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Salvini-Di Maio, crisi rinviata. Ma che succede se si va ad elezioni anticipate?

Simulazione: con il Rosatellum il centrodestra avrebbe un’enorme maggioranza. E se invece la Lega andasse da sola?

di Matteo Cavallare e Andrea Viscardi

 
 

 

Dopo la decisione del Movimento 5 Stelle di sostenere la candidatura di Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione europea, il rapporto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sembra essere ormai vicino al punto di non ritorno. Proprio nella serata di ieri le voci riguardo ad un’imminente apertura di una crisi di Governo si erano susseguite, salvo poi rientrare in tarda nottata con una secca smentita proprio del leader leghista.

Qualora la crisi arrivasse, il Quirinale è stato estremamente chiaro: prima di permettere un ritorno alle urne, è sua intenzione dare la parola alle forze politiche e verificare la possibilità di trovare una nuova maggioranza. Ma se ciò non fosse possibile, quali sarebbero gli scenari? Abbiamo simulato l’esito di eventuali elezioni anticipateutilizzando i dati della nostra ultima Supermedia, ed ecco cosa ci raccontano.

Ipotesi 1 – Centrodestra unito

Il primo scenario che abbiamo simulato è quello che vede le elezioni anticipate svolgersi con le stesse alleanze e coalizioni che abbiamo osservato nelle elezioni Politiche del 4 marzo 2018. Da una parte il centrodestra unito, formato prevalentemente da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dall’altra un centrosinistra composto da Partito Democratico e Più Europa. Quindi, in corsa solitaria, il Movimento 5 Stelle.

In questo scenario, il centrodestra trionferebbe, ottenendo 413 seggi su 618 alla Camera, e ben 208 su 309 al Senato, aggiudicandosi quindi oltre i due terzi degli scranni disponibili.

La mappa che mostra la distribuzione dei collegi uninominali alla Camera è eloquente, con il centrodestra che ne vincerebbe ben 209 su 230. Il Movimento 5 Stelle si fermerebbe a 10, perdendo tutta la Sicilia tranne il collegio di Siracusa e resistendo, nel resto d’Italia, solo in alcuni dei collegi della provincia di Napoli. Situazione simile per il Partito Democratico che, con 11 seggi, sarebbe in grado di arginare l’avanzata del centrodestra solo nell’area intorno a Firenze, nei collegi centrali delle città e nelle roccaforti rosse: Livorno, Firenze, Bologna, Imola, Modena e Reggio Emilia, strappando anche un seggio a Torino centro.

Nell’uninominale del Senato, la situazione sarebbe ancora più estrema: il centrodestra lascerebbe vincere agli avversari solamente 7 collegi, concentrati per il centrosinistra nell’area tra Firenze e Bologna, e per il M5S in quella di Napoli e provincia.

Ipotesi 2 – Lega e Fratelli d’Italia

La seconda ipotesi sulla quale abbiamo basato una delle simulazioni è che Lega e Fratelli d’Italia stringano un patto e decidano di correre insieme, escludendo però Forza Italia. Le altre coalizioni sono le stesse prese in considerazione nell’ipotesi 1. Il risultato è in questo caso meno netto, ma questo centrodestra in versione “sovranista” otterrebbe comunque una larga maggioranza in entrambe le Camere, con 180 Senatori su 309 e 351 Deputati su 618.

Osservando la mappa dei collegi uninominali, si nota quanto l’assenza di Forza Italia possa incidere nel Centro-Sud e del Sud: senza il partito di Berlusconi, infatti, l’asse Salvini-Meloni si fermerebbe ad “appena” 176 collegi su 230, e non sarebbe in grado di sfondare nelle aree di forza del M5S (che vincerebbe così in 31 collegi), a partire dalla Sicilia. Più simile al precedente, invece, il quadro del centrosinistra (23 collegi vinti). Il Partito Democratico recupererebbe però alcuni collegi importantissimi, come quelli dell’area urbana di Milano e di Torino.

Al Senato, la situazione sarebbe simile: Lega e Fratelli d’Italia vincerebbero in 93 collegi uninominali, il Movimento 5 Stelle in 14 e il centrosinistra in 7. Si notano però alcune piccole differenze rispetto alla Camera. A causa della diversa conformazione dei collegi, l’asse Lega-FdI sarebbe capace di vincere in più aree del Centro-sud e del Sud, della Toscana e dell’Emilia-Romagna.

Ipotesi 3 – Lega da sola

La terza ipotesi è che la Lega affronti la competizione elettorale da sola, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia decidano di correre insieme. Uno scenario di questo tipo non sarebbe in grado di determinare alcun vincitore: la Lega, per quanto prima forza, si fermerebbe a 283 seggi su 618 alla Camera, lontana dai numeri necessari per ottenere la maggioranza.

Anche al Senato il partito di Matteo Salvini si fermerebbe ben al di sotto della maggioranza assoluta, con 142 seggi su 309. In entrambe le Camere, però, il centrodestra sarebbe comunque in grado di formare un Governo con un accordo post-elettorale tra i 3 partiti.

Le mappe dei collegi mostrano come questo sia uno scenario decisamente più combattuto, sia alla Camera che al Senato. Il predominio della Lega nel Centro-Nord (dal Lazio in su) sarebbe netto, con poche “isole rosse” limitati alle zone urbane di Roma, Milano e Torino e ad alcuni collegi in Toscana ed Emilia-Romagna. Al Sud la sfida con il Movimento 5 Stelle sarebbe serrata, e quasi tutti i collegi sarebbero in bilico: in alcuni casi sarebbe competitivo sia il centrosinistra sia addirittura (in Calabria e Sicilia) il “centrodestra ridotto” FI-FdI.

NB: Elaborazioni realizzati sulla base dei risultati reali di scrutinio delle Europee 2019 a cui viene applicato uno swing nazionale uniforme (UNS – si suppone cioè che la differenza rilevata nazionalmente sia distribuita in maniera identica su tutto il territorio nazionale).

Questo articolo è stato pubblicato qui

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