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Russia. Un imprevedibile effetto matrioska nel giorno della Vittoria

La sera dell’8 maggio, nel quartiere di Kitaj Gorod, vicino al Cremlino, ha avuto luogo un altro meeting con alcune centinaia di militanti. I due leader della protesta antiputiniana, il blogger Alexej Navalni e l’attivista del Fronte di Sinistra Sergei Udal’tsov, sono stati nuovamente arrestati. Un centinaio di partecipanti ha continuato il sit-in fino al mattino, quando la polizia in tenuta antisommossa ha sgomberato, anche con alcune decine di fermi, il gruppo. Entro la giornata sono state arrestate più di 200 persone, tra cui la socialista Kseniya Sobchack e il deputato della Duma Dmitry Gudkov.

Ieri si celebrava la Giornata della Vittoria della Russia comunista sulla Germania nazista, una delle feste più sentite nel Paese. In mattinata Vladimir Putin, nel corso della tradizionale parata celebrativa di Piazza Rossa in onore dei veterani, ha ribadito la necessità di una rigida politica di sicurezza globale “e del grande diritto morale di rimanere sulle nostre posizioni, soprattutto alla luce di quanto il nostro Paese ha sofferto a causa del nazismo”. Già in passato era costume da parte dei leader sovietici utilizzare la politica internazionale per ottenere consenso e per giustificare le manovre repressive in nome dell’unità interna ad ogni costo.
 
Da più di una settimana sit-in e manifestazioni, nonostante i pronti interventi della polizia, sorgono incessantemente nei punti nevralgici della città: la Piazza Rossa, Kitaj Gorod, ulitsa Tverskaja, Nikitskij bul’var.
 
Domenica 6 maggio la manifestazione più imponente, non a caso ribattezzata la “marcia dei milioni”, ha visto radunarsi quasi 100.000 manifestanti (10.000 secondo le stime degli organi ufficiali di Mosca) in piazza Bolotnaja. La polizia ha reagito violentemente, tentando di disperdere la folla con spray al pepe, fumogeni e colpi di manganelli. Numerose sono le segnalazioni di atti di violenza dirette contro i giornalisti, tra cui due del NTV, unico canale indipendente di una certa rilevanza, mentre quattro poliziotti sono rimasti feriti. In quell’occasione sono state arrestate più di 600 persone. Tra queste il famoso leader di SolidarnostBoris Nemtsov, che è stato rilasciato in giornata per essere poi arrestato il giorno successivo, durante il quale sono state arrestate circa 300 persone che manifestavano contro le azioni repressive avute luogo il giorno precedente.
 
Il giorno di inaugurazione di Vladimir Putin ha visto varie e sporadiche proteste in tutta la città, come anche numerose detenzioni di alcuni cittadini che, seduti nei caffè, indossavano il nastro bianco, simbolo del movimento per le “Elezioni pulite”. Secondo il Moscow News, la polizia è entrata al John Donne e al Jean Jacques café, locali frequentati dall’intelligencija liberale moscovita, portando a forza nei furgoncini militari sparsi nella zona gli avventori in nastro bianco, tra cui anche Boris Nemtsov. Dalla stessa area del Nikitskij bul’var circa 200 persone si sono dirette a Čistye Prudy, dove il 5 dicembre 2011 si era tenuta la prima manifestazione postelettorale e dove sono continuati gli arresti.
 
Insieme ai nastri bianchi hanno sfilato quelli tricolore, che il movimento giovanile filo-putiniano (“Naši”, ovvero i “nostri”) ha offerto alle opposizioni come simbolo di alternativa cromatica e politica. Fino ad ora nessuno dei “nostri” è stato arrestato e su Twitter Katerina Vinokurova informa che dalla radio della polizia è stato ordinato: “Cercate di non mescolare i nastri bianchi con quelli tricolori come è successo l’altra volta”.
 
Sono stati segnalati atti di forza contro i civili che da via Tverskaja tentavano di avvicinarsi al Cremlino. Le strade principali sono state bloccate ed il centro attorno al Cremlino è reso inavvicinabile da uno stretto cordone di poliziotti in antisommossa e furgoni carichi di militari, posizionati da giorni anche agli accessi delle stazioni. Le principali fermate del metrò sono state bloccate durante l’inaugurazione, creando numerosi disagi.

Al momento gli oppositori si stanno radunando nuovamente a Čistye Prudy, altri attraverso Twitter si danno appuntamento alla Lubjanka (ex, o presunata tale, sede dei servizi segreti) in un evento definito ironicamente “guljan’e” (passeggiata o anche festività popolare).
 
Sergei Udal’tsov, presentatosi in tribunale intorno alle 18.15, afferma che lo stanno intenzionalmente isolando dalla società, mentre Alexej Navalnj, anch’esso ancora in detenzione, lancia l’appello a scendere in strada e documentare gli avvenimenti. Ancora non sappiamo come si è concluso questo Giorno di Vittoria in cui un evento popolare si svolge, come una matrioska, l’uno dentro l’altro.
 

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