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Sei bellissima ma impara a dirtelo da sola

Paci è il personaggio di un romanzo. È un’emigrante di origine venezuelana sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie. Questa è una pagina del suo diario.

C’era una ragazza.
In piedi. Gesticolava.
E lui sul motorino. Le mani giunte intrecciate. Le braccia sulle gambe. Ferme.
 
C’era una ragazza che lo guardava fisso.
Voleva guardargli gli occhi.
Ma il suo viso era piegato e guardava verso destra.
E lei poi non riusciva a mettere a fuoco niente.
Perché piangeva.
Lui, occhi secchi, bocca che muoveva le labbra non per parlare ma per obbligarsi a stare zitto. Le stringeva e le buttava fuori. E poi le ristringeva. Quasi se le mangiava.
 
C’era una ragazza che gli metteva quasi le mani sul viso. Mani rosse e bianche come quando le stritoli tra le dita e poi le apri a ventaglio. Come quando vorresti che qualcuno te le prendesse. E vuoi lui. E invece lui non te le prende.
E lui con le mani in mano. Già a casa, anche se sta ancora lì. Già con il borsone in mano. Anche se sta ancora lì. Già a calcetto. Anche se sta ancora lì. Ancora lì su quel motorino ad aspettare che lei finisca. Ad aspettare che lei faccia quello che dice: andarsene per sempre.
 
C’era una ragazza che con le lacrime finite e la faccia sfatta diceva: “Lo sai cosa vuol dire?”.
 
Non ho sentito la tua voce ma ho visto le labbra muoversi e l’aria uscire.
Mi è bastato.
 
“Lo sai cosa vuol dire?”.
Si, tesoro mio.
Lo sa cosa vuol dire.
Lui lo sa.
E se tu guardassi la sua faccia che non guarda te.
E se tu guardassi le sue mani che non prendono le tue.
E se tu guardassi le parole che non dice.
Lo sapresti anche tu cosa vuol dire.
Vuol dire che è finita.
La sua testa è piena di altro.
Il suo cuore è vuoto di te.
 
Non vi ho spiati.
Sono passata davanti a voi in macchina. Il tempo di una curva.
Ero quella nella macchina scura che ha fatto la curva vicino a dove stavate voi.
Tu non mi hai visto.
Piangevi.
Lui non mi ha visto.
Era già al calcetto.
Io ti ho vista.
Vi ho visti.
Ed è stata come una foto.
Vista e rivista.
Una foto che tutte le donne hanno nell’album della loro vita.
La scritta sotto dice “È finita”.
Ma noi non la leggiamo.
Sei bellissima, tesoro mio.
Impara a dirtelo da sola.
E imparerai a leggere le scritte sotto la tua vita.
Sei bellissima.
 
Foto: Emiilian Robert Vicol/Flickr
 

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