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Referendum rinviato per il terremoto? Impossibile, ecco perché

Il senatore Pierluigi Castagnetti (dimenticato segretario del Ppi e ancor più dimenticato vice presidente della Camera) ha trovato il modo di farci sapere che è vivo, proponendo di rinviare il referendum a causa del terremoto. La cosa ha trovato consensi nel Pd (e ti pareva!) ma è stata subito stroncata da Renzi che si conferma il più intelligente del suo partito, avendo subito fiutato la serie di guai che ne deriverebbero, mettendolo in serio imbarazzo.

Castagnetti, uomo semplice e si poche edificanti letture, ha proposto di disporne il rinvio per decreto legge, ma questo provocherebbe subito un conflitto davanti alla Corte Costituzionale e per diversi motivi.

In primo luogo il referendum è stato ammesso dalla Corte di Cassazione che ha verificato i requisiti dei richiedenti, quindi, come stabilisce la legge, è stato indetto dal governo che ha fissato la data al 4 dicembre, data ultima possibile, a 70 giorni dalla decisione della Cassazione. L’art 138 della Costituzione non dice nulla sulla data del referendum, ma sottintende che per esso valgano le norme elettorali generali e che esso debba tendersi entro tempi ragionevoli, per non tenere sospesa per troppo tempo una questione delicata come l’assetto costituzionale dell’ordinamento, né, per la verità, ci sono altre ragioni per la sospensione di elezioni già indette che lo stato di guerra (art. 60). E mi sembra di capire che non siamo in guerra. Pertanto, accogliere la proposta di Castagnetti, significherebbe stabilire un precedente per il quale il governo potrebbe rinviare le elezioni anche per altri motivi di ordine naturale (terremoti, inondazioni, frane ecc.) o politico (gravi turbative dell’ordine pubblico, stragi terroristiche, ecc.) e, dato che non è scritto da nessuna parte quale sia la soglia minima per decidere la sospensione, questo lascerebbe una larghissima discrezionalità in merito al governo: cosa assai pericolosa.

E, infatti, da un punto di vista quantitativo (ovviamente questo prescinde totalmente dalla valutazione in termini economici o di solidarietà con le popolazioni colpite dal sisma) il fenomeno è irrilevante: si tratterebbe di alcune decine di migliaia di persone, circa lo 0,1% del corpo elettorale o poco più, e , considerato che alcuni non avrebbero comunque votato ed il resto si sarebbe diviso fra Si e No, anche un vantaggio di 10.000 voti a favore di una delle due tesi, l’effetto sul totale sarebbe praticamente ininfluente (lo 0,025%). Dunque, il precedente aprirebbe la strada a molti abusi.

Pertanto, è legittimo prevedere che i comitati promotori del referendum solleverebbero conflitto di poteri davanti alla Corte che, ragionevolmente, li accoglierebbe. Nel frattempo, si solleverebbe una ondata senza precedenti di proteste contro il governo il cui decreto apparirebbe come un implicito riconoscimento del timore di perdere il referendum. Nel complesso questo finirebbe per affossare il Si.

Ma, ammettiamo che la Corte decida di dichiarare valido il decreto governativo, per cui si andasse al rinvio. Ovviamente non potrebbe trattarsi che di un rinvio di diversi mesi, sia perché risolvere il problema del come far votare gli sfollati richiederebbe diverse settimane, sia perché stiamo andando incontro all’inverno, e, dunque, si andrebbe a votare in primavera il che significherebbe una campagna elettorale monstre di un anno intero. E se nel frattempo ci fosse, per una qualsiasi ragione, uno scioglimento anticipato delle camere? Bisognerebbe di nuovo rinviare il referendum e di un anno, la campagna elettorale più lunga di tutti i tempi che si sommerebbe a quella delle politiche.

Ma anche se non accadesse tanto, resterebbe una campagna spropositatamente lunga con l’effetto di gravare su tutto il dibattito politico e sull’azione di governo (Renzi dovrebbe inventarsi chissà quali altre regalie e qui abbiamo già raschiato il fondo del barile).

Di fatto questo è un modesto espediente del Pd per sfuggire al referendum, nella speranza che l’elettorato si stanchi ed il test si svuoti di significato politico comunque vada.

Cari amici del Pd, siete ridotti davvero male per ricorrere a questi mezzucci. Meno male che c’è Renzi (pensate che mi tocca scrivere!!).

Aldo Giannuli

Questo articolo è stato pubblicato qui

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