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Simulazione YouTrend: e se l’Italia votasse come l’Emilia Romagna?

Ecco che Parlamento avremmo se in tutto il Paese si votasse come hanno votato gli elettori dell’Emilia-Romagna domenica scorsa

Domenica si è votato in Emilia-Romagna e la riconferma di Stefano Bonaccini ha impedito alla Lega di espugnare la “Regione rossa” più popolosa d’Italia, come già abbiamo avuto modo di analizzare nel nostro articolo.

Ci siamo chiesti cosa potrebbe accadere se tutti gli italiani votassero come hanno votato domenica gli elettori dell’Emilia-Romagna, applicando il sistema elettorale già ribattezzato “Germanicum” attualmente in discussione alla Camera. Un paio di settimane fa, avevamo già condotto delle simulazioni per Cattaneo Zanetto & Co basate questa proposta di legge elettorale, osservando come la coalizione di centrodestra avrebbe potuto ottenere la maggioranza dei seggi necessaria per governare in entrambe le Camere. Per tali simulazioni, però, ci eravamo basati sulla Supermedia YouTrend/Agi dei sondaggi politici elaborata il 19 dicembre: ora, invece, proviamo ad applicare al Germanicum i rapporti di forza emersi in Emilia-Romagna domenica scorsa.

Anche in questa simulazione, come nella precedente, ipotizziamo un Parlamento composto da 400 deputati e 200 senatori, in seguito alla riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum confermativo il prossimo 29 marzo.

Si tratta, è bene tenerlo a mente, di un’ipotesi chiaramente “estrema”, che qui viene presa in esame puramente a scopo accademico per apprezzare le differenze tra ciò che avviene a livello regionale (dove il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale ha assegnato una confortevole maggioranza in Consiglio a Bonaccini) e ciò che avverrebbe sul piano nazionale, con una distribuzione di voto identica ma in presenza di regole elettorali e istituzionali molto diverse (proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, diritto di tribuna, bicameralismo).

Così alla Camera

A Montecitorio, il PD otterrebbe 160 seggi e sarebbe il primo partito, seguito dalla Lega con 147 seggi. Considerando le coalizioni, il centrodestra avrebbe 192 seggi, uno in più rispetto al centrosinistra: nessuno dei due schieramenti principali raggiungerebbe quindi la maggioranza assoluta, fissata a quota 201.

 

 

Così al Senato

Anche a Palazzo Madama nessuno raggiungerebbe la maggioranza assoluta di 101 seggi: il PD sarebbe anche qui il primo partito con 82 scranni, seguito dalla Lega a quota 75. Centrodestra e centrosinistra avrebbero – escludendo i seggi attribuiti all’Estero e alla Valle d’Aosta, lo stesso numero di seggi: 96.

 

 

A meno di non ottenere un bottino pieno nei seggi assegnati nelle circoscrizioni estere e nel collegio uninominale della Valle d’Aosta (9 seggi alla Camera, 5 al Senato), nessuna delle due principali coalizioni sarebbe autosufficiente. Determinante a questo punto potrebbe essere il peso del Movimento 5 Stelle, che – sia pure di gran lunga ridimensionato rispetto alle ultime consultazioni nazionali – in questo scenario ipotetico potrebbe contare su 8 deputati e 3 senatori. Ma persino questi, con i numeri che abbiamo appena visto, potrebbero rivelarsi insufficienti.

In entrambe i rami del Parlamento, infine, si nota come tutti i soggetti rimasti al di sotto del 5% ma potenzialmente in grado di ottenere buoni risultati in alcune aree del territorio nazionale (in base alla distribuzione di voto emersa in occasione delle ultime Europee) otterrebbero comunque una manciata di seggi in base al cosiddetto “diritto di tribuna”: è il caso del già citato Movimento 5 Stelle, ma anche di Forza Italia e della sinistra di “Emilia-Romagna Coraggiosa” (qui ribattezzata, per ovvi motivi, solo “Coraggiosa”), che ottengono rispettivamente 5 e 4 seggi alla Camera e un seggio a testa soltanto al Senato.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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