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Report e la ricongiunzione contributi che sa di furbata

Tra le iniziative per non abolire i privilegi della casta e non far tracollare definitivamente l'INPS lo scorso governo si è inventato una norma per rendere "onerosa" la ricongiunzione contributi.

Pare che onerosa, secondo il dizionario in uso al parlamento, significhi impossibile.

Dal 1979 c'è la possibilità di ricongiungere in un unico fondo i contributi versati a diverse casse previdenziali. I contributi possono essere riferibili all’assicurazione generale obbligatoria, ad altre forme alternative o alle gestioni speciali per i lavoratori autonomi gestite dall’Inps (ex articolo 2 della legge 29 del 1979).

Di fatto questa legge è stata sostanzialmente modificata dal 1 luglio 2010 trasformando l’operazione a pagamento. Con l’entrata in vigore della legge n. 122/2010, per domande presentate a decorrere dal 31 luglio 2010, l’onere calcolato risulta mediamente incrementato a seguito dell’applicazione dei coefficienti rilevati dalle tabelle di cui al D.M. 31/08/2007.

La trasmissione di Rai 3 metteva in evidenza che alcuni lavoratori si erano visti richiedere dall'INPS fino a 300 mila euro per la ricongiunzione contributi.

Facendo 2 calcoli scopriamo che, nei 17 anni di vita residua media (82 anni-65 = 17X12 = 204 mesi) il lavoratore in oggetto dovrebbe percepire una maggiorazione di 1470 euro al mese oltre la normale pensione per rientrare del solo capitale esborsato senza contare gli interessi.

Una cosa ridicola e che sa di pizzo così come commentato da uno dei lavoratori in trasmissione.

La Fornero ha difeso a spada tratta il provvedimento ricordando che se si "vogliono privilegi di debbono pagare" dimenticando, forse per comodità, che quei lavoratori avevano già pagato quei contributi, volutamente scippati.

I parlamentari della maggioranza presenti al parlamento quando si è votata la norma, intervistati, hanno detto che secondo loro la norma era iniqua ma l'hanno votata lo stesso.

La Lega, per bocca di Massimiliano Frederiga, dice di aver segnalato al ministro Sacconi l'anomalia ma di aver comunque votato per la fiducia al provvedimento, "pur giudicandolo iniquo".

Un onorevole del PDL, Cazzola, dice: "Hanno votato il provvedimento" quando l'intervistatore lo corregge "come 'Hanno votato'? L'avete votato tutti no?", il deputato, visibilmente in difficoltà, si corregge.

Il programma metteva in evidenza anche il fatto che un giovane che apra la partita iva deve pagare il 28% del proprio reddito all'INPS; calcolato su 11000 euro di reddito paga circa 4000 euro l'anno, per prendere una pensione, dopo 40 anni di contributi pari alla pensione sociale, pari a 500 euro o poco più.

Sempre facendo due conti scopriamo che 4mila euro per 40 anni fanno 160 mila euro che diviso la vita residuale dell'individuo fa 784 euro/mese, che l'INPS, stando le cose cosi come sono oggi, non potrà mai restituire.

Questo senza calcolare interessi, calcolando gli interessi più bassi del mercato su somme prestate, il valore di 160 mila ero va a sommarsi ad almeno 100 mila euro di interessi.

Abbiamo parlamentari, come Dini, che arrivano a 40 mila euro mensili di pensione, un divario immenso rispetto a coloro che prendono 1/80 di questa cifra, e come se non bastasse i privilegi dei parlamentari, sono stati blindati, anzi se li sono blindati da soli.

Altra nota dolente sono i contributi ENASARCO, chi non ha versato almeno 20 anni li ha irrimediabilmente persi.

Insomma, l'Italia dei furbetti non è solo quella che evade le tasse ma è anche quella che si inventa, senza tanti giri di parole, come rubare, oltre al futuro, anche i contributi versati, tutto in nome di una salvezza nazionale sempre piu ardua da raggiungere, i cui guasti sono sati determinati dalla stessa classe politica che vorrebbe risolvere il danno procurato.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.21) 26 marzo 2012 10:52
    Damiano Mazzotti

    Siamo in Italia... Chi ha la gestione in mano fotte chi può quando può.. E se non hai un partito o un sindacato alle spalle sei fottuto... Cioè i vecchi continuano a fare i loro interessi e a ingozzarsi di denaro e i giovani e le nuove minoranze legate ai lavori atipici ne fanno le spese... E secondo me il pentolone Italia tra luglio e settembre si surriscalderà all’inverosimile...

  • Di Sandro kensan (---.---.---.240) 1 aprile 2012 13:18
    Sandro kensan

    «Sempre facendo due conti scopriamo che 4mila euro per 40 anni fanno 160 mila euro che diviso la vita residuale dell’individuo fa 784 euro/mese, che l’INPS, stando le cose cosi come sono oggi, non potrà mai restituire.»

    Non so come stanno esattamente i conteggi ma la stessa pensione dell’artigiano una volta non fosse più in vita va alla moglie sicuramente ancora viva per diversi altri anni.

    Poi le varie mogli che non hanno versato contributi avranno una pensione minima che sarà l’artigiano a pagare. Su quest’ultimo punto mi pare che sia dalle casse dell’INPS che vengano tolti i soldi per pagare le pensioni minime.

