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Servizio pubblico - l’età dell’innocenza

Nella piazza di Brescia, durante la manifestazione del PDL contro i magistrati (e in difesa dell'imputato leader, accusato di frode, prostituzione minorile, e altro) abbiamo visto una contro l'altra due Italie.

Due mondi che non riescono e probabilmente nemmeno vogliono, parlarsi.
I pensionati-moderati-popolo-della-televisione da una parte e lo stato maggiore dei berluscones.
E i giovani, disoccupati, precari, vicini ai centri sociali, gente che una volta votata a sinistra e che non ne può più di questo sfascio del paese.



Si legge sui giornali di una guerra tra anti e pro berlusconiani, come anche della guerra tra magistratura e politica. Abili nel nascondere le notizie, nel raccontare un paese che non c'è e nello spostare l'attenzione su questioni altri che non attingono alla questione.

Fare sesso in cambio di denaro o altro con una minorenne è reato, perché lo dice la legge, che considera la minore come una persona da difendere. Questo dice la legge. Fare pressioni su un funzionario pubblico per ottenere delle utilità in cambio di altro è un reato.

Di questo si dovrebbe parlare. E questo è chiamato ad accertare il processo di Milano, su Ruby e le cene eleganti.

Ieri sera a Servizio pubblico abbiamo rivisto le due Italie.
L'onorevole Santanchè che ha accusato la pm Boccassini di essere razzista, di fare pulizia etnica, di fare un processo sugli stili di vita. Quanti uomini avranno scheletri nell'armadio. Dall'altra parte il giornalista Travaglio che cercava di rimanere sui fatti. Che il processo è solo il processo può valutare dal profilo penale.

Poi ci siamo noi elettori, che sui fatti, anche quelli non penalmente rilevanti, dobbiamo giudicare l'uomo politico, chiamato a guidare il governo del paese. Per cui è imporante capire quanto sia coerente questa persona che difende la famiglia e poi si circonda di giovinette offerte da signori interessati alle sue ricompense generose.

"Mi trovi una ragazza che ha subito violenza... dove sono le vittime...", l'onorevole.


"Non è un processo per violenza sessuale", la risposta, forse inutile, del giornalista.

Ma in che paese sarebbe permesso che una persona sotto processo paghi delle persone chiamate a testimoniare al suo processo?

Tutto questo ci distoglie dall'osservare la situazione del paese reale: i giornali, gli stessi che insistono sul chiacchiericcio su Imu, legge elettorale, sulle riforme impossibili (perché non ci sono i soldi), ne parlano poco.

Ma c'è un paese che sta sprofondando nella miseria.
A Vittoria, in provincia di Ragusa, un uomo si è dato alle fiamme dopo che l'ufficiale giudiziario si è presentato col documento di sfratto. Qui ci sono 500000 aste giudiziarie di gente che non ha pagato i debiti con la banca, su 72000 abitanti.

È la metafora di un intero paese messo all'asta.



Che si sente ripetere le stesse favole, dalle stesse persone, con le stesse ricette (non ci sono i soldi, non possiamo farlo ora, ce lo chiede l'Europa, dobbiamo essere responsabili). E che nemmeno può scendere in piazza a sfogare la sua rabbia, perché è pure accusato di violenza.

La violenza che finisce sui giornali di cui sopra. la banciera bruciata, gli insulti di piazza.
Ben diversa dalla violenza che subiscono quelli cui è stato tolto il futuro e una speranza.

L'intervento di Marco Travaglio

Questo articolo è stato pubblicato qui

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