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Sesso, preservativi, certezze e stranezze

“Storia del preservativo” è un libro avvincente e molto documentato che racconta i costumi sessuali e le pratiche contraccettive di molte civiltà umane (Collier Aine, www.odoya.it, 253 pagine, euro 16,50, 2010).

“Il sesso è sporco solo se è fatto bene”. Woody Allen

La casa editrice Odoya è nata nel 2008 a Bologna ed è specializzata nella letteratura scientifica. La prima storia del preservativo ci aiuta a capire meglio il comportamento umano, alcune tecnologie e malattie, nonché l’ipocrisia della politica, l’evoluzione della psicologia e il ritardo culturale religioso. La lettura è molto istruttiva “poiché viviamo un’epoca in cui il mondo sta facendo i conti con gli effetti devastanti dell’AIDS e, come per le più gravi epidemie sessuali del passato, l’unica prevenzione resta sempre il piccolo, umile preservativo”. Però bisogna tenere presente che il pericolo di contrarre l’AIDS è ingigantito, poiché grazie ai business medici e mediatici e burocratici molta gente può guadagnare tantissimi soldi. A mio parere sarebbe meglio ricordare che è molto più facile essere feriti o uccisi da un’auto, così la gente farebbe più attenzione e capirebbe che non è il caso di blaterare al telefonino mentre si guida.

Però nei paesi africani o asiatici è alto il rischio di prendersi l’AIDS, e anche in molti altri paesi è sufficiente pensare alla protezione che il preservativo garantisce contro quasi tutte le malattie a trasmissione sessuale. Purtroppo l’educazione sessuale viene ostacolata in molti paesi, anche se quasi tutte le ricerche dimostrano che nelle nazioni che non attuano i progetti di educazione sessuale aumentano le gravidanze indesiderate e le malattie sessuali tra gli adolescenti. Nonostante questi risultati i pregiudizi religiosi dei vecchi politici con la spinta ormonale seppellita dal tempo e con la memoria corta non si rendono conto che a quell’età è quasi impossibile resistere agli imperativi della natura (forse ci riescono alcune ragazze e pochissimi ragazzi con livelli libidici molto bassi, se sottoposti a qualche forma di educazione molto repressiva).

Comunque anche in passato si utilizzava il preservativo per difendersi dalle malattie e per evitare di avere famiglie numerose troppo difficili da mantenere. D’altra parte per gli appartenenti alle classi di ceto più elevato c’erano almeno altri due motivazioni alla base del controllo delle nascite: “le donne ricche e nobili non amavano che i loro corpi si deformassero con le gravidanze ripetute. Alcuni aristocratici romani furono così sinceri da ammettere che non volevano molti bambini perché non volevano rinunciare al piacere dei molti spettacoli e divertimenti disponibili nelle città romane”. Anche nell’antica popolazione ebraica, dove vigeva la poligamia, gli uomini evitavano di fare figli almeno con una moglie, per mantenere una donna di bell’aspetto e avere dei rapporti sessuali più soddisfacenti. In passato era molto diffusa la poligamia maschile, sotto forma di varie mogli e concubine, oggi si cambia spesso il partner e si frequentano le amanti e le prostitute.

Tra le innumerevoli curiosità che si possono riscontrare ne segnalo alcune molto significative. La cultura militaresca romana aveva escogitato un rituale macabro: in caso di vittoria “si fabbricava un apposito condom celebrativo, il “condom della vittoria”, con i muscoli (o con la pelle, come si dice in qualche versione) dei soldati nemici caduti in battaglia” (p. 32). Invece in America, durante gli anni “della Grande depressione le persone spesero più di 33 milioni di dollari in preservativi”. Si aveva molto tempo a disposizione e si iniziò a fare sesso anche di giorno, evitando però di fare bambini e costosi matrimoni.

“Goditi il sesso protetto che la crisi prima o poi passa”, era il motto dell’epoca. Inoltre, secondo molti esperti di storia militare “ogni militare che prestò servizio in Europa dal D-day fino alla fine della guerra fece mediamente sesso con 25 donne” (p. 191). Per quanto riguarda l’Italia si stima che il 75 per cento dei soldati americani fece sesso con donne italiane (i preservativi furono usati in circa la metà dei casi). Nel libro ci sono anche alcuni esempi di pubblicità relativa ai profilattici che possono rappresentare una fonte di ispirazione per chi svolge una professione creativa nel mondo della pubblicità.

Invece ai soliti moralisti segnalo questo pensiero di Samuel Johnson: “Non si può negare che il mondo sia devastato dal vizio; eppure il vizio, per quanto predominante, non ha ancora raggiunto un dominio illimitato”. Ed è il caso di ricordare che già nel 1964 un rapporto interno alla chiesa cattolica “riferiva che almeno il 75 per cento del clero era d’accordo con la pillola e la considerava un metodo eccellente per il controllo delle nascite. Ma la commissione papale per la popolazione, la famiglia e la natalità rifiutò qualsiasi tipo di contraccettivo, tranne il metodo impreciso dei giorni fecondi”. E l’autoritaria gerarchia cattolica romana persevera in questo inconcepibile ritardo culturale anche nei confronti dell’utilizzo del preservativo (un dispositivo che tutela la salute). Per fortuna qualche cardinale non la pensa così: per Godfried Danneels “un preservativo, quando è utilizzato per la protezione della vita, non riguarda solo il campo sessuale” (2003).

In conclusione possiamo affermare che il sesso è uno dei bisogni fondamentali delle persone normali (Amian Azzott). Quindi le persone che usano gli organi sessuali prevalentemente per eliminare dei rifiuti liquidi attuano uno spreco di funzioni e di piaceri corporali ingiustificato e innaturale, che reca offesa al creatore.

Per molti approfondimenti sui preservativi c'è questo sito, pieno di consigli e di classifiche tipologiche e merceologiche. Da questo sito ho appreso che esistono i preservativi anallergici in poliuretano (senza lattice) e che i preservativi acquistati in grandi quantità possono costare solo 10 centesimi al pezzo.

Per capire come indossare il preservativo nel modo giusto potete guardare questo video.

Per una sintesi storica, qui.

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