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Sensazionalismo e spettacolarizzazione delle notizie

La crisi economica, l'andamento quotidiano dello spread tra i titoli di stato tedeschi e italiani, i tanti movimenti di protesta che ormai “nascono come funghi”, i continui suicidi degli imprenditori, ecc. 

Notizie che ricorrono incessanti sui vari quotidiani o telegiornali e sui media in generale. Notizie alquanto gravi ma che i vari media tendono a enfatizzare, gonfiare, alzando talvolta i toni: tutto ciò per la ricerca di “sensazionalismo” o di “spettacolarizzazione” della notizia.

Le varie notizie che sanno di “emergenza”, di una continua e “perpetua” emergenza: notizie che “riempiono” la vita di ogni lettore o spettatore, notizie che si diffondono fuori ai bar, nei centri sportivi, negli uffici di lavoro e formano un immenso immaginario collettivo.

Siamo nell'epoca delle verità molteplici: tutto sembra fare notizia, tutto è scoop, tutto è da comunicare.

Sembra già passato un secolo da quando è caduto il governo Berlusconi e si è insediato il governo Monti: nella società della perpetua emergenza e del “presente perenne”, nella società delle molteplici notizie tutto va veloce, con una velocità che riduce le distanze e un avvenimento accaduto solo pochi mesi fa sembra già lontanissimo da noi.

I social network e soprattutto Twitter sono i portavoce di questi fenomeni socio-antropologici: ogni tweet è verità, ma è sostituito subito da quello successivo e da quello dopo ancora e così via...

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