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Recessione e depauperamenti quotidiani

Della crisi economico – finanziaria scoppiata lo scorso anno e che va attualmente dilagando e mordendo un po’ in tutti i continenti e paesi, ovviamente Italia inclusa, mette indubbiamente conto di parlare e discutere: se si vuole, anche spesso e tanto.

Farlo, costituisce anzi un percorso virtuoso, laddove tale esercizio, a livello mentale e psicologico dei singoli e delle collettività, possa valere, se non ad esorcizzare del tutto, quanto meno a calmierare le inevitabili ricadute sui sistemi di vita e sulle consolidate abitudini dei più.
 

Purché, beninteso, si tratti di discorsi e riflessioni rigorosamente in tema, senza sottovalutazioni e senza esasperazioni. 

Appare ad ogni modo chiaro che la vera risposta alla crisi va data attraverso i comportamenti concreti, che, mai come adesso, devono essere improntati ad equilibrio e lungimiranza. Ciò, in quanto si tratta di una parentesi, si spera non eccessivamente lunga, a cui seguirà un dopo, una fase di rilancio e di sviluppo.

In sintesi, non è il caso di nutrire paura fine a se stessa, tanto meno panico cieco, di fronte alla congiuntura sfavorevole; occorre, invece, viverle accanto con occhi attenti e condotta appropriata.

E’ auspicabile che le difficoltà di ordine generale determinate da cause che, come nella circostanza, vengono da lontano, servano, nel contempo,  a temprarci, a renderci più decisi e risoluti rispetto alle innumerevoli occasioni di sfruttamenti, ruberie e abusi che ci circondano. 

Esemplificando, impariamo a fare a meno di acquistare dalla panetteria sotto casa una “ciabatta” – peraltro semi abbrustolita e croccante alla stregua di vetri frantumati e, quindi, pericolosa per denti e gengive – al prezzo di  € 5,40 al chilogrammo e, unitariamente, per 78 grammi di peso, di  € 0,42.

Come pure, diciamo “Grazie, ti saluto” al fruttivendolo che chiede € 3,50 per un chilo di arance tarocco, di provenienza siciliana. Sapete che, dal Mercuriale giornaliero del 15.1.2009 del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Catania, le quotazioni per “arance tarocco di prima” risultano di € 0,45 (minime), 0,55 (prevalenti) e 0,65 (massime) per chilogrammo?

Pretendere dal consumatore  € 3,50 non è, perciò, da fruttivendolo, ma da autentico furfante.

Augurandoci che la grande crisi di cui all’inizio non ci penalizzi a lungo, sforziamoci, dunque,  compatti, per debellare e scrollarci di dosso queste piccole ma subdole “calamità” del vivere quotidiano.

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