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Sacra Corona Unita. Militari in caserma, siano i cittadini e la politica a rispondere

Dovrebbe essere normale: i militari in caserma, i cittadini in piazza, come auspicato nel titolo di un articolo del quotidiano online Mesagne Sera, che riporta alcune dichiarazioni di Pompeo Molfetta, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in consiglio comunale a Mesagne (Brindisi) intorno all’ipotesi di utilizzare l’esercito contro la recrudescenza del fenomeno mafioso dopo le recenti azioni intimidatorie opera della sacra corona unita (scu), che lo scorso 24 agosto ha colpito con una bomba il portone d’ingresso dell’abitazione dell’imprenditore Luigi Devicienti, già vittima di un attentato incendiario appena un mese prima.

L’idea di utilizzare i soldati è del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. All’ipotesi Sel è assolutamente contraria per due ragioni: «la prima è che quando ciò è stato fatto non ha prodotto gli effetti sperati», ha detto Molfetta; «la seconda è che per noi resta valido il principio che i militari devono stare nelle caserme e i cittadini nelle piazze». Molfetta ha invece auspicato la concretizzazione di un’altra promessa, quella di aumentare di 25 unità la presenza delle forze dell’ordine in città: "Speriamo che ciò non avvenga per semplice e provvisoria rotazione spostando lo stesso gruppo di uomini da una città all’altra sulla scia dell’ultima bomba ma che avvenga in maniera stabile e duratura dotando le caserme non solo di uomini ma anche di mezzi e di capacità investigativa. Auspichiamo una più equilibrata ed efficace integrazione nelle funzioni di controllo del territorio e di investigazione fra i differenti corpi di polizia, tenendo conto per esempio che il comando dei carabinieri di Mesagne è clamorosamente sotto organico da anni perché nel “valzer delle caserme” noi perdemmo uomini per favorire la costituzione di una nuova compagnia a S. Vito e non vorremmo che gli stessi militari oggi facessero il percorso inverso".

Mesagne, soprattutto, rifiuta di essere considerata città di mafia e mafiosi. È dunque necessario che alle provocazioni della criminalità organizzata rispondano in primo luogo la cittadinanza e la politica. Naturalmente anche lo Stato dovrà fare la sua parte, ma questo sarà possibile soltanto assegnando alle forze dell’ordine le unità e i mezzi necessari (crisi o non crisi), una condizione senza la quale qualsiasi ipotesi di impiego dell’esercito corrisponde a un esercizio di pura propaganda. Stamattina, in ogni caso, davanti al commissariato stazionava un blindato dell’esercito. È solo un caso o la linea Mantovani è già prevalsa?

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