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Rio de Janeiro: uno splendido posto per vivere (nonostante gli sgomberi)

Mentre il Brasile si prepara ad ospitare sia la Coppa del Mondo che le Olimpiadi, Amnesty unisce le sue forze con la gente delle Favelas di Rio de Janeiro per fermare gli sgomberi forzati dalle loro case.

“Li stanno rimuovendo a poco a poco. Più tardi porteranno via il resto.” Alessandra Lins sta parlando di Providencia, dove vive col marito e due bambini.

Costituito alla fine dell‘800 su una collina che guarda Rio de Janeiro, si pensa che questo quartiere sia la più vecchia favela del Brasile, i bassifondi. Da allora, piccole case e strade sinuose hanno ricoperto la collina, con vista sul porto della città.

Ma 800 famiglie qui – compresa quella di Alessandra – temono che presto verranno obbligate ad andarsene. Come migliaia di altre famiglie dall’altra parte la città, stanno per essere minacciate di sgombero.

Perché? Perché Rio è impegnata a prepararsi per ospitare la Coppa del Mondo 2014 e i Giochi Olimpici del 2016. E nell’ambito dei grandi progetti legati a questi mega eventi sportivi, sono in corso progetti su larga scala che includono, ad esempio, la costruzione di strade e la ristrutturazione urbana.

Una eredità positiva?

Dopo che i trofei saranno stati vinti, le medaglie assegnate e i tifosi saranno tornati a casa, tali progetti potrebbero all’inizio lasciare un’eredità molto positiva per Rio. Ma per la gente che vede le proprie case demolite nell’operazione, diventano una minaccia.

Molta gente a Providencia sente che sta per essere cacciata via perché la loro comunità non si adatta all’immagine che le autorità hanno di una città Olimpica. “Providencia è vista come la faccia brutta della medaglia”, dice Alessandra. Pensa che la sua casa e quelle dei suoi vicini siano semplicemente sulla Presidente Vargas Avenue, una delle vie principali costruitavicino al porto. Il porto adesso è al centro di un ampio progetto di rivalutazione urbana chiamato “Wonderful Port”. Il piano è di incoraggiare massicci investimenti regionali, rimodernare il porto, costruire musei e gallerie, edifici d’affari e incrementare il turismo.

Alessandra dice che le autorità “vedono le favelas come un ostacolo, proprio nel mezzo dell’area portuale”. Gli sgomberi qui, ed in altre parti della città, sono già iniziati.

Le autorità cittadine stanno anche attuando un’iniziativa chiamata “Carioca Housing Project” a Providencia. Essa include la realizzazione di una teleferica e di una funicolare tra febbraio 2011 e gennaio 2014 come “parte dell’eredità dell’ospitalità, da parte del governo della città, nei confronti dei Giochi Olimpici.”

Sotto pressione



Molte persone, tuttavia, sono scettiche riguardo al modo in cui questo ed altri progetti simili vengono portati a compimento. Quando nel 2011 a Providencia cominciarono gli sgomberi, dozzine di famiglie lasciarono le loro case in cambio di sostegno finanziario per coprire i costi di affitto. Dissero loro che sarebbero stati costruiti nuovi appartamenti per loro entro il 2012. Finora non è accaduto. Adesso temono che gli aiuti finanziari possano interrompersi senza che siano stati resi disponibili nuovi alloggi.

Le famiglie che si sono fermate sono state lasciate a vivere tra le case demolite dei loro vicini sgomberati. Mucchi di spazzatura e pozzanghere di acqua putrida ovunque stanno attirando insetti, rendendolo un posto sempre più deprimente in cui vivere.

Quando recentemente Amnesty ha fatto delle ricerche sulla situazione del posto, la gente ci ha detto anche che si sente minacciata e costretta a lasciare le case e ad accettare le offerte delle autorità per essere risistemata da qualche altra parte.

Le cose sono migliorate dopo che alcuni residenti hanno cercato assistenza legale presso difensori d’ufficio. Un tribunale ha ordinato alle autorità di fornire informazioni più dettagliate riguardo al progetto di urbanizzazione e al piano di ricollocamento dei residenti. È stato anche ordinato di eseguire una valutazione dell’impatto delle azioni intraprese e di fermare il progetto edilizio “Carioca Housing Project” e tutti gli sgomberi nel quartiere di Providencia fintanto che questo studio non sarà completato.

Sentirsi parte di una grande immagine

La comunità è ora sostenuta da molte persone ed organizzazioni compresi ONG locali e Amnesty. Tutti hanno espresso preoccupazione riguardo la carenza di informazioni relative ai progetti in corso a Providencia e nell’area del Porto, sulla tempistica e sulle fasi di realizzazione ci sono state poche consultazioni significative con i residenti e il risultato è che ancora nessuno sa quante famiglie saranno colpite e dove si pensa che possano andare.

Amnesty sta a lavorando al fianco dei residenti e dei partner locali per assicurarsi che le autorità garantiscano il diritto della popolazione a un alloggio adeguato in tutte le aree interessate dai preparativi per gli eventi sportivi . Se gli sgomberi sono necessari, vogliamo che sia messa in atto una salvaguardia legale a tutela delle persone.

Invece di sentirsi eccitati perché Rio sta per diventare presto il centro universale del calcio e una città Olimpica, le persone come Alessandra sono preoccupate e spaventate.

Come chiunque altro, essi vogliono che la loro città sia un posto splendido dove vivere e da visitare. Ma vogliono che i loro diritti siano rispettati all’interno di questo processo e sentirsi parte esse stesse della grande visione futura della città.

 

Delia Dorsa per “Segnali di fumo – il magazine sui Diritti Umani”

Fonte: WIRE

Questo articolo è stato pubblicato qui

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