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Ronaldinho + Napoli pulita contro l’opacità del Premier brillante


Dopo i fiammeggianti fuochi artificiosi dei periodi pre e post elezioni, con la quasi totale occupazione dell’agenda setting italiana (le prime pagine dei giornali si accaparrano sia quando si dichiara col sorrisetto che tutti i magistrati devono sottoporsi per legge ad esami psichici, sia quando il giorno dopo si confuta quanto detto, sia quando dopo due giorni si parla di una strumentazione dell’altra parte politica: imparate come si fa per avere visibilità sui media, capre!), il Premier Berlusconi con l’arrivo dei calori estivi è parso molto ondeggiante nelle sue rotte di consenso popolare (oggi Veltroni è una risorsa da cui succhiare energia, domani è un disfattista), troppo indaffarato in fatti giustamente suoi che poco danno all’immagine (lodo Alfano in primis) e alquanto opaco nelle sue uscite nazionali e internazionali, costretto a stare nei ranghi da un paese boccheggiante per l’afa e le condizioni economiche.

 

 

Basta un attimo di brillio offuscato e in Italia cali nei sondaggi. Berlusconi lo sa benissimo e per mettere una pezza a questo suo leggero declino in popolarità, ha deciso di metterne due, ché detergano gli aloni e ridiano splendore all’immagine dell’imprenditore-politico.

 

Da una parte ha annunciato ai giornali la fine definitiva del problema spazzatura a Napoli, con un’improvvisa sparata che nessuno si attendeva così fulminea dopo i problemi a Chiaiano. In questo modo ha dato una spolveratina al suo decisionismo e ha comunicato che al di là dei fatti propri, il pensiero ai fatti degli altri c’è sempre.

 

Dall’altra ha comprato per il Milan Ronaldinho, l’asso brasiliano che dovrebbe, da solo, dare nuova linfa alla squadra. In questo modo, quell’alone di menefreghismo nei confronti della sua squadra, declinabile magari dal non tifoso in diminuzione del livello delle possibilità economiche (gravissima pecca nell’Italia che segue i pifferai ricchi cocainomani e rifatti), è scomparso.

 

Ma Ronaldinho non era quel calciatore che alcuni mesi fa era stato considerato da Berlusconi un lusso inutile? Sì è proprio lui, ma basta che il detto già detto non si ridice per non essere mai stato detto. Anche questo funziona così.

 

Ronaldinho può servire al Milan se tatticamente infuria sulla fascia sinistra con i suoi frenetici diribbling a convergere. Deve dimenticarsi il centro del campo, monopolizzato dal rango di Kakà e dal peso “politico” di Seedorf. Può servire soprattutto se il gioco del Milan si catalizza su un goleador, che potrebbe essere Borriello (anche Inzaghi, ma giocherà poche partite per colpa dell’età avanzata), il quale deve ritrovare i fasti genoani. Può servire se si rimette a posto fisicamente e non ha infortuni continuati e dovuti al suo stile di vita sbarazzino.

 

La paura più grande che hanno a Milanello è che un campione brasiliano del genere possa fare la fine del sarcofago Rivaldo, preso dal Milan nel momento in cui declinava in forze e voglie, o peggio del bambolotto Ronaldo, preso dal Milan quando già era chiaro che aveva ormai solo una carriera da circense buffo su yacht privati.

 

Fatto sta che Ronaldinho è atterrato nel Milan, festeggiato a San Siro con tanti colori e sorrisi, farà due allenamenti leggerini e poi andrà alle Olimpiadi con il Brasile. Il resto si saprà con il tempo e si vedrà soprattutto nel broncio modulabile di Ancellotti.

Tanto se Ronaldinho fallirà, si ripescherà il marchio primaverile di campione inutile.

Così si fa.

 

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