    Quindi mi pare tornino i conti di pagare una pensione di 784 euro per averne una di 500 euro.

  • Di Sandro kensan (---.---.---.240) 1 aprile 2012 13:24
    Sandro kensan

    «Questo senza calcolare interessi, calcolando gli interessi più bassi del mercato su somme prestate, il valore di 160 mila ero va a sommarsi ad almeno 100 mila euro di interessi.»

    Questo non è corretto, i soldi per pagare le pensioni ai nostri padri sono quelli che versiamo per pagare le nostre pensioni. Quindi gli interessi li dovrebbero pagare i pensionati attuali a cui "prestiamo i soldi". Ma questi pensionati non vogliono vedersi ridurre di un solo centesimo la loro pensione e anche la sola sterilizzazione dell’aumento dovuto all’inflazione provoca le lacrime delle Fornero.

  • Di Massimo Icolaro (---.---.---.38) 1 aprile 2012 14:03
    Massimo Icolaro

    @ Sandro Kensan: la vita residuale della donna è di 4-5 anni rispetto ad un uomo, e se la donna ha versato contributi la reversibilità sarà irrisoria.

    Poi per quanto riguarda il fatto che Noi dobbiamo pagare per chi sta in pensione è eticamente immorale, anche se è la prassi, in qualsiasi stato al mondo dove funzioni la previdenza le cifre vengono accantonate per essere restituite, se ti fai un’assicurazione sulla vita (a scopo previdenziale)ti vengono restituiti i soldi che hai versato più gli interessi.
    Inoltre la gestione dei soldi dei lavoratori è totalmente fallimentare, se io affido dei soldi all’inps è come se acquistassi obbligazioni dell’ente stesso, non esiste chi presta denaro o compra obbligazioni senza che vengano remunerate con un interesse per quanto basso(interessi composti ovviamente).
    Se si trattasse di voler risolvere il problema si affiderebbe la previdenza ad istituti assicurativi privati, tenuti per legge a remunerare in maniera congrua quanto versato, cosa che non accade con Inps in quanto questa se si trova in difficoltà(dovute allo sperpero passato e presente) si fanno delle leggi per dribblare regole che gia erano inique in precedenza.
    Un conto sono le cose giuste e un’altra cosa è che ci siamo ormai assuefatti a una disparità e a un’ingiustizia verso tutti coloro che alimentano questa enorme fornace che brucia soldi dei cittadini.
    L’assonanza con la Fornero non è voluta.
    • Di Sandro kensan (---.---.---.224) 1 aprile 2012 23:36
      Sandro kensan

      «@ Sandro Kensan: la vita residuale della donna è di 4-5 anni rispetto ad un uomo, e se la donna ha versato contributi la reversibilità sarà irrisoria.»

      Esatto, la vita residuale della donna è di 4 anni superiore a quella dell’uomo ma potrebbe morire la donna prima dell’uomo e potrebbe quest’ultimo godere della pensione di reversibilità.

      Proprio per questo se non ci fosse la pensione di reversibilità si pagherebbero le pensioni mediamente fino a 82 anni mentre un paio di persone hanno una vita del superstite superiore alla vita media di entrambi. Considerando il superstite tra TRE persone si ha che è superiore al superstite tra due persone che è superiore alla vita media di una persona. Ecc, ecc.

      Possiamo estremizzare il ragionamento e considerare le Regioni italiane come delle immense famiglie e considerare il superstite e poi fare la media tra tutte le Regioni d’Italia, sicuramente sforeremo i cento anni.

      Spero che sia chiaro il ragionamento che può essere formalizzato con astruse formule matematiche che ti posso risparmiare.

      Mi sono divertito con le formule ed eccole (anche se non richieste).

      Sia x l’aspettativa di vita del primo coniuge, y quella del secondo coniuge, il superstite ha aspettativa z:
      z=maxx,y e le densità di probabilità di (x,y) è f(x,y)=f(x)*f(y) in quanto si ritiene che i coniugi abbiano aspettative di vita indipendenti

      in tal caso la descrizione statistica di z ovvero del coniuge superstite ovvero la sua densità di probabilità è f*(z)=2F(z)f(z)
      dove F è la distribuzione (l’integrale di f).

      Ora si dovrebbe calcolare l’aspettazione ovvero la vita media del superstite z e dimostrare che è superiore alla vita media (aspettazione) di x ma il calcolo è complicato e non ci sono riuscito.

      Poi ritornando IT aggiungo che i soldi investiti dall’INPS in edifici pubblici sono stati in massa venduti dalle così dette "cartolarizzazioni". I dipendenti dell’INPS attualmente sono in stabili in affitto mentre fino a qualche hanno fa l’INPS aveva un impero immobiliare che garantiva le pensioni future.

      Le generazioni future sono state dissanguate da quelle precedenti e quindi, secondo me, ha ragione la Fornero.

  • Di Massimo Icolaro (---.---.---.152) 2 aprile 2012 09:25
    Massimo Icolaro

    Non hai seguito bene qui si tratta di contributi versati ma totalmente persi.

    C’è gente che ha versato 19 anni e 7 mesi, li ha persi.

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