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 Home page > Tribuna Libera > Referendum | Il trionfo del populismo e il rifiuto del cambiamento

Referendum | Il trionfo del populismo e il rifiuto del cambiamento

Oggi più che mai ho la sensazione di vivere in un Paese “vecchio”, in un Paese che non ha né la forza né la voglia di cambiare. I risultati del referendum parlano chiaro: c'è stata un'ampia partecipazione popolare e il No ha ottenuto un netta vittoria sul Sì.

Durante la campagna referendaria, il Presidente del Consiglio ha commesso molti errori, alcuni dei quali gli sono costati cari. Tra questi l’eccessiva personalizzazione dell’esito referendario. "Se vince il No, me ne vado", dichiarava pochi mesi fa il Presidente Renzi sicuro di sé. In questo senso è stato coerente: ha accettato la sconfitta assumendosene ogni responsabilità. Al di là di ogni personalizzazione, il voto degli italiani sarebbe comunque andato inevitabilmente a giudizio dell’operato del Governo, perciò ogni discussione in merito avrebbe poco senso.

Il 4 dicembre si è disputata una bella partita tra l’Italia che vuole fare e quella che invece vuole lasciare tutto com’è ora. Ha vinto l’Italia che non vuole fare, se ne prenda atto. Hanno vinto i vari Berlusconi, Salvini, Meloni, D’Alema, Grillo, Travaglio e tanti altri che si sono battuti per il No al referendum costituzionale, ha vinto l’ ”accozzaglia”. Hanno dichiarato il loro dissenso nei confronti del Presidente del Consiglio e del suo Governo, hanno assunto un ruolo, quello di paladini a difesa della Costituzione e dei suoi principi, che non appartiene loro. In questo senso, dopo aver tanto criticato la personalizzazione del referendum fatta dal Presidente Renzi, hanno essi stessi strumentalizzato il referendum costituzionale a loro vantaggio.

Oggi l’Italia ha perso una grande occasione. Ha avuto la possibilità di cambiare le cose e ha rifiutato. Con un segno di matita avrebbe potuto superare il bicameralismo perfetto (tra i Paesi Ue presente solo in Italia), ridurre il numero dei parlamentari (il più alto del mondo), contenere i costi di funzionamento delle istituzioni (tra i Paesi Ue i più elevati), sopprimere il Cnel e revisionare il Titolo V della parte II della Costituzione, ponendo fine a quel contenzioso tra Stato e regioni che dura ormai da quindici anni. Questi erano i punti del quesito referendario. Un quesito semplice e chiaro. Il 60% dei votanti ha risposto No. Un No legittimo, sia ben chiaro, ma inconcludente. Del resto con i No non si va da nessuna parte. Con i No l’Italia rimane ferma.

Spero vivamente però che quel 40% di voti, ottenuto da solo, possa far capire al Presidente Renzi che non è solo contro tutti ma che c’è una considerevole parte degli Italiani che ha voglia di cambiamento e che non si riconosce in quella fallimentare classe politica che da oltre vent’anni fa promesse e poi non le mantiene. L’Italia ha ancora bisogno di riforme, dall’economia al lavoro, dalla giustizia alla burocrazia, dalla lotta alla corruzione a quella alla povertà. Queste sono le principali sfide che attendono il prossimo Presidente del Consiglio. L'importante è non abbandonare il percorso di riforme intrapreso in questi due anni e mezzo di Governo Renzi.

Oggi populismo e pressapochismo hanno avuto la meglio ma la possibilità di cambiare si presenterà nuovamente. Sperò che la prossima volta il nostro Paese abbia il coraggio di cambiare. Spero che la prossima volta il nostro Paese abbia il coraggio di dire Si.

Post Scriptum: Ora che il Movimento Cinque Stelle ha capito che ha la possibilità di vincere, chiede elezioni immediate con una legge, l’Italicum, che ha più volte dichiarato incostituzionale. L’ipocrisia regna sovrana.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di linuxfan (---.---.---.17) 6 dicembre 2016 15:39

    ADESSO BASTA PER FAVORE. Gli argomenti inconsistenti a favore di questa sciagurata riforma li stiamo sentendo da mesi: ancora non è abbastanza?

    "Ha vinto l’Italia che non vuole fare ... [quelli che hanno assunto il ruolo di] paladini della Costituzione"
    Lei è proprio imbevuto di nozioni false e pretestuose. Lei sarebbe capace di dichiarare guerra all’Austria se solo Renzi lo auspicasse, per "amore del fare". Le è chiara la differenza tra "fare", "fare una cosa giusta" e "fare una cosa sbagliata"? A quanto pare no, per lei l’importante è "fare", in qualunque modo. Si ricordi che "sì" è la parola degli schiavi. Con questo "NO" si può ripartire nella direzione giusta, rifiutando quella sbagliata.

