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Salviamo "Corte Grande" del Palladio

“Villa Serego detta Corte Grande” nel censimento dei “Luoghi del cuore 2012” a cura del FAI (Fondo Ambiente Italiano) ha ottenuto 10.920 voti. La Corte di Veronella si è classificata 19° a livello nazionale e 3° in Veneto. Un plebiscito che dimostra il sostegno dei paesi limitrofi, di tanti comuni della Regione e dello speciale testimonial, Giovanni Rana, che in Corte Grande è vissuto da bambino.

Tutti impegnati a salvare un’opera veronese del Palladio, un architetto patrimonio dell’umanità.

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Crollano le scuderie di Corte Grande

Veronella si è mobilitata per salvare Corte Grande. La storica dimora dei vicentini Conti di Sarego è stata inserita dai cittadini tra i “Luoghi del cuore” del FAI Fondo Ambiente Italiano, il censimento annuale dei luoghi italiani più amati e meritevoli di protezione.

L’edificio si è classificato 19° a livello nazionale e 3° in Veneto, con 10.920 segnalazioni, tantissime per un paese di 4700 abitanti. Il plebiscito per la Corte è stato spinto dalla fama dello speciale testimonial, Giovanni Rana che in quel luogo ci è vissuto, e con l’aiuto di tanti comuni limitrofi, grazie al nome di Andrea Palladio, progettista delle barchesse della Corte dei Sarego. 

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Lo squarcio nella barchessa del Palladio
Dal 2012 sulla più grande barchessa esistente progettata da Andrea Palladio è presente questo crollo, che sta peggiorando

Villa Sarego detta Corte Grande è un'antica struttura collocata nel cuore del comune di Cucca (antico nome di Veronella), nel punto in cui si era sviluppato il vecchio nucleo abitativo del paese, identificato con il castello che nel 1383 fu donato da Antonio della Scala a Cortesia Marassi di Sarego. Lo splendore della Corte è testimoniato dalla visita avvenuta nei giorni 4 e 5 novembre 1532 dell'imperatore Carlo V, ospite nel Castello dei Sarego. La Corte, nei secoli, venne trasformata a servizio del fondo rurale: nel 1564 il grande architetto Andrea Palladio, ricevette l'ordine per una riprogettazione, rifacimento che rimase incompiuto. Nella riorganizzazione della struttura, che prese il nome di Corte Grande, furono inseriti il brolo, le abitazioni dei fattori, una scuderia e le stalle, depositi, magazzini e le caratteristiche barchesse a forma di "L" addossate alla chiesa parrocchiale di cui i Sarego erano juspatroni.

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Foto area Corte Grande nel 2007
La vastità degli oltre 30.000 mq di Corte Grande a Veronella, come era nel 2007

Lo studioso dell’Università di Verona, dott. Giulio Zavatta ha studiato negli ultimi anni i documenti d’archivio sulle trattative intercorse tra il Palladio e i committenti Sarego: “Il 23 agosto 1564 Federico di Serego, pagò il Palladio per avere rivisto il disegno della fabbrica di Cucca. Nel 1565 fu redatta una lista di legnami da costruzione per le capriate lignee, segno che siamo arrivati al tetto della barchessa. Le barchesse giunsero alla costruzione di 23 archi, poi nel 1567 la costruzione si fermò. In seguito però, Federico di Serego chiese al Palladio il disegno della pianta per una villa ed un prospetto. I conti Serego contestarono il progetto all’architetto, il quale rispose rivendicando le proprie ragioni, tanto che nel 1570 tornò alla Cucca per parlare della fabbrica, un progetto che i Serego non attuarono per intero”.

Gli studi del Dott. Zavatta sono stati pubblicati a fine 2012 nel volume “Palladio nel colognese” a cura dell’Associazione Adige Nostro.

Da oltre 10 anni, la Corte è chiusa e pericolante e il terremoto 2012 ha causato ulteriori danni, oltre alle pessime condizioni meteo con piogge insistenti tutto l’anno che causano marciume e crolli delle strutture.

I cittadini sperano che la raccolta firme per il FAI e la pubblicazione degli studi sul Palladio e i Sarego, possano sbloccare la situazione, magari ottenendo la tutela dell’UNESCO, come le altre ville palladiane.

Intanto sono partite nuove iniziative a tutela della Corte, con collaborazioni con l’Istituto Regionale Ville Venete, Italia Nostra Sezioni di Verona e Medio e Basso Vicentino, il Collegio dei Geometri veronesi. Hanno visto dall’esterno la Corte esponenti politici come Magdi C. Allam e Alessandra Moretti, candidata alla Presidenza della Regione Veneto, dichiarando il loro interessamento. Ma il problema fondamentale è la proprietà privata, del tutto sorda ai richiami di cittadini e istituzioni. 

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