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Rivoluzione Civile chiude i battenti

 

Con un comunicato stampa congiunto i fondatori di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia (Azione Civile), Angelo Bonelli (Verdi), Luigi De Magistris (Movimento Arancione), Oliviero Diliberto (Pdci), Antonio Di Pietro (Idv), Paolo Orlando (Rete2018) e Leoluca Ferrero (Prc), hanno deciso di porre fine all’esperienza di RC. Il motivo? Insoddisfazione derivata dal riscontro negativo alle ultime elezioni.

“I soggetti che hanno dato vita a Rivoluzione Civile hanno deciso all’unanimità di considerare conclusa questa esperienza. Il risultato insoddisfacente delle elezioni politiche del febbraio scorso ha indotto ognuna delle componenti a una riflessione profonda della nuova fase politica al proprio interno.” 

È dunque il momento di riflettere per Ingroia e compagni che per ora percorrono strade troppo diverse per raggiungere un stesso obiettivo:

“Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell'immediato. Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a RC e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell'Italia.”

Se, come è solito dirsi in gergo sportivo, “squadra che vince non si cambia”, forse per Rivoluzione Civile un cambiamento tra i ranghi potrebbe essere la soluzione per un futuro “risorgimento” se, almeno i principi, ci sono. La nota infatti si conclude sottolineando proprio il mordente che fin'ora ha tenuto in vita il partito:

"Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell’etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto”

 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.59) 2 maggio 2013 11:48
    Damiano Mazzotti

    L’insalata alla russa, senza il collante della maionese diventa l’insalata all’italiana che scappa da tutte le parti e con le olive col nocciolo, che non sono proprio il massimo della comodità.

    Però una scelta molto saggia c’è stata ed è stata la prima e l’ultima.

  • Di (---.---.---.52) 2 maggio 2013 12:53

    Giusto il tempo di acchiapparsi i rimborsi e poi arrivederci e grazie ..........alla larga va

     

  • Di (---.---.---.57) 2 maggio 2013 13:42

     scusate, proprio non capisco questi uomini,ingroia ,di pietro ecc..se DAVVERO,come dicono e affermano di voler cambiare le cose,perche non si passano una mano sulla coscienza,e si uniscono al M5S,qual’e’ il problema?,ma allora la vogliamo scalzare DAVVERO sta casta di merda ,si o no? on.Di Pietro,e on.Ingroia ho della stima per voi,ma ne avrei molta di piu’ ,se buttaste la spugna,con sti partiti,e vi arrendeste ai FATTI,cioe’ che la gente ,ossia gli italiani,in forma crescente vogliono un cambiamento di mentalita’ politica,e’ ora che voi vi metteste a lavorare per la nazione veramente non per un partito,in quanto noi italiani abbiamo gia’ fatto il funerale ai partiti ,lo capisce questo o no?,non bisogna essere laureati per capire questo ,ci vuole solo del buon senso,tutto qui.

  • Di (---.---.---.143) 2 maggio 2013 14:23

    Il problema e’ che gente libera non puo accettare di sottostare ad un idiota che comanda e impone sue idee e sue regole, senza contare poi le profonde divergenze: sul giudizio dei sindacati per noi assolutamente indispensabili,sull’evasione fiscale(per Grillo mai nominata) e tante altre cose

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