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Sicurezza nel Golfo di Napoli: inchiesta del Tg1

Porticciolo di Ischia: un incrocio continuo di aliscafi, traghetti e barche. Il golfo di Napoli è la seconda zona al mondo per traffico navale dopo Shanghai. Una situazione congestionata, a rischio incidenti, anche perché a bordo non si rispettano regole elementari.

Giornalista: “Loro dichiarano 380 persone”. 

Marinaio: “…alla capitaneria, cioè il massimo previsto, però noi a bordo ne imbarchiamo 550, 570, 620″

Giornalista: “E come si fa a far coincidere le cose? Si dichiara il falso”

Marinaio: “Certo che si dichiara il falso

Procida, Ischia e Capri, compagnie private e pubbliche, viaggi sovraffollati per massimizzare il guadagno in barba ad ogni regola. Bagagli e passeggeri davanti alle bocchette antincendio e alle porte d’emergenza; Qualcuno rimane in macchina durante la navigazione,nonostante sia vietato.

Intervistato n.2: “il sovraffollamento è illegale e pericoloso, è dai tempi del Titanic perché i mezzi di sicurezza non erano sufficienti per tutti i passeggeri”.

I rischi non mancano: si fuma vicino a barili di sostanze chimiche, porte spalancate per ambienti sensibili delle navi. E l’equipaggio è spesso stravolto da turni massacranti, ben oltre i limiti di legge, come raccontano i giornali di bordo.

Giornalista: “Non dovrebbero superare le quattordici ore e quante ne fanno invece?”
Intervistato n.3: “Ne fanno come minimo normalmente sulle sedici ore
Giornalista: “A volte anche venti, diciotto…
Intervistato n.3: “Si”

(Un personaggio sul traghetto canta “tu vuo’ fa l’Americano” ). A bordo ci si canta su, davanti una sala comando riempita di bagagli ed estintori.

Sono alcuni estratti di un'Inchiesta andata in onda al Tg1 delle 20, domenica 28 agosto 2011. Mi sono già occupato diverse volte di questa problematica. Nel 2009 e ancora il 27 giugno scorso.

Speriamo che l’inchiesta del Tg1 possa servire alla Procura di Napoli per far luce sulle irregolarità denunciate e alla Capitaneria di Porto di Ischia e all’Ispettorato del lavoro di Napoli ad aprire gli occhi una volta e per tutte sulle questioni di loro competenza (rispettivamente sicurezza della navigazione e rispetto dell’orario di lavoro a bordo). Su quest’ultimo aspetto va ricordata l’inchiesta di Report andata in onda il 26 ottobre 2008 con la testimonianza del marinaio Di Munno, licenziato per aver rifiutato di lavorare ulteriori cinque ore dopo un turno di dieci ore.

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