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Santo Barbaro: i musicali transiti dell’ombra

A fine novembre esce “Navi”, il nuovo cd dei Santo Barbaro. Una svolta rispetto ai lavori precedenti

 

Archi, pianoforti e l’incalzante presenza di synth e lamiere. E tanta poesia esistenzialista, “ermetica”, sofferta, fosca e segreta. Ombre che si sciolgono in una musicalità irta, indocile, penetrante, incantevole quanto sfuggente. Potrebbero essere queste le cifre artistiche di Navi, terzo disco dei Santo Barbaro, il duo forlivese composto da Pieralberto Valli (voce e basso) e Franco Naddei (conosciuto anche come Francobeat; synth e manipolazione del suono), con la partecipazione nei live di Davide Fabbri ai synth ed Enrico Mao Bocchini alla batteria e alle lamiere. L’uscita del cd è prevista per il 29 novembre.

Oltrepassando chitarre e carezze da cantautore del precedente album (Lorna), navi si cala in un contesto fatto di elettronica, new wave e sperimentazione, entro il quale i due protagonisti di santobarbaro raccontano con raffinatezza – anche lessicale – angosce interiori, con toni, pathos, pudori e cripticità liriche che a volte ricordano il primo Alan Sorrenti (Aria; Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto), anche per le vocalità lacerate e laceranti, e, andando a tempi più recenti, i Diaframma. Parole strazianti come metafisici strappi, quelle della voce intimista e magica, in grado di infinite modulazioni e interpretazioni, di Valli, accompagnate da singolari suoni di pianoforti, archi, bassi elettrici, sintetizzatori vecchi e nuovi, lamiere di titanio, mai invasivi, tutti in funzione della parola e della creazione di perfette ed equilibrate atmosfere che coinvolgono e suggestionano l’ascoltatore.

Dieci brani avvolgenti e indimenticabili, asfittici, accecanti, maudit. Imperdibile l’ossessiva, ipnotica, drammatica "Io non ricordo", che trasporta l’ascoltatore in un microuniverso dal sapore lynchiano («La neve copre ogni cosa / copre anche me / […] / Tu guardi / e non salvi mai»). Ritmi ammalianti in "Quercia", una sorta di viaggio carovaniero lungo sentieri onirici inesplorati e inquietanti («Non sono sveglio / portami via con te»). Abbandono completo al fluire delle cose in "Transit". Ma tutti pregevoli anche gli altri sette brani – e ci sia consentito ancora di invitare all’ascolto dei suoni di "Prendi me", in particolare del pianoforte che punteggia la prima metà del pezzo. Con Navi il gruppo ha deciso anche di uscire dalle logiche delle etichette discografiche producendo il disco in maniera totalmente autonoma (l’unico logo è quello del Cosabeat Studio dello stesso Naddei). Il cd è arricchito dalle illustrazioni di Toni Demuro, mentre Silvia Camporesi (artista e fotografa di fama internazionale) cura il videoclip in stop-motion del brano terzo paesaggio (vedi http://vimeo.com/50161100). Infine una minibiografia del gruppo.

La nascita dei Santo Barbaro risale al 2007. Del 2008 è l’esordio autoprodotto "Mare morto", valutato dalla critica come uno dei migliori dischi dell’anno e stampato in un libretto corredato dalle foto allucinate di Francesco Fantini. Nel 2010 Ribéss Records ristampa "Mare morto", accompagnandolo con una raccolta di racconti intitolati "Un giorno passo e ti libero" in un cofanetto illustrato da Alessandro Degli Angioli. Cambiati vari componenti del gruppo, a fine 2010 esce, ancora per Ribéss Records, "Lorna". L’elettronica dolce e/o amara sembra prevalere sul folk sperimentale del primo disco. Fino all’ulteriore varo di "Navi", un viaggio per il fruitore attraverso un mare punteggiato da scogliere assai perniciose. Ma misteriosamente affascinanti. Come, non a caso, nel pezzo finale, nove navi.

Per ulteriori informazioni ed eventuali contatti: [email protected][email protected]http://santobarbaro.org/http://www.facebook.com/pages/santo-barbaro/100236934622.

Leggi (e ascolta) anche: Altro che musica-spazzatura…I’m god’s lonely manL’anti-jazz dei Junkfood.

Rino Tripodi

(LucidaMente, anno VII, n. 84, dicembre 2012)

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