    Riguardo alla fallimentare classe politica che da venti anni fa promesse senza mantenerle, le ricordo che Renzi ha fatto la stessa cosa, ma peggio. E’ un mentitore opportunista che venderebbe sua madre per un tozzo di pane, e i risultati si vedono: il caos istituzionale nel quale ci troviamo ora E’ OPERA DI RENZI. La sua superbia e la codardia di quella stessa classe politica di cui lei parla ci hanno fatto perdere due anni e una barca di soldi. E la smetta di parlare di riforme: non abbiamo bisogno di riforme, abbiamo bisogno di legalità (quella cosa che la politica, incluso Renzi, teme sopra ogni cosa). E per legalità intendo anche il rispetto della Costituzione, quella vigente, che è calpestata ogni giorno da 20 anni a questa parte.

    Riguardo al suo post-scriptum: il M5S (più altre formazioni politiche) vuole andare a votare subito: NON con l’Italicum, ma con la LEGGE EMENDATA dalla Consulta. Le è chiara la differenza tra un Italicum incostituzionale e una legge costituzionale? Forse no.

  • Di Giuseppe Aragno (---.---.---.185) 8 dicembre 2016 15:46
    Giuseppe Aragno

    Mi pare che questo articolo sia una chiara sintesi delle ragioni per cui il sì è andato incontro al meritato naufragio. 

  • Di vittorio3 (---.---.---.206) 8 dicembre 2016 18:05

    Complimenti Sig. Campiotti,

    analisi lucida dei motivi del NO al referendum confermativo di una riforma democraticamente già approvata dal 57% del Parlamento; non si curi di chi contesta i suoi commenti argomentati con frasi aggressive prive di supporto razionale.

    Viviamo un epoca basata su twitter e slogan fulminanti che prevalgono su dati e fatti oggettivi : il bicameralismo assurdo che nessun altro paese democratico ha, le provincie che ieri (7.12.2016) si sono precipitate a chiedere 650 milioni per tornare a dar “lavoro” a burocrati inutili, il CNEL  che tornerà a scribacchiare proposte futili ma che costano 20 milioni annui e sopratutto perdite di tempo per i decisori, i governi che continueranno a inondare il parlamento con decreti legge perché i disegni di legge ci mettono 2 anni a fare la navetta fra Camera e Senato, la regione X qualsiasi che potrà stabilire che sul suo territorio non possono transitare articolati pesanti che viaggiano senza problemi in tutte le altre regioni, 315 senatori che continueranno a costare 150 mil. annui e sopratutto perdite di tempo inutili,ecc. ecc.

    Ha però dimenticato di citare il recondito ma principale motivo per cui la stragrande maggioranza  degli italiani ha votato NO:  non desideriamo essere governati in modo chiaro e continuativo. Eleggiamo liberamente i parlamentari ma poi vorremmo sostituirci loro nel decidere ... analogamente a quando, osservando le partite di calcio, diciamo che l’allenatore (che peraltro avevamo sostenuto) avrebbe dovuto mettere in campo il  N°7 anziché il 10, scegliere una formazione 4+4+3 anziché 2+5+4 convinti di avere, chissà grazie a quale miracolo, maggiori competenze e conoscenze dell’allenatore di mestiere che tratta giornalmente con i giocatori .

    Purtroppo per tutti noi, e non solo per chi ha votato no, l’Italia arroccata e conservatrice continuerà a perdere beatamente terreno sulle nazioni che progrediscono . Si chiedono i suoi contestatori a parole come mai la Germania, malata dell’Europa nel 2003 con disoccupazione e deficit crescente, si è permessa di accogliere e sistemare nello scorso anno 1 milione di immigrati? Dovrebbero sapere che ciò è dovuto al fatto che, grazie alle riforme che hanno fatto nel 2004 e che noi rifiutiamo ancora oggi, ha i conti in ordine e una disoccupazione al 5% (noi all’11,6%) .

     FATTI BEN PIU’ DIFFICILI MA PRODUTTIVI DELLE BELLE PAROLE!

    • Di linuxfan (---.---.---.113) 8 dicembre 2016 20:32

      Farneticazioni, specialmente due fra queste.


      "Eleggiamo liberamente i parlamentari ma poi vorremmo sostituirci loro nel decidere": CERTO CHE SI! In campagna elettorale si fanno discorsi vuoti, e all’atto pratico SI FANNO ALTRE COSE. Per esempio, questa riforma della Costituzione non era nei programmi. La democrazia italiana dovrebbe essere RAPPRESENTATIVA (capisce che cosa significa? E’ sicuro?)

      Per quanto riguarda il discorso sulla Germania, lei sta paragonando due popoli estremamente diversi. E in Germania non si sta così bene come pensa lei (so quello che dico).

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