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Siamo agli albori della movimentocrazia

Dopo la caduta del muro di Berlino e Tangentopoli i “grandi partiti di massa” scomparirono: la DC e il PCI cedettero il posto a nuovi partiti tra i quali alcuni dai toni “abbastanza” populistici come Forza Italia e la Lega Nord.

La frammentazione dei partiti che si aggiungeva ai partiti maggiori c’era già, come c’era sempre stata dalla nascita della Repubblica. Quest’ultima si esaurisce nel decennio passato e il duopolio, Centrosinistra e Centrodestra, si fa ancora più forte e al di fuori di esso non esiste più niente fatta eccezione per l’UDC di Casini.

Infine arriviamo ai giorni nostri in cui il duopolio si “spacca” con l’uscita di Fini dal Centrodestra e la creazione del Terzo Polo con Rutelli e Casini. Contribuisce alla fine del duopolio anche il progressivo allontanamento dell’IDV dal PD.

In che epoca siamo adesso allora?

Innanzitutto dobbiamo registrare l’ascesa “incredibile” del Movimento 5 Stelle di Grillo.

Poi dobbiamo constatare che, “sulla scia” del Movimento 5 Stelle, altri movimenti sembrano nascere o sono nati da un bel po' di tempo. Obiettivo di tali movimenti, come anche di quello di Grillo, sono le prossime elezioni politiche, ma non solo: essi auspicano un cambiamento radicale per la politica e la società italiana.

Allora oltre all’eventuale nascita del partito di Montezemolo, di Saviano, della Santachè, di Giannino e di altri ancora, “in rete” già si vede la nascita e la proliferazione di una miriade di movimenti che vorranno “dire la loro” alle prossime elezioni politiche o comunque vorranno porsi come alternativa per tanti elettori “disorientati”.

Movimenti che puntano sulla “democrazia diretta” e su una maggiore partecipazione del cittadino alla vita politica; movimenti che puntano ai tanti temi presenti nel web, come ad esempio la diminuzione del potere da parte della cosiddetta “casta” politica.

C’è il già famoso Movimento dei Forconi in Sicilia o il Movimento dei Pirati in continua ascesa e ce ne sono tanti altri ancora.

Stiamo forse passando dalla “partitocrazia”, come tutti la conosciamo da tempo, ad un’epoca di “movimentocrazia”? Saranno i movimenti a decidere la futura politica italiana o magari la futura instabilità politica?

Il futuro ci darà le risposte a queste e ad altre domande.

L’epoca dei movimenti è già iniziata da tempo: “figlia” delle tante proteste del 2011, epoca generatasi dopo le rivolte degli Indignados e di Occupywallstreet, epoca dell’attivismo di rete e della “politica 2.0”, come spesso è stata definita.

Forse siamo agli albori della movimentocrazia, in cui i movimenti non avranno il potere che hanno avuto i partiti in passato ma saranno comunque decisivi per la futura politica italiana

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