• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Sesso online: rivoluzione .xxx ma YouPorn e Playboy non ci stanno

Sesso online: rivoluzione .xxx ma YouPorn e Playboy non ci stanno

 

La pornografia online fa un passo avanti visto che da ieri è attivo il dominio .xxx, specializzato per il porno online. Una rivoluzione, a suo modo, che si porta appresso un enorme entusiasmo, ma anche aspre critiche.

Approvato dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) nel 2005 ha avuto bisogno di tanti anni prima di avere il via libera definitivo e superare vari ostacoli procedurali e legali. Solo nel marzo di quest'anno si è svolta l'asta chiusa gestita dall'ICM Registry, che vigila sul dominio da oggi disponibile a tutti a partire da 60$.

L'idea di utilizzare il suffisso .xxx è stata la stessa per la quale si è avuta l'introduzione di altri quali .gov, .edu e .org, ovvero quella rendere più semplice per l'utente di capire a che tipologia di sito stava accedendo e, nel caso specifico, anche più facile, eventualmente, da filtrare. Questo è uno dei punti su cui spingono coloro che si dicono a favore. Quando si accederà, in più, sarà obbligatorio accettare determinate condizioni come ad esempio una scansione continua per i malware e l'accesso a un nuovo sistema di micropagamento. Insomma maggiore sicurezza.

Contrari a questa decisione, invece, il consigliere generale dell'American Family Association Patrick Vaughn che ha dichiarato a Mashable

"Non siamo a favore della creazione di quel dominio. Esso, infatti, serve solo a creare maggiori beni per l'industria pornografica e non esclude i siti che già esistono. Sarebbe stato maggiormente d'aiuto se avessero fatto del .xxx l'unico posto in cui trovare la pornografia. Così com'è serve solo a dare (ai pornografi) più materiale su cui lavorare".

Al loro fianco anche i tanti siti che nel mondo della pornografia la fanno da padrona, come Playboy, ma anche Youporn, xTube e le compagnie gestite dalla lussemburghese ManWin, la quale aveva già comunicato un paio di settimane fa che avrebbe fatto causa all'ICANN e all'ICM. il motivo è presto detto: la paura di perdere soldi.

Da ieri, insomma oltre 100 mila siti web sono apparsi con questo suffisso dando vita ad una nuova era per la pornografia online.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.197) 7 dicembre 2011 18:09

    Se scomparirà la pornografia dal web sarà la fine della libertà sulla Rete. Se riusciranno a confinare il porno e altro che non piace ai bambini sul top level domain xxx allora saremo entrati nell’era di Internet diventata televisione.

    Sandro kensan (che si scoccia di loggarsi ogni volta).

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares