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Report: le case pubbliche a Vienna, la ciclovia sul Garda, gli autisti di Sgarbi e le tante DC

Il ponte sospeso a Costermano nella valle dei Mulini sul Garda, le dimissioni di Sgarbi, l’inchiesta sulle tante DC e le politiche abitative a Vienna. I servizi di Report di questa settimana.

 

QUANDO LA POLITICA È DI CASA di Antonella Cignarale

Nell’anteprima Report si occupa delle politiche abitative a Vienna, mostrando un condiminio convenzionato dove vivono persone di diverse classi sociali, con una piscina a cui tutti possono accedere, un teatro e altre strutture per gli hobby.

Le case costano anche 1000 euro al mese, sono grandi, ma hanno tutto vicino: i contratti di affitto durano tutta la vita, per questo Vienna è considerata la città più vivibile.
Vienna è proprietaria delle case, il comune favorisce le associazioni che costruiscono le case che poi devono affittare a prezzo calmierato, garantendo la manutenzione.

Gli affitti, nonostante il valore alto, sono più bassi rispetto al mercato privato: questa politica sociale, sostenibile ed economica, nasce dai governi socialdemocratici ed è sopravvissuta fino ad oggi.
Il Karl Marz Hof è la casa popolare più lunga di Vienna: dentro c’è una scuola e la lavanderia, attorno c’è la fermata dei mezzi pubblici. È una casa bella, pubblica dove la gente è felice di vivere: gli edifici sono progettati da noti architetti che sono diventate anche attrazione turistica.

Questo modello porta ad una città sicura, non ci sono ghetti, si garantiscono un numero alto di posti di lavoro per la manutenzione e la costruzione: per accedere a queste case pubbliche si deve essere residenti da almeno due anni e ci sono poi dei limiti al reddito legati al numero di persone del nucleo familiare.

Anche gli studenti universitari possono avere una casa pubblica, altro che buchi pagati a caro prezzo (o in nero) come capita agli universitari italiani, costretti a protestare nelle tende.

Una legge federale, a cui tutte le associazioni no profit che costruiscono le case per il pubblico devono assoggettarsi, garantisce un prezzo calmierato per gli affitti: il governo locale mette al centro delle sue politiche il diritto alla casa, almeno due terzi delle nuove costruzioni devono essere dedicate all’edilizia sociale, chi ristruttura alloggi privati con sostegno pubblico deve poi garantire affitti sotto una certa soglia.

Questi alloggi pubblici sono costruiti in tutti i quartieri, per evitare la ghettizzazione di certi strati sociali: un ente pubblico lavora per garantire buoni rapporti per il vicinato, fanno mediazione tra le persone, cercano di portare avanti attività in comune, tutto pagato dalle casse del comune di Vienna.

Per far fronte alla nuova richiesta di case la città di Vienna ha in cantiere nuove costruzioni, dove sono coinvolte anche società private: nei progetti si costruiranno assieme servizi, case private e anche case per alloggi pubblici, che a Vienna costituiscono il 75% del totale costruzioni.

Dimenticatevi le vele di Scampia o il caro affitti di Milano.

LAGO IN CANTIERE – Vista Lago di Rosamaria Aquino

Il ponte sospeso a Costermano nella valle dei Mulini sul Garda non si farà: l’eco sistema unico verrà preservato, grazie al cielo, altri turisti potranno goderselo.
Una speculazione edilizia che la trasmissione di Report ha in parte bloccato: l’opera non è idonea dal punto di vista idrogeologico – racconta il sindaco in un videomessaggio.
Il ponte sarebbe sorto su un terreno franoso: il parcheggio sarà realizzato altrove, racconta a Report il sindaco, su quei terreni c’è stato il no anche della soprintendenza.
Su quei terreni costruiranno impianti sportivi, forse.

Ma attorno al Garda, su altri terreni franosi, stanno costruendo una ciclovia che, per come è costruita, sta costando più di un viadotto: un dirigente della provincia di Trento aveva sollevato dubbi su questi progetti, alla fine dopo le osservazioni, hanno approvato altre opere di sicurezza che hanno portato il costo della ciclovia a 900 ml di euro.

Perché non mantenere la via d’acqua, meno costosa e più sicura? La ciclovia nasce a fianco della strada Gardesana, protetta dai crolli con lunghi tratti coperti, anche la pista per le bici dovrà essere protetta allo stesso modo.
Si è voluto, dal punto di vista politico, creare un effetto gardaland, ovvero creare un progetto che attirasse i turisti: il presidente della provincia di Trento ha scelto di non parlare a Report, né dei rischi e nemmeno dell’incremento dei costi.

Così il 16 dicembre una frana cade sul lago di Garda: il commissario della ciclovia ha spiegato che queste frane sono imprevedibili e che ci saranno opere di mitigazione del rischio.
Ma il gioco vale la candela? Un tratto di questa ciclovia costa come un viadotto autostradale.

C’è poi il problema dei cantieri che stanno spuntando lungo la riviera: le leggi consentono tutte le deroghe a favore dei costruttori, tutti vogliono una casa che si affaccia sul lago.
È stato costruito un albergo su un terreno dove una volta c’erano depositi di attrezzi e campi: il sindaco di Garda ha risolto il problema con una variazione, con un cambio di destinazione d’uso, grazie ad una legge regionale.
Così quello che era un deposito diventa un albergo: una giornalista locale racconta a Report che il sindaco di Garda è stato anche politico in provincia e regione, con Forza Italia, conosce bene le leggi sulle case, “l’hanno fatto tutti, perché non lo potevo fare io?”


Le dimissioni di Sgarbi - Manuele Bonaccorsi

Mi dimetto, anzi no. Dopo l’apertura di tre diverse indagini, tra cui anche una per un furto di un’opera scoperto da Report e dal Fatto Quotidiano, il sottosegretario Sgarbi aveva annunciato le sue dimissioni immediate.
Ma poi, come in tutte le commedie che si rispettano, ha chiarito che deve ancora negoziare col governo.

Poi una inchiesta per un quadro che vale milioni che è stato bloccato fuori dall’Italia: il quadro sarebbe stato pagato in nero da un autista di Sgarbi ad un imprenditore, per diecimila euro.
Un altri autista avrebbe lavorato per Sgarbi, fino a che la patente non gli è stata ritirata: dopo il ritiro della patente all’autista sarebbe stato proposto un ruolo di assessore al comune di Salemi, nell’antimafia.

È un autista l’autore delle mail inviate al ministero sugli eventi a cui Sgarbi avrebbe partecipato, chiedendo un pagamento. C’era un tariffario per Sgarbi – racconta oggi De Caterino: spettacoli, presentazioni di libri, eventi vari, nulla sfuggiva al sottosegretario, ma questo violava la legge Frattini. Così l’antitrust ha deciso che Sgarbi era in conflitto di interessi.
A volte il pagamento avveniva in nero, che in ogni caso riguardava importi non inferiori a 3000 euro, per non “svenderne il valore”..

SCUDI INCROCIATI di Luca Bertazzoni

Nell’inchiesta sulle tante DC, Report ha trovato un “vecchio amico”, Salvatore Baiardo, l’imprenditore che aveva curato la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Un racconto fatto al giornalista Mondani che legava assieme i Graviano, le bombe scoppiate in Italia nel 1992 -93, i finanziamenti che dai Graviano sarebbero arrivati a Berlusconi.
Oggi Baiardo ha aderito alla Democrazia Cristiana di Angelo Sandri (e non a Forza Italia), 
ma il segretario non ne conosceva la storia “è una vicenda che andra approfondita .. perché guardate la mia pagliuzza e non guardata la trave di Cuffaro” risponde a Report.
Ma cosa può portare Baiardo a questa DC?
Baiardo aveva messo in piedi il suo movimento, ma era un impegno oneroso, dunque ha deciso di aderire alla Democrazia Cristiana, quella di Sandri: l’idea di candidarsi con Forza Italia nemmeno l’ha presa in considerazione.

Nel gennaio 1994 il segretario Martinazzoli cambiò nome al partito ritirando fuori il vecchio nome, Partito Popolare, per rinnovare la DC dopo le condanne dell’inchiesta Tangentopoli.
Martinazzoli non ha convocato un congresso per cambiare nome e per questo il simbolo e il nome DC non sono morti, tecnicamente: tanti soggetti politici oggi si contendono nome e simbolo, tutti si ritengono gli eredi del partito di De Gasperi, Moro e Andreotti.

Mario Tassone è stato deputato DC dal 1976, nella sede di piazza del Gesù ha lavorato per anni: il patrimonio della Dc era di circa 500 proprietà, ma dopo Tangentopoli e i debiti accumulati, molti di questi sono stati venduti.
Palazzo Sturzo, per esempio, è finito nelle mani di un imprenditore romano, che ha saputo suonare alla porta giusta, quella del commercialista Signori a cui il Partito Popolare aveva affidato i beni del partito.
Alla fine le società dell’imprenditore vanno in bancarotta e il palazzo rimane nelle proprietà della banca.


120 immobili della DC sono stati acquistati da un altro imprenditore friulano, pagandoli 15mila euro l’una: tra queste una villa della Camilluccia, che era la scuola politica del partito.
La sede di Catanzaro è stata comprata dall’UDC dall’onorevole Tassone assieme ad un altro collega di partito: 
il palazzo verrà dato ad una fondazione, assicura l’ex DC a Report.
La società dell’imprenditore friulano è poi fallita.

Quante DC esistono oggi? C’è quella di Angelo Sandri, dell’avvocato Cirillo, di Franco De Simoni, la DC nuova di Totò Cuffaro e poi la DC di Rotondi.

In totale sono censite 120 associazioni che si richiamano al nome DC: ma oggi questi partitini non hanno nulla a che fare con la vecchia DC racconta Cirino Pomicino.
Ma quanto vale il nome della DC oggi? Un grande centro potrebbe valere valore da 6-8 anche 10%, come usato garantito.

La DC non è mai morta, così sentenzia la Cassazione nel 2010: dal Partito Popolare (come lo aveva rinominato Martinazzoli, ultimo segretario della DC) sono nati per scissione tanti partitini, ciascuno coi suoi segretari e congressi. 
Tutti in lite tra loro per l’utilizzo di quel simbolo, lo scudo crociato. Tutti si appigliano a cavilli giuridici.

Rotondi si è presentato alle elezioni con una lista associata a Fratelli d’Italia: per statuto Rotondi non avrebbe dovuto presentarsi con liste collegate ad altri partiti, ma lui è il segretario. Anche Rotondi ha diffidato gli altri segretari dall’usare quel simbolo: il suo avversario più pericoloso è Cuffaro.
Scontata la condanna per favoreggiamento alla mafia, l’ex presidente Cuffaro è tornato a fare attivamente politica, sebbene non si ricandiderà.

Forza Italia ha messo il veto, la deputata Dalla Chiesa ha parlato di voti discutibili che Forza Italia rigetta: ma è una posizione ipocrita visto che in regione i due partiti stanno assieme.
Anche Cuffaro ha presentato ricorsi contro le altre DC: ma una ordinanza del tribunale di Roma ne ha rigettata una, ritenendo che il suo partito non abbia niente a che fare con la vecchia DC.

Nel frattempo Rotondi ha cambiato simbolo al suo partito, che oggi usa la balena bianca.

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