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 Home page > Tribuna Libera > Salute mentale e consumo di psicofarmaci: testimonianza

Salute mentale e consumo di psicofarmaci: testimonianza

Salute mentale: è importante parlarne sempre e rompere questo muro di silenzio 

 

Pubblichiamo con molto piacere un post comparso su facebook che parla dell'esperienza di una ragazza, in cui scrive su salute mentale, farmaci e dipendenze, conseguenze e talvolta non competenza degli psichiatri. 

Buona lettura. 

 
Oggi sono stata invitata in questo gruppo tramite un altro, e ne sono onorata. Faccio una premessa iniziale: le persone di questi gruppi sono adulte, intelligenti e consapevoli della propria condizione. Nessuno vuole DEMONIZZARE la psichiatria, poiché tutti sono consapevoli del ruolo fondamentale degli psicofarmaci, bensì si vuole aiutare ad essere più vigili e coscienti nei confronti dei loro effetti collaterali (soprattutto a lungo termine) e si vuole aiutare e supportare chi è in quel limbo della diminuzione graduale dei farmaci. Questa è di solito la fase più difficile, ancora più difficile per chi la deve affrontare da solo. Non tutti i medici accompagnano adeguatamente i propri pazienti in questa fase, perciò l'esperienza di chi ha superato questa fase può risultare preziosa per non cadere nel baratro. Si parla soprattutto di benzodiazepine che sono "famose" per la dipendenza che creano e per l'estrema difficoltà di eliminarle, anche gradualmente.
 
Quindi nessuno dice "i farmaci non servono a niente", ma diciamo piuttosto "i farmaci prescritti ad oltranza per anni, senza consigliare un supporto psicologico, senza mettere in guardia dagli effetti collaterali, senza promuovere un (re)inserimento sociale, senza considerare il contesto e la vita di una persona, rischiano di diventare un pericolo".
Quello della salute mentale è uno tra i tanti temi che non hanno l'attenzione che meritano. È un aspetto fondamentale della vita di tutti, tocca singolarmente ognuno di noi, eppure su questo tema c'è tanto oscurantismo e ignoranza, che sfociano nella vergogna e nell'isolamento. Chiunque, per un motivo o per l'altro, dalla comune ansia allo stress lavorativo, dagli attacchi di panico occasionali alla depressione cronica, per riprendersi dopo un lutto o per curare una grave psicosi ha mai fatto uso di psicofarmaci, anche per un breve periodo della propria vita, conosce la fondamentale importanza di avere qualcuno su cui contare e con cui confrontarsi. Spesso si arriva a questa conclusione molto tardi, dopo aver trascorso un periodo di isolamento e distacco dalla realtà, in cui il farmaco appare come la bacchetta magica e lo psichiatra come una divinità. C'è la fase in cui i farmaci agiscono sui sintomi, in cui ti affidi totalmente ai medici e speri che vada meglio.
 
Poi i primi effetti collaterali, la voglia di riprendere in mano la propria vita che viene ostacolata dalle limitazioni dei farmaci, i medici che sembrano robot e ti prescrivono a vita le stesse cose, incuranti degli effetti collaterali e della vita che ti scorre davanti facendoti sentire impotente. Poi arriva la consapevolezza, la forza di volontà e lo spirito critico. Segui i consigli dei medici ma inizi a fare più domande e più proposte, prendi delle decisioni e chiedi al medico di adeguarsi. In fondo, dopo più di 2000 euro ricevuti potrebbe fare uno sforzo. Pian piano ti rialzi, ci sono i momenti di smarrimento, l'assuefazione da farmaci e mille altri problemi a cui nessuno ti ha preparato e in cui nessun medico ti ha guidato come avrebbe dovuto.
 
Infine fai dei tentativi con alcuni farmaci, togli una goccia ogni settimana, vedi come va, ormai conosci te stesso e i farmaci come il palmo delle tue mani. Infine è il medico a darti ragione e ad essere soddisfatto del risultato.
 
Dopo questo romanzo, voglio solo dire che non bisogna affidarsi ciecamente ai farmaci e agli psichiatri, ma bisogna mantenere il senso critico e pretendere una cura ottimale e personalizzata. Mi fa rabbia che a certe conclusioni ci sia dovuta arrivare io da sola e che abbia dovuto prendere decisioni importanti da sola, perché è facile studiare la teoria, ma poi nessuno pensa alle limitazioni e alle crisi di astinenza che manco le peggiori droghe. Io ho avuto la fortuna di avere due genitori saggi e molto elastici mentalmente, che hanno saputo fare tesoro delle esperienze negative. Ho avuto degli amici che sono rimasti al mio fianco. Ho avuto persone troppo importanti che mi hanno sempre sostenuto. Per non parlare di chi si è trovato nella mia stessa situazione e mi ha saputo dare ottimi consigli.
 
Non siete rifiuti della società, non siete meno forti, non siete difettosi, non siete anormali. Ricordate sempre da dove siete partiti e guardate dove siete ora, siate fieri di voi stessi. 
Questo articolo è stato pubblicato qui

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