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S. Lorenzo 2012: non solo stelle, ma anche miti cadenti

In barba all’annata aggiuntiva sulle spalle, ho puntualmente voluto ritagliarmi la sosta di rito nel mio “osservatorio” privato, ben al buio, appoggiato a un muretto della terrazza.

Sotto il profilo strettamente atmosferico, la serata è ottima e ideale per la finalità insita nello sguardo fisso e paziente verso l’alto, ossia la coperta, color blu scuro intenso, costellata da un indeterminabile numero di lumicini brillanti e scintillanti.

Sennonché, questa volta, sulla scena, viene improvvisamente a irrompere un diavoletto, lasciando subito affiorare il rischio del pregiudizio dello spettacolo. Beninteso, niente corna o mani armate di tridente, l’intruso si manifesta nelle sembianze delle sciabolate luminose, scaricate, su un arco d’angolo di circa 90 gradi, dall’alta antenna o cuspide di una vicina, mega discoteca.

A onor del vero, non una novità in assoluto, risalendo l’installazione ad alcuni anni addietro, tant’è che, in un altro scritto estivo, ebbi ad invocare, ovviamente inascoltato, gli imprenditori ideatori del marchingegno, di lasciarci le nostre notti salentine, senza interferenze artefatte e disturbatrici.

Tuttavia, mai avrei immaginato che tali stilettate, giranti e invasive, si materializzassero proprio la sera, la notte del 10 agosto. Invece, localmente, si è determinato un guaio e un guasto per la tradizionale coltivazione di costumi, visioni ed effetti emotivi, in una ricorrenza laicamente canonica e speciale.

Meno male che, come sentire personale, in ultima analisi, sono portato a dire pazienza, giacché, per fortuna, il desiderio di un contatto e di un breve colloquio con almeno un segno luminoso saettante nelle tenebre ha trovato esaudimento anche nell’ultima occasione, esattamente quando l’orologio segnava le ventuno e diciotto.

S. Lorenzo e stelle a parte, si ha la sensazione di vivere in stagioni caratterizzate soprattutto da cadute di miti, a cominciare da sovrani, principi e teste coronate varie (restano in piedi, solidi e dotati di ricchi forzieri, emiri, sceicchi e sultani), con l’unica eccezione, forse, che ancora resiste in terra britannica. Un esempio concreto di blasoni dissoltisi, di figure nobili e d’elite scadute a comuni, quando non precipitate ancora più, è, incidentalmente, a portata di mano da queste parti, nel basso Salento. Si tratta, chiaramente, di un accenno, un aspetto e un’implicazione, per tutt’altra storia, non esclusivamente d’agosto.

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