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Sciopero nell’industria tessile in Cambogia per un aumento del salario minimo

Venerdì 27 dicembre lo sciopero delle operaie e degli operai delle industrie tessili e calzaturiere in Cambogia ha fatto segnare una giornata di dure proteste di piazza che in almeno un caso hanno visto scontrarsi manifestanti e forze di polizia.

I lavoratori e le lavoratrici cambogiane sono scesi in sciopero per rivendicare l’aumento del salario minimo dagli attuali 80$ ai 160$ mensili, rifiutando la proposta governativa di aumenti di 15$. “Un aumento di 15$ non è nulla” ha dichiarato una delle operaie in sciopero. “Non possiamo vivere con così poco” ha aggiunto Sen Peak, un operaio tessile ventiduenne. La piattaforma rivendicativa prevede anche altre misure, tra le quali un buono pasti del valore di 3$ per tutti.

La GMAC (Garment Manufacturers Association in Cambodia, l’associazione di categoria degli imprenditori tessili) già giovedì aveva chiesto ai suoi aderenti di chiudere le fabbriche per una settimana, temendo che le manifestazioni potessero prendere di mira edifici e macchinari, in quelle aziende in cui una parte dei lavoratori non avesse aderito allo sciopero.

Al di là dell’allarme degli imprenditori, le proteste hanno visto una notevole partecipazione. Venerdì i manifestanti si sono scontrati con la polizia quando questa ha provato ad impedire che gli scioperanti entrassero nella Zona Economica Speciale di Phnom Penh, per evitare che questi incoraggiassero i colleghi ad unirsi alla lotta. Hanno poi bloccato anche un’arteria chiave delle infrastrutture stradali intorno alla capitale, resistendo a cariche della polizia armata di manganelli elettrici, scudi e pistole (da cui sono partiti colpi d’avvertimento, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa France-Presse) e hanno liberato la strada solo dopo che le autorità militari hanno rilasciato tre lavoratori che erano stati arrestati.



Anche in seguito alle proteste, il governo e i rappresentanti del Ministero del Lavoro hanno accettato di continuare le trattative con i sindacati e i rappresentanti degli imprenditori.

 

Fonti

The Phnom Penh Post
Radio Free Asia
The Wall Street Journal

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