggiare non è riprendere la rotta di navigazione.

    Quello che serve è un “programma” politico espressione di una vera “maggioranza” politica.
    Più dura il governo di soli “tecnici” e più lunga sarà la crisi che da tempo grava sul paese come Se fosse stagnazione

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