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Siria, decapitazioni e crocifissioni. Lo Stato islamico guadagna terreno

 

I militanti dello Stato islamico hanno schiacciato una sacca di resistenza al suo controllo nella Siria orientale, crocifiggendo due persone e giustiziandone altre 23 negli ultimi cinque giorni. 

Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione di monitoraggio che ha sede in Gran Bretagna. I ribelli, che stanno avanzando rapidamente anche in Iraq, stanno rafforzando la loro presa sulla Siria, di cui controllano circa un terzo del territorio, in prevalenza zona rurali nel nord e nell’est. Il gruppo, affiliato ad al Qaeda, ha combattuto contro l’esercito siriano, le milizie curde e le tribù musulmane sunnite.

L’Osservatorio siriano e alcuni residenti nella Siria orientale riferiscono che i combattenti della tribù di al-Sheitaat a Deir al-Zro hanno tentato di resistere all’avanzata questo mese. Ad al-Shaafa, sulle rive dell’Eufrate, lo Stato islamico ha decapitato l'altroieri due uomini della tribù e ha dato ai residenti 12 ore di tempo per consegnare altri membri di al-Sheitaat. 

In altre zone della provincia di Deir al-Zor, i militanti hanno crocifisso due uomini per aver avuto contatti con apostati a Mayadin e altri due per blasfemia ad al-Bulel.

Lo Stato islamico è avanzato rapidamente in Siria da quando ha conquistato la più grossa città dell’Iraq, Mosul, lo scorso 10 giugno, e ha dichiarato un califfato islamico sul territorio che controlla in Siria e Iraq.

L’Osservatorio ha aggiunto che altri 19 uomini della tribù al-Sheitaat sono stati giustiziati giovedì.

 

 

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