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Ratzinger risponde a Odifreddi

Dopo la cor­ri­spon­den­za tra il nuo­vo papa Fran­ce­sco e il fon­da­to­re di Re­pub­bli­ca, Eu­ge­nio Scal­fa­ri, il quo­ti­dia­no ospi­ta oggi una ri­spo­sta del­l’ex papa, Jo­se­ph Ra­tzin­ger, al li­bro di Pier­gior­gio Odi­fred­di Caro papa ti scri­vo, di due anni fa. Pro­prio Ra­tzin­ger si era con­fron­ta­to anni fa con Mar­cel­lo Pera e con il di­ret­to­re di Mi­cro­Me­ga Pao­lo Flo­res d’Ar­cais.

Que­ste let­te­re sono il se­gno di un cam­bia­men­to nel­la co­mu­ni­ca­zio­ne del­la Chie­sa cat­to­li­ca, che sce­glie di con­fron­tar­si con il pen­sie­ro lai­co sul­le co­lon­ne dei gior­na­li, piut­to­sto che li­mi­tar­si alle di­chia­ra­zio­ni dal­l’al­to dei pul­pi­ti. Se in­tel­let­tua­li come Scal­fa­ri e Odi­fred­di me­ri­ta­no una ri­spo­sta dal capo di una im­por­tan­te con­fes­sio­ne re­li­gio­sa, è evi­den­te che ver­so i non cre­den­ti, che rap­pre­sen­ta­no or­mai una mi­no­ran­za di mas­sa in Oc­ci­den­te che non può es­se­re igno­ra­ta, è prin­ci­pal­men­te in­di­riz­za­to an­che il ten­ta­ti­vo di una nuo­va evan­ge­liz­za­zio­ne. Nel­l’in­ta­vo­la­re que­sta sor­ta di dia­lo­go, la Chie­sa pa­ra­dos­sal­men­te è più avan­ti del­le isti­tu­zio­ni, che con­ti­nua­no in­ve­ce a igno­ra­re le istan­ze di atei e agno­sti­ci. Si­gni­fi­ca­ti­va l’at­ten­zio­ne spe­ci­fi­ca per l’I­ta­lia, or­mai una del­le ri­dot­te del cat­to­li­ce­si­mo ma pro­prio per que­sto la­bo­ra­to­rio po­li­ti­co, come ha di­mo­stra­to il pro­get­to di Wo­j­ty­la con­cre­tiz­za­to­si in quel­lo cul­tu­ra­le del car­di­na­le Ca­mil­lo Rui­ni.

Il con­fron­to fran­co e pa­ri­ta­rio è po­si­ti­vo, per­ché per co­strui­re un mon­do mi­glio­re non si può igno­ra­re la plu­ra­li­tà del­le con­ce­zio­ni. Ma fi­no­ra i temi af­fron­ta­ti sono più che al­tro quel­li re­li­gio­si e dot­tri­na­ri: ciò che ser­ve sono atti con­cre­ti, come ab­bia­mo ri­ba­di­to di­ver­se vol­te. Nel­la lun­ga ri­spo­sta di Ra­tzin­ger, di cui di­ver­si stral­ci sono pub­bli­ca­ti sul quo­ti­dia­no, e nel com­men­to del­lo stes­so Odi­fred­di si nota che tra i due c’è una di­stan­za mag­gio­re ri­spet­to alle let­te­re tra Fran­ce­sco e Scal­fa­ri.

Il papa espri­me un giu­di­zio “con­tra­stan­te” sul li­bro del pre­si­den­te ono­ra­rio Uaar, per trat­ti di “cer­ta ag­gres­si­vi­tà” e “av­ven­ta­tez­za nel­l’ar­go­men­ta­zio­ne”. Ra­tzin­ger fa apo­lo­gia del­la teo­lo­gia: ri­tie­ne che ab­bia la di­gni­tà di “scien­za”, che ab­bia pro­dot­to “ri­sul­ta­ti du­re­vo­li” e che la sua fun­zio­ne sia “man­te­ne­re la re­li­gio­ne le­ga­ta alla ra­gio­ne e la ra­gio­ne alla re­li­gio­ne”, per­ché “en­tram­be han­no bi­so­gno l’u­na del­l’al­tra”. Con­te­sta la de­fi­ni­zio­ne iro­ni­ca di Odi­fred­di che con­si­de­ra la teo­lo­gia una “fan­ta­scien­za” e par­la di “fan­ta­scien­za in sen­so buo­no an­che nel­la scien­za”, ov­ve­ro di “vi­sio­ni e an­ti­ci­pa­zio­ni, per giun­ge­re ad una vera co­no­scen­za” ma che sono “sol­tan­to im­ma­gi­na­zio­ni con cui cer­chia­mo di av­vi­ci­nar­ci alla real­tà”.

odifreddi-ratzinger

L’ex papa Be­ne­det­to XVI as­si­cu­ra non aver “mai [...] cer­ca­to di ma­sche­ra­re” gli abu­si ses­sua­li su mi­no­ri da par­te di mem­bri del cle­ro. E di­fen­de la “scia lu­mi­no­sa di bon­tà e di pu­rez­za” che la fede cri­stia­na “ha trac­cia­to lun­go i se­co­li”, ci­tan­do una car­rel­la­ta di san­ti e il fat­to che “an­che oggi la fede spin­ge mol­te per­so­ne al­l’a­mo­re di­sin­te­res­sa­to, al ser­vi­zio per gli al­tri, alla sin­ce­ri­tà e alla giu­sti­zia”. Come d’al­tron­de non aver­ce­la af­fat­to.

Con­ci­lian­te su al­cu­ni temi, Ra­tzin­ger però è pun­to sul vivo quan­do Odi­fred­di con­te­sta la fi­gu­ra di Gesù e l’at­ten­di­bi­li­tà sto­ri­ca dei re­so­con­ti che ne par­la­no: “Ciò che lei dice su Gesù è un par­la­re av­ven­ta­to che non do­vreb­be ri­pe­te­re”, am­mo­ni­sce. Ma am­met­te qua­le “fat­to in­con­te­sta­bi­le” che “nel­l’e­se­ge­si sia­no sta­te scrit­te an­che mol­te cose di scar­sa se­rie­tà”. Ten­ta di con­vin­ce­re Odi­fred­di che nel suo Gesù di Na­za­re­th vo­le­va “mo­stra­re che il Gesù de­scrit­to nei Van­ge­li è an­che il rea­le Gesù sto­ri­co”. Ra­tzin­ger cri­ti­ca la vo­lon­tà di “so­sti­tui­re Dio con ‘La Na­tu­ra’”, una “di­vi­ni­tà ir­ra­zio­na­le” la cui “re­li­gio­ne del­la ma­te­ma­ti­ca” igno­re­reb­be temi qua­li la li­ber­tà, l’a­mo­re e il male.

Il papa eme­ri­to con­clu­de di­cen­do che “del dia­lo­go fa par­te la fran­chez­za”, ma an­che: “Va­lu­to mol­to po­si­ti­va­men­te il fat­to che lei, at­tra­ver­so il suo con­fron­tar­si con la mia in­tro­du­zio­ne al cri­stia­ne­si­mo, ab­bia cer­ca­to un dia­lo­go così aper­to con la fede del­la Chie­sa”.

Dal can­to suo Pier­gior­gio Odi­fred­di non na­scon­de la “sor­pre­sa” e l’"emo­zio­ne” nel ri­ce­ve­re la let­te­ra del papa, che “non ven­go­no scal­fi­te dal fat­to di es­se­re dei mi­scre­den­ti, per­ché l’a­tei­smo ri­guar­da la ra­gio­ne, men­tre le per­so­na­li­tà e i sim­bo­li del po­te­re agi­sco­no sui sen­ti­men­ti”. Dopo aver fat­to per­ve­ni­re il suo li­bro al­l’or­mai ex pon­te­fi­ce, non si aspet­ta­va una ri­spo­sta, in una bu­sta con 11 pa­gi­ne. Il ma­te­ma­ti­co espri­me an­che “sod­di­sfa­zio­ne di ve­der fi­nal­men­te pre­si sul se­rio e non ri­mos­si, ben­ché ov­via­men­te non con­di­vi­si, i miei ar­go­men­ti”.

Ha scrit­to il suo li­bro dopo aver let­to l’In­tro­du­zio­ne al cri­stia­ne­si­mo di Ra­tzin­ger, sug­ge­ri­ta­gli da Ser­gio Val­za­nia, cioè il “com­pa­gno di stra­da” lun­go il cam­mi­no di San­tia­go, con cui ha scrit­to La via lat­tea). “Ave­vo ca­pi­to”, rac­con­ta, “che la fede e la dot­tri­na di Be­ne­det­to XVI, a dif­fe­ren­za di quel­le di al­tri, era­no suf­fi­cien­te­men­te sal­de e ag­guer­ri­te da po­ter be­nis­si­mo af­fron­ta­re e so­ste­ne­re at­tac­chi fron­ta­li”. Quin­di nel­la ste­su­ra di Caro papa ti scri­vo ave­va “ab­bas­sa­to i toni sar­ca­sti­ci di al­tri sag­gi, sce­glien­do uno sti­le di scam­bio tra pro­fes­so­ri “alla pari”, ov­via­men­te nel sen­so ac­ca­de­mi­co del­l’e­spres­sio­ne”, ma “sen­za ri­nun­cia­re ad af­fron­ta­re di pet­to i pro­ble­mi in­ter­ni del­la fede e i suoi rap­por­ti ester­ni con la scien­za”.

Un ap­proc­cio che “evi­den­te­men­te non era sba­glia­to”, per­ché ha ot­te­nu­to il suo sco­po: “Ov­via­men­te, non era cer­ca­re di ‘scon­ver­ti­re il pa­pa’, ben­sì espor­gli one­sta­men­te le per­ples­si­tà, e a vol­te le in­cre­du­li­tà, di un ma­te­ma­ti­co qua­lun­que sul­la fede”. Come la let­te­ra di ri­spo­sta “non cer­ca di ‘con­ver­ti­re l’a­teo’, ma gli ri­tor­ce con­tro one­sta­men­te le pro­prie sim­me­tri­che per­ples­si­tà, e a vol­te le in­cre­du­li­tà, di un cre­den­te mol­to spe­cia­le sul­l’a­tei­smo”. Il ri­sul­ta­to: “Un dia­lo­go tra fede e ra­gio­ne che, come Be­ne­det­to XVI nota, ha per­mes­so a en­tram­bi di con­fron­tar­ci fran­ca­men­te, e a vol­te an­che du­ra­men­te, nel­lo spi­ri­to di quel Cor­ti­le dei Gen­ti­li che lui stes­so ave­va vo­lu­to nel 2009″. Pro­met­te quin­di una “nuo­va ver­sio­ne” del li­bro, am­plia­ta con il re­so­con­to del dia­lo­go tra “un papa teo­lo­go e un ma­te­ma­ti­co ateo”.

Lo scam­bio tra Pier­gior­gio Odi­fred­di e Jo­se­ph Ra­tzin­ger ci sem­bra più gu­sto­so e pie­no di so­stan­za ri­spet­to a quel­lo tra il nuo­vo papa e Scal­fa­ri. Pro­prio per­ché ognu­no dei due man­tie­ne con one­stà le pro­prie po­si­zio­ni, nel ri­spet­to re­ci­pro­co, sen­za cer­ca­re di con­ver­ti­re l’al­tro, sen­za buo­ni­smo e sen­za che ci sia una sud­di­tan­za psi­co­lo­gi­ca o una qual­che ri­cer­ca di per­do­no, di con­fer­me o di ras­si­cu­ra­zio­ni.

Il dia­lo­go vero ed ef­fi­ca­ce, tra cre­den­ti e non, può par­ti­re solo da pre­sup­po­sti del ge­ne­re. Un se­gna­le in­co­rag­gian­te, a pat­to che se­gua­no i fat­ti e non si ri­man­ga sul pia­no del­la spe­cu­la­zio­ne fi­lo­so­fi­ca e in­tel­let­tua­le.

 

 

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Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.117) 12 ottobre 2013 10:38

    Una ulteriore "prova" della storicità di Gesù di Nazaret è il suo genio come è narrato dai Vangeli. Perché aveva un’intelligenza simile nel metodo a quella di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Come dimostro nel mio ebook: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Un intelligenza che si esplicava in processi ricorsivi, giochi di specchi. Ad esempio nella parabola di Lazzaro e il ricco epulone, Abramo afferma che se anche uno risuscitasse dai morti, non servirebbe a niente se non credono ai profeti. Poi resuscita l’amico Lazzaro, e come profetizzato nella parabola, Gesù non viene creduto, ma anzi condannato a morte. Dopodiché resuscita Lui, è attualmente non molti gli credono... Un intelligenza nel metodo comune a tutti i principali geni della storia che non poteva essere invenzione di qualche evangelista. Questa è una prova indiretta dalla storicità di Gesù di Nazaret, perché l’aspetto ricorsivo dei Vangeli, di Gesù, e in certo senso di tutta la teologia cattolica non poteva essere invenzione degli Apostoli, che della ricorsività ignoravano tutto. Saluti

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