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Sciopero dei lavoratori del Colosseo. Un altro decreto pieno di menzogne

di Vincenzo PALIOTTI

Ne sono state dette tante per una semplice assemblea sindacale, addirittura una sottosegretaria si è inventata un nuovo reato: “il reato in senso lato”. La stessa, insieme al sindaco Marino ha preso le difese dei turisti, quelli che arrivano oltre oceano e che, fanno capire loro, hanno perso l’occasione della vita per visitare il Colosseo per colpa del personale che, pensate un po’, pretende che gli venga retribuito il lavoro straordinario senza ringraziare Dio, e chi per esso, che prendono già quello ordinario.

Non fa nulla che la cosa si ripete da un anno e mezzo, non fa nulla che i media di “regime” si sono ben guardati di pubblicare il motivo dell’assemblea, e non fa nulla se la gente poi se la prende con quei “mascalzoni” che danno un’immagine sbagliata dell’Italia. Tragicomica la dichiarazione del ministro Franceschini: “la misura è colma”. Non ho capito se si riferiva allo schifo che questa faccenda andava avanti da un anno e mezzo, o che la misura è colma perché non hanno tagliato a sufficienza i diritti dei lavoratori. Ma forse quella misura è colma è la solita trita e ritrita solfa del qualunquista della strada che la gente vuole lavorare poco e guadagnare molto, cosa che avranno di certo, aggiungo io, appreso da chi rappresenta il Paese, compresa la signora Barracciu che con uno stipendio che richiederrebbe competenza e capacità non sa distinguere un reato da un diritto.

A parte il fatto che le cose si sono svolte nel modo più limpido e regolare possibile – lo sapevano tutti anche il premier/segretario, anche il “dormiente” del Quirinale -, mi meraviglio che tutti questi personaggi, e ci metto anche, e purtroppo, il sindaco di Roma, pensino con la loro mentalità e non con quella del turista. Parlano di visite di una città come Roma, piena di cose da vedere, come una tappa “mordi e fuggi”, impossibile anche agli italiani stessi, se vuoi vedere qualcosa a Roma ci devi stare almeno tre o quattro giorni, e non sono neppure sufficienti. Pensate ad uno che parte da New York e dice agli amici che gli chiedono dove vai: “faccio un salto a Roma a visitare il Colosseo”: spero però che non ci siano intoppi sennò ho buttato via i soldi del biglietto aereo ed il soggiorno in hotel. Neppure un provinciale, con tutto il rispetto, tipo i fratelli Capone, Totò e Peppino, che si vestivano da milanesi con cappotto di pelliccia e colbacco in piena estate perché a Milano fa freddo, arriverebbero a questo. Ma chi ci crede?

Per evitare code di persone che attendevano inutilmente sarebbe bastata una corretta informazione, avvisare cioè tutti, anche gli alberghi con una semplice comunicazione che il tal giorno le visite sarebbero cominciate più tardi rispetto all’orario normale specificandone i motivi e nessuno si sarebbe né offeso né meravigliato. Questa per esempio era la prima cosa che si faceva, e si fa, quando negli alberghi c’è agitazione sindacale, se non proprio uno sciopero. Ma questa volontà non c’era, perché si doveva creare l’incidente per poi strumentalizzarlo a loro uso e consumo ed attaccare quei diritti che per tutte le persone ed i popoli civili sono sacrosanti.

Il diritto di sciopero e di assemblea è una conquista sociale, fa parte del progresso e non del regresso al quale mirano Renzi e la sua corte di “esperti”. Ho vissuto 40 anni nel settore turistico alberghiero, e vi posso assicurare che anche in quell’ambito di servizi l’ospite è preparato a questa evenienza e la prende con la giusta filosofia, da vero cittadino civile, naturalmente con le dovute eccezioni che sono previste in ogni caso.

Ci sono poi le polizze assicurative che le agenzie, soprattutto quelle oltre oceano, stipulano con il viaggiatore dove ogni disagio è compensato adeguatamente, per cui nulla perde il viaggiatore ammesso che non si riesca a cambiare l’itinerario delle visite posponendo quella al Colosseo e cominciando da altro sito archeologico o museo che si voglia. Ma anche di questo non si parla perché l’informazione va in una sola direzione.

Una farsa vera e propria quindi, una scusa che si può paragonare a quelle che usano i dittatori di ogni latitudine per condizionare l’opinione pubblica facendo quindi credere che certi provvedimenti, come eliminare i sindacati, sono nell’interesse del Paese. E da questa faccenda sta venendo fuori che tutte le cariche dello Stato, anche le più alte, erano a conoscenza e si erano preparati per questa “sparata” che è culminata con il decreto sui siti archeologici, naturalmente perché la misura è colma.

Non mi soffermo sulle dichiarazioni del premier/segretario che sanno sempre di propaganda e si ricollegano a quelle bugie che i caudillos e i dittatori utilizzano allo scopo di screditare gli avversari politici e giustificare le loro nefandezze! Quelle dichiarazioni di Renzi fanno il paio con la “misura è colma”, e ancora peggio quelle del “garante” “bisogna disciplinare lo sciopero”: dove lo sciopero l’hanno visto solo loro. Mi sembra veramente di essere ritornati al periodo della DC, con tutti questi attacchi ai diritti, alle “libertà” in norme dell’immagine e dell’interesse del paese.

Allora si scendeva in piazza più spesso di oggi, dovremmo cercare di riprendere questa abitudine. Il personal computer, il tablet sono ottimi strumenti di comunicazione ma non potranno mai sostituire la folla che riempie piazze e strade e dà al “nemico” un’idea di quanti siamo a contestare questo “manipolo” di ignoranti, di arroganti, nemici della democrazia e della libertà.

Riguardo all’immagine, siamo alle solite e ormai ben note ipocrisie di chi predica bene e razzola male. Credo che ci si dovrebbe vergognare e preoccupare dell’immagine se si venisse a sapere il motivo dell’agitazione. Certo non ci fa una bella figura il ministro della “misura è colma” se si viene a sapere che non paga gli straordinari ai dipendenti da un anno e mezzo.

E quando si verrà a sapere che nel paese di Renzi e di Franceschini, è possibile offendere una donna di colore dandole dell’orango senza pagare per questo nessuna conseguenza, sai che immagine…

E se informiamo che i soldi spesi da Renzi per andare a vedere una finale di tennis a New York, con la scusa che c’erano due italiane in finale, saranno a carico dei contribuenti, dove qualcuno potrebbe anche pensare a un reato vero, non in senso lato, che è il peculato, azione punibile dal codice penale, art. 314, come si porrà la nostra immagine?

Per cui non c’è da credere a questi vergognosi , non ci facciamo ingannare più di quanto non lo stiano facendo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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