Reato di tortura: perché l’Italia non l’ha ancora ratificato?
1988: l'italia ratifica la Convenzione ONU contro la tortura. 2012: il reato di tortura non è ancora stato inserito nel nostro ordinamento. Ventuno anni dopo, l'esigenza di una tale legiferazione diventa prepotentemente urgente. Ma quali sono i perché della mancata promulgazione di una tale legge?
L'Italia è in una flagranza di reato abituale e quotidiana. Le sue 205 carceri contenevano, il 31 gennaio scorso, 66.973 persone che sono calate, quattro mesi dopo, di poche centinaia, arrivando a 66.310. Oggi ci sono in carcere 21mila persone detenute oltre la capienza regolamentare delle strutture. Più del 40% dei presenti – quasi 27mila persone - sono in attesa di un giudizio definitivo. Gli operatori carcerari sono in sottorganico. Mancano condizioni minime di igiene, non sono rispettati i minimi essenziali sanitari, mancano farmaci, assistenti, psicologi. Mancano docce o coperte per l'inverno. Questa è la pestilenziale realtà nazionale che dovrebbe oggi essere specchio e monito per le istituzioni e la società.
Il reato di tortura ventuno anni dopo non è presente in Italia per questo motivo: lo Stato stesso sarebbe il primo ad essere condannato.